Catania e un “caso drammatico”: il sindaco Raffaele Stancanelli. Aiutatelo!


Pubblicato il 21 Novembre 2012

C’è da “salvare” -politicamente- un uomo….di iena comunale

“Perchè così serio?” Forse perché Manlio Messina ha parlato “di momento più triste di questa amministrazione”. Forse perchè Nuccio Condorelli dice che non ci c’è più “una maggioranza”. Forse perchè l’Udc è andata a sinistra. Forse perchè Pino Firrarello dice che il patto dei Raffaele è “impresentabile”. Forse perchè Lombardo non è più “Il presidente”. Forse ancora perchè il “Renzi nero” due conti se li sta facendo. Lui, Stancanelli, però si è tenuto sobrio per ben quattro anni. Ha fatto bene i compiti per casa. Austerità ovunque. Era il momento che tutti gli riconoscessero un minimo di gratitudine. Ma tutti gli hanno girato le spalle. E lui che fa? Chiede appello al popolo delle partecipate.

Ecco la sua lettera di fuoco:”Mi rivolgo a voi, prima che alle forze politiche, perché le falsità, le cattiverie gratuite e le inqualificabili strumentalizzazioni che hanno accompagnato e seguito l’adozione di questo indispensabile riordino delle aziende, potrebbero deviare la realtà delle cose visto che la legge ne prevede lo scioglimento entro il 31 dicembre 2013 con relativo licenziamento di tutti i dipendenti, obbligandoci a realizzare il piano nell’esclusivo interesse, presente e futuro, di garantire il vostro posto di lavoro. Nel tentativo di demolire la nostra azione finalizzata ad aprire a nuove energie aziende da troppi anni impastoiate in beceri meccanismi di assistenzialismo, tante parole inutili, per non dire altro, sono state dette da denigratori in servizio permanente che, credetemi, non vogliono né il bene vostro né quello di Catania. Il nostro intento che, statene certi, porteremo comunque a compimento, è quello di aprire finalmente una fase nuova nelle aziende partecipate comunali che assicuri competitività sul mercato sia sul piano dell’efficienza che su quello della produttività, unici elementi in grado di offrire una prospettiva seria e concreta al vostro lavoro, come del resto accade in altre realtà italiane. Avremmo potuto anche noi fare finta di niente, girarci dall’altro lato come tanti che ora si stracciano le vesti hanno fatto nel passato e che ora vogliono solo continuare a ingannarvi. Ma così facendo avremmo solo accompagnato verso una lenta agonia aziende in cui operano anche pregevoli professionalità che rendono servizi importanti ai cittadini e che qualcuno voleva rimanessero asservite alle stesse cordate clientelari che hanno fatto accumulare negli anni un debito spaventoso al Comune. Invece con un’assunzione di responsabilità che forse non ha precedenti, dopo quattro anni in cui abbiamo azzerato le costose indennità ed eliminato sprechi, regalìe e assunzioni di favore, è arrivato il momento di rompere ogni residuo cordone ombelicale con un sistema, come anche richiesto dalla Corte dei conti, che non può reggere alle innovazioni della spending review e del cambiamento di rotta necessario a salvare i posti di lavoro e la vita stessa delle aziende. La migliore garanzia per giungere a queste finalità è la credibilità in termini di rigore e serietà che ci siamo guadagnati, respingendo ogni tentativo di intromissione di gruppi di potere che volevano ancora fare i propri interessi sulle spalle dei cittadini e dei lavoratori. Forse anche per questa ragione si sono scatenate anche da parte di alcuni consiglieri, prese di posizione contro il sindaco e l’amministrazione, con atteggiamenti non degni per chi deve garantire una responsabile azione di governo. Ovviamente di questo terremo conto quando dovremo fare ulteriori valutazioni e ancora una volta, quando si tratterà di tenere in conto l’interesse prevalente di Catania e dei suoi cittadini, non faremo sconti a nessuno. Su questa linea continueremo a muoverci, coltivando il patto di lealtà con l’opinione pubblica, le forze sociali, i dipendenti del Comune e delle aziende partecipate che fin dal nostro insediamento abbiamo onorato, consapevoli di agire nell’interesse collettivo e dei diritti dei lavoratori che, coi fatti, noi salvaguardiamo contro quei parolai che invece sfruttano i bisogni della gente onesta per mettersi in bella mostra senza guardare minimamente all’interesse generale”.

 


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