Catania elettorale: maledetta primavera (cosa non si è disposti a fare per lei)


Pubblicato il 21 Maggio 2013

Tutti fermi! Arriva Iena Ridens, tenetevi forte!!!

I toni si alzano, finalmente. Ci voleva, dopo mesi di campagna elettorale al cloroformio, produttrice di sonnolenza che, per dire, neanche l’antistaminico per curare le allergie di stagione. Forzese, noto statista intellettuale approdato alla rive gauche della politica siciliana dopo una vita spesa appresso al mitologico ministro D’Onofrio, dà del poltronista a Leanza, che di suo risponde con una risata, non considerando Forzese degno neppure di una risposta articolata nella forma elementare soggetto-predicato-complemento; Lanfranco Zappalà, candidato di punta del “listone Pd” (dicono che la Snai abbia sospeso le giocate sul fatto che i Democrats catanesi raggiungano il 5%) bolla Maurizio Caserta come uomo non alieno ai compromessi, per il suo impegno negli Stati Generali del Comune voluti da Stancanelli e per la sua nomina a membro del cda fondazione Banco di Sicilia; e viene da chiedersi se il Zappalà in questione sia solo omonimo del Lanfranco capogruppo di Forza Italia al comune durante gli anni della prima sindacatura Scapagnini. Ma il picco lo ha raggiunto il sindaco Stancanelli durante il suo comizio alle Ciminiere di venerdì scorso quando, senza mai nominare Valeria Sudano (consorte di Alfio Drago figlio del plenipotenziario Dc, ingegnere Nino) le ha detto:

A) che non l’avrebbe più guardata in faccia, lei che è stata in maggioranza fino all’ultimo giorno e che per una scelta che si vuole dipingere politica ha abbracciato la causa di Lino Leanza l’ultimo giorno utile, perché la vergogna che Valeria proverebbe trovandosi occhi negli occhi con il sindaco sarebbe tale per cui lui proverebbe vergogna per lei.B) che devono vergognarsi di sostenere come sindaco colui che vietò l’invio del gonfalone del Comune ai funerali dell’onorevole Drago, nel 1998.Toni alti rivolti contro avversari per stizza, come nel caso di Stancanelli, o per paura di aver sottovalutato l’avversario. Sembra almeno questa la scelta alla base del fuoco di fila verbale che sta bersagliando Caserta in questi giorni, proveniente dalle fila della coalizione che sostiene Enzo Bianco. Forse per timore che il voto d’opinione, di cui Bianco si è sempre considerato il detentore, potrebbe indirizzarsi verso il professore di economia, alla luce delle scelte operate nella composizione delle liste, principalmente quella del Megafono di Saro “Schiumazza” Crocetta (copyright del direttore Benanti), che sembrano tante scialuppe di salvataggio ad uso dei superstiti del naufragato Titanic Mpa. O, più probabilmente, il discorso dovrebbe rovesciarsi: non è che Enzo Bianco, sentendo che il voto di opinione non è più quel voto che soffiava forte alle sue spalle nel 2005 (e che comunque non fu sufficiente a garantirgli l’elezione) adesso si è trasformato in niente di più che una semplice brezza, per cui i voti vanno cercati altrove? In accordi di segreteria? Accogliendo nei propri ranghi chi, negli ultimi dieci anni, ha predicato il verbo berlusconiano e lombardiano (a quest’ultimo una parte minoritaria del Pd siciliano, proprio quella che fa capo all’ex senatore Bianco fece opposizione senza sconti)? Proprio gli stessi che il nocciolo duro dell’elettorato e dell’entourage bianchista ha sempre guardato con diffidenza,. per non dire orrore e schifo, pensando di rappresentare la parte migliore della città? Di cui, ne consegue, i sopranominati non facevano parte? E che cosa è cambiato, oggi, per aver fatto loro superare l’analisi del sangue?Forse, niente di nuovo. In realtà, ieri come oggi, Parigi val bene una Messa.E’ l’ennesima rivincita dei metodi democristiani. Gli storici dovranno riscrivere i manuali riconoscendo la grandezza di statisti che elevarono il principio di realtà a sistema politico, al punto che oggi viene recuperato anche da chi, collocandosi sulla collina della presuntà superiorità morale, lo aveva sempre considerato, tale metodo, sterco del diavolo? Niente di nuovo. E tutto legittimo. Basta che non si parli più di superiorità morale, per carità. Soprattutto in questa campagna elettorale, in questa primavera che tarda ad arrivare…

 


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