di iena democratica
Pudore ci vuole! Perfino quando si truccano i sondaggi. Vale a dire: se tu sei un candidato a sindaco della città di, poniamo, Catania, la realpolitik vuole che t’inventi un sondaggio. Non che lo tarocchi, eh? Vuole che te l’inventi di sana pianta, per corroborare l’umore di amici e parenti, e per deprimere le fila avversarie. E allora, se il tuo diretto avversario, poniamo il signor sindaco uscente, spiattella un bel sondaggio in cui ti precede di quindici punti, tu che fai? Ne spiattelli un altro, a parti rovesciate: sei tu che guidi la corsa, per altrettanti punti su di lui. Giustizia è fatta, declinazione postmoderna della par condicio e niente su cui i benpensanti possano avere a che ridire.
E per carità, magari il primo sondaggio, quello dell’uscente, è finto pure lui. Ma egli almeno sa far di conto, e si assicura, il brav’uomo, che al fin della tenzone la somma dei taroccati numeri dia 100. Non così lo sfidante: nella fretta -che, si sa, è cattiva consigliera- di rispondere a salve alle salve avversarie, smarrisce il pallottoliere e s’incasina. Ecco allora che, a sommare i voti di questo sondaggio, il risultato fa novanta. Che, notoriamente, fa paura. E allora? E allora pudore ci vuole! E anche un pallottoliere.
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