Catania “emergenza sismico-mediatica”: il Palazzo ne trova una al giorno


Pubblicato il 17 Agosto 2013

Le ultime dall’ “operazione storica” sul Cavalcavia… ai confini della Realtà….

di iena antibluffKennedy è quello della “Nuova Frontiera” , Ghandi quello della “Non Violenza”, Roosevelt quello del “New Deal” . Enzo IV passerà alla Storia (ce lo consenta, la Storia, ovviamente) come quello del “Ponte del Tondo Gioeni”. In Catania, città dove si può fare tutto e il contrario di tutto. Tanto i suoi abitanti se ne fottono.Dopo il “clamoroso” risultato dell’abbattimento di un ponte e della riapertura del traffico (in tempi europei!), con annessa foto ricordo – nel cantiere- nel giorno del “lutto cittadino” per i morti dello sbarco del 10 agosto, sono di oggi le parole dell’assessore comunale ai lavori pubblici ing. Luigi Bosco.

Che risponde –parzialmente- alle domande poste da “Sudpress”. Riportiamo il nucleo centrale di quello che sostiene Bosco:”…L’abbattimento del cavalcavia del Tondo Gioeni faceva parte del progetto, comprendente opere fognarie e stradali, nato con un provvedimento del 2005 dell’allora sindaco Umberto Scapagnini, che era anche Commissario governativo dell’Ufficio speciale per l’emergenza traffico e il rischio sismico. Venne subito posto in gara, quale progetto integrato appunto, per la parte inerente la fognatura (collettore B-B18), ed esecutivo per le opere stradali. L’appalto fu approvato, con provvedimento del direttore generale dell’Ufficio speciale n° 388 del 2006, per l’importo di oltre 17 milioni di euro, di cui quasi 12 milioni per lavori stradali e fognari. Il contratto sui rapporti economici è il n° 38 del 2007.All’inizio del 2009 la Giunta Stancanelli approvò, con delibera n° 130, a seguito di un adeguamento dei lavori, una perizia di variante redatta dal direttore dei lavori.Il 2 aprile del 2009, poiché non erano stati ancora realizzati i previsti lavori per l’abbattimento del cavalcavia del Tondo Gioeni, la Presidenza del dipartimento della Protezione civile – rilevando che “l’intervento in oggetto riveste carattere rilevante e strategico ai fini ella riduzione del rischio sismico e di Protezione civile” – chiese all’Amministrazione Stancanelli di procedere celermente al completamento delle opere, sottolineando come il Dipartimento avrebbe provveduto all’emissione del decreto di finanziamento.L’Amministrazione Stancanelli, però, piuttosto che abbattere il cavalcavia come previsto dal progetto finanziato, propose di procedere a un intervento di “ristrutturazione conservativa e adeguamento” e chiese all’Università di Catania un progetto per intervenire in questo senso. Il progetto, che prevedeva una maggiore spesa di due milioni e trecentomila euro circa, fu inserito in una delibera del 19 giugno del 2012 che, priva della copertura finanziaria, non ebbe seguito.Quando il 16 luglio scorso la Giunta Bianco ha trattato la questione del cavalcavia del Tondo Gioeni, dopo una valutazione comparativa di vantaggi e svantaggi presentati dalle due soluzioni alternative, è emerso un orientamento unanime: quello di rientrare nell’ambito dei lavori già appaltati abbattendo la struttura e di agire a cavallo di ferragosto per limitare al massimo i disagi per la popolazione.L’operazione è stata varata dunque con la massima celerità e portata a termine con successo e a tempo di record…”

Che dire?Uno dei punti fondamentali per giustificare tutto sono i costi, veri o presunti: ma perché non dire che i due milioni in più sono il completamento del collettore fognario e solo una parte il consolidamento?Inoltre, perché non dire che lo studio dell’Università di Catania prevedeva solo 150.000 euro in più e poi erano state inserite opere migliorative dal progettista.Altro aspetto: esisteva davvero un obbligo della protezione civile a procedere con l’abbattimento? Siamo sicuri? Magari forse bisognava solo concludere l’opera con il consolidamento e non l’abbattimento. Che è e resta una scelta. Non un obbligo.Anche perché nel caso di procedesse a realizzare un sottopasso ci vorrebbero due milioni di euro. Altro che bruscolini. Alla faccia del risparmio.

E ancora: dov’è il progetto della rotatoria? Dove sono le simulazioni dei flussi di traffico? Si possono rendere disponibili ai catanesi in modo da potersi orientare al rientro?

In attesa di vedere come andrà a settembre il nuovo piano viario (tutto a posto anche lì?) sarebbe il caso di raccontarle tutte le cose. Anche perché, malgrado i catanesi “ammuccalapuni”, c’è ancora qualcuno che non ama il “sonno”. E le trovate del Palazzo.

  


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