Intervista al noto penalista (nelle foto) che ha lanciato una proposta “forte” per ridare vita ad una città “senz’anima”…Ecco le risposte del “Grande Peppino”…di iena politica marco benanti
Guardi, glielo dico sinceramente, è una cosa che mi è nata spontaneamente, com’è nel mio carattere del resto. A dire il vero avvertivo, come altri credo, l’esigenza di una sindacatura diversa dai tradizionali schieramenti, tant’è che tempo fa, a gennaio, mi inventai un evento su Facebook intitolato “A.A.A. Cercasi Sindaco a Catania ” con lo scopo di sentire le idee in proposito del catanese qualunque come me. Poi giorni fa, precisamente il 25 aprile, di sera, per caso sul computer mi è apparsa l’intervista di Tuccio D’Urso, caricata su Youtube nel canale LiveSiciliaweb intitolarta Processo parcheggi, D’Urso “Giustizia nella malagiustizia di Catania”. Siccome sono un istintivo e passionale, nonostante la mia età, ho pensato subito che l’Ing. D’Urso potesse essere il candidato sindaco di questa città “maledetta” e così ho lanciato l’altra, sempre su facebook, “Vogliamo Tuccio D’Urso Sindaco di Catania”.
Cosa l’ha colpita in particolare? Le sue parole? Il suo coraggio? La sana follia “fuori dal branco”?
Mi ha colpito tutto. Innanzitutto l’emozione, la sincerità, il garbo nonostante la giusta rabbia, eppoi ovviamente quello che ha detto, raccontando in sintesi la sua storia processuale, l’immeritata accusa, e le staffilate sia contro Enzo Bianco che contro Raffaele Stancanelli.
L’ing. D’Urso ha parlato di “malagiustizia” a Catania: lei come giudica -in generale- l’amministrazione della giustizia sotto il vulcano?
La Giustizia a Catania credo che funzioni come in tutto il resto d’Italia e quindi per rispondere a questa domanda vorrei che Lei mi dedicasse ampio spazio, ma mi rendo conto che non è questa la sede. Sarei il meno adatto a giudicarla considerato che da oltre 30 anni mi occupo di combattere e di contrastare la malagiustizia. Le ricordo solo che diventai penalista dopo aver conosciuto Enzo Tortora nel 1985, di cui mi onoro di essere stato amico oltre che sostenitore, per cui ne tragga Lei le conseguenze. Catania ha certamente avuto dei grandi magistrati di altissimo valore umano e giuridico, fra tutti ne vorrei ricordare tre purtroppo scomparsi prematuramente e recentemente, parlo di Edo Gari, Rodolfo Materia che hanno diretto brillantemente l’Ufficio GIP e Giuseppe La Mattina.
D’Urso ha altresì attaccato Bianco e Stancanell: lei che giudizio politico dà dei due? Cosa salva e cosa non salva dell’operato dei due sindaci?
Ovviamente non ho nulla di personale né contro Enzo Bianco né contro Raffaele Stancanelli. Entrambi rappresentano però degli stereotipi politici ormai superati, oggi più che mai! L’uno rappresenta la sinistra e l’altro la destra ed io sono sempre più convinto che per amministrare una città non servano le sterili contrapposizioni ideologiche. Non so dire per cosa i catanesi ricorderanno il sindaco Stancanelli, di certo ricorderanno Enzo Bianco per aver abbandonato Catania nel 1999, mentre ricopriva la carica di sindaco, per andare a fare il Ministro dell’Interno. Entrambi in comune, oltre al fatto di essere schierati partitocraticamente, hanno il “peccato originale” di non essere nati a Catania, mentre io credo che l’essenza di essere catanese (terra di Vincenzo Bellini e di Angelo Musco) sia unica e rara.
Ma oggi lei -se potesse- lo farebbe il sindaco di Catania?
Ho già fatto il Consigliere Comunale per grazia di Enzo Tortora e volontà di Marco Pannella dal 1988 al 1992. Ho un bel ricordo di quell’esperienza e mi piacerebbe metterla al servizio di coloro che vogliono occuparsi fattivamente di Catania. Ho già dato! Non ho nessun interesse a fare il sindaco, tutt’al più potrei offrire gratuitamente la mia consulenza, intesa come esperienza.
Che ricordo ha del suo impegno istituzionale al comune?Stupendo! Ricordo che dal dicembre 1989 al febbraio 1991 fui assessore dell’onesto sindaco Guido Ziccone e mi occupai di “Personale” e di “Spettacolo”. Un anno, un mese e 15 giorni dedicati interamente al servizio della città, con grande entusiasmo. Capì, purtroppo, che l’attività politico-amministrativa a tempo pieno non era compatibile con la mia professione di avvocato, che è troppo assorbente. Comunque, un’esperienza esaltante anche se già a quel tempo si intravedevano gli inizi della crisi sociale ed istituzionale che proprio in questi tempi attuali ha toccato l’apice.Quella Catania di allora com’era? Rispetto ad oggi?
Forse c’era più umanità, non c’erano i telefonini, non c’era internet, ma questo è un dato che riguarda tutte le città. Il Consiglio Comunale onestamente era d’alto livello, c’erano professori universitari, avvocati, politici di primo piano, come Rino Nicolosi, Salvo Andò, Anna Finocchiaro stessa. La città certamente è più bella adesso, c’è più vita la sera per i giovani, noi avevamo solo i cioschi in “Piazza Umberto”, ma ho l’impressione che la gente viva più isolata rispetto ad allora.
Se D’Urso dovesse dire di “no”, che campagna elettorale ne verrebbe fuori? Perderebbe in qualcosa?
Secondo me sarebbe noiosa e stonata, rispetto ai tempi. La stragrande maggioranza sono stufi di sentire parlare di destra e di sinistra, di vedere sempre certi personaggi. E’ da 25 anni che a Catania si parla di Bianco e di Stancanelli. La gente desidera vedere facce nuove e sentire idee nuove e di gente pronta a donare generosamente entusiasmo e speranza. La parte antica della città è bellissima, ma infrequentabile, via Etnea sembra uno stradone di paese alla mercè di squadroni. Certo non è più il salotto di una volta! La parte nuova, cosiddetta nuova, Corso Italia, Lungomare e vie limitrofe, di bello hanno ben poco, ci vorrebbe tanta fantasia comunque per salvarla e renderla fruibile. Tuccio D’Urso è stato anche quello che ha ideato e realizzato il restauro della circonvallazione. Grazie a lui adesso da Ognina fino a Misterbianco si può percorrerla senza incontrare nemmeno un semaforo. Se D’Urso non si candida (Dio solo sa quanto mi dispiace averlo messo in questa angoscia), sono sicuro che la maggioranza dei cittadini avrà un motivo in più per non andare a votare.
Ultima domanda: lei cosa farà da grande?
Penso che ritornerò a fare quello che facevo da ragazzo: mi occuperò di volontariato sociale (a 18 anni ero un componente di “Voce Amica”) e poi finalmente sarò libero di cantare le mie canzoni per la strada.
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