Catania è salva, ma se Fabio Cantarella oltre cinque anni addietro non avesse aderito alla Lega …


Pubblicato il 24 Giugno 2019

Nella foto, Matteo Salvini e Fabio Cantarella a Palermo nel 2015, per la prima conferenza stampa della Lega in Sicilia 

Aiutati che Dio ti aiuta. Il salvataggio di Catania, consegnata da Enzo Bianco alla nuova amministrazione ormai sull’orlo del precipizio, passa da un singolare destino, un miracoloso sentiero apertosi addirittura cinque anni addietro, quando Fabio Cantarella, allora vicesindaco di Mascalucia a fianco di Giovanni Leonardi, aderisce alla Lega separandosi proprio da Salvo Pogliese.

I due sempre insieme sin dai tempi del Fronte della Gioventù, intraprendono cammini diversi giusto cinque anni addietro: chiusa l’esperienza Alleanza Nazionale e Popolo delle Libertà, Fabio Cantarella aderisce alla nuova Lega di Matteo Salvini, e Salvo Pogliese va in Forza Italia. Uno scherzo del destino, che poi li riunisce oltre un anno addietro, quando Cantarella convince Matteo Salvini a sostenere il candidato sindaco Salvo Pogliese e il leader della Lega, d’intesa con Salvo Pogliese, col quale inizia un rapporto di simpatia e stima, indica giusto Fabio Cantarella in giunta a Catania nel corso di una storica conferenza indetta per ufficializzare il sostegno a Pogliese.

Attenzione, un atto politico da non sottovalutare perché qui non siamo di fronte al nulla osta per una candidatura per le europee: con l’indicazione di Fabio Cantarella in giunta, la Lega ci mette la faccia, con la consapevolezza di farlo nella nona città d’Italia, in un contesto difficilissimo qual è quello siciliano, aggravato dall’enorme buco di bilancio dell’ente, noto a tutti in campagna elettorale. Salvini e Stefano Candiani, all’epoca già commissario della Lega in Sicilia, non consegnano al verdetto popolare un candidato, ma si assumono la responsabilità di indicare un uomo in giunta, una persona fiducia, per l’appunto Fabio Cantarella, su cui poter avviare il progetto di radicamento della Lega nell’Isola. Il primo assessore in una giunta col simbolo della Lega nella storia di Sicilia. E Matteo Salvini, che guarda tanto all’anzianità di militanza, non l’avrebbe mai fatto con uno entrato nel partito da poco. L’unica via possibile era Fabio Cantarella, in Lega ai tempi già da quattro anni, molto legato al leader del partito e ben conosciuto ormai da tutto lo stato maggiore del Carroccio.    

La Lega, quindi,  salva Catania dal baratro, ma tutto ciò non sarebbe stato possibile se ancora Salvo Pogliese, un anno addietro, in tempi non sospetti quindi, non avesse avuto la lungimiranza di volere in giunta un centrodestra unito, con un assessore della Lega. Unica realtà siciliana, quella catanese, in cui la Lega governa con tutto il centrodestra, neppure alla Regione Siciliana Nello Musumeci ha avuto la stessa intuizione anche se da qualche giorno, visti i risultati delle europee, sta tentando di correre ai ripari. Ma Candiani ha già preannunciato che il Carroccio non entrerà nella giunta regionale. Come dire, non ci avete voluto prima, non pensate di usarci adesso per convenienza alla luce dei risultati delle europee.

Lo Stato, quindi, come previsto nel Decreto Crescita, si accollerà mutui contratti dalle precedenti amministrazioni del Comune di Catania per quasi mezzo miliardo di euro fino al 2033. Catania peraltro, da fine anno e fino al 2044, riceverà un ulteriore contributo a fondo perduto: parteciperà, questa volta non da sola ma assieme a Napoli, Messina e Reggio Calabria, alla ripartizione dei risparmi del “SalvaRoma”, circa 80milioni di euro. La Città tira un sospiro di sollievo e adesso può guardare al futuro con ottimismo, senza più essere costretta a navigare a vista, occupandosi solo delle emergenze.

In tutto questo una menzione speciale la merita Fabio Cantarella: se quasi sei anni addietro l’attuale assessore ai rifiuti non avesse sposato il progetto di Matteo Salvini, oggi la Lega non sarebbe in giunta a Catania, il sottosegretario Stefano Candiani, con delega agli Enti locali, non sarebbe arrivato in città e, probabilmente, Matteo Salvini non avrebbe messo la faccia, e tanti quattrini, sul rilancio di una città ormai sull’orlo del precipizio. Senza l’enorme aiuto romano, a giugno, giusto per intenderci, neppure gli stipendi ai comunali si sarebbero potuti pagare e il trasporto locale si sarebbe fermato. E così tutti gli altri settori nevralgici della pubblica amministrazione. A partire dai servizi sociali.  

Già alla fine dello scorso anno, i deputati della Lega avevano messo a punto un emendamento per sterilizzare la Città dagli effetti della violazione del patto di stabilità avvenuta sotto la giunta di Enzo Bianco. In caso contrario Catania avrebbe subito pesanti sanzioni e perso trasferimenti statali per diversi milioni di euro. Un emendamento che permise, nonostante il dissesto, anche la stabilizzazione dei 126 precari storici del Comune di Catania. E poi, il quasi milione di euro assegnato dal ministero dell’interno, guidato da Matteo Salvini, per la videosorveglianza in città.

 

 


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