“Luca, ma le sembra normale che un ex calciatore si sfili i calzoncini, indossi la cravatta e d’improvviso divenga un manager di calcio?Io ho studiato per occupare il ruolo che occupo. ” È stata questa la risposta datami da un importante e qualificato manager, che conosce Vincenzo Grella, dinanzi al mio quesito sull’operato del vicepresidente […]
CATANIA FC: I RISCHI ALL’ORIZZONTE NEL FIASCO GENERALE
Pubblicato il 18 Gennaio 2025
“Luca, ma le sembra normale che un ex calciatore si sfili i calzoncini, indossi la cravatta e d’improvviso divenga un manager di calcio?
Io ho studiato per occupare il ruolo che occupo. ” È stata questa la risposta datami da un importante e qualificato manager, che conosce Vincenzo Grella, dinanzi al mio quesito sull’operato del vicepresidente di Catania Fc.
Ed è difficile sostenere che il mio interlocutore abbia torto.
L’ultima conferenza stampa dell’attuale ad etneo è stata l’apoteosi del nulla, il trionfo dei verbi coniugati al futuro, un profluvio di ovvietà a buon mercato che lasciano intendere lo spessore modesto – quasi nullo – di un personaggio in cerca di un autore evidentemente chiamato a compiti superiori alle proprie capacità.
Grella è solo la più visibile delle criticità di un progetto, quello del patron Pelligra, che fa acqua da tutte le parti e che rischia, necessario dirlo con trasparenza sin d’ora, di avere conseguente tragiche per il calcio etneo. Qualche benemerito esponente della carta stampata locale, in un sussulto di onestà intellettuale, ha reso pubblico giorni addietro lo stato del bilancio della società etnea che raffigura una sperequazione tra uscite ed entrate oltremodo preoccupante. Basti pensare che, qualora un potenziale acquirente volesse manifestare l’intendimento di rilevare la società dagli australiani (come è già accaduto nei mesi scorsi ed al netto di pretese non indifferenti sussurrate dall’attuale proprietà) dovrebbe mettere mano al portafoglio in primis per ripianare il deficit e successivamente per allestire un campionato ambizioso.
A fare i conti della serva potrebbero servire una trentina di milioni di euro sull’unghia.
Pochi ?
Senza volerci proiettare ad un futuro nefasto l’esistente fotografa una realtà deprimente con una squadra imbelle, un tecnico confuso, una proprietà che percorre sempre gli stessi sentieri disastrati, una dirigenza risibile e colma di figure inutili (se non dannose) ed un contesto ambientale che comincia a ribollire pericolosamente: si veda al proposito l’abbozzo di contestazione del tifo organizzato dopo la figuraccia contro i da poco maggiorenni calciatori della Juventus NG che hanno ridicolizzato settimana scorsa gli atleti rossazzurri -tronfi di carriere prestigiose -maramaldeggiando al Massimino come non si vedeva da tempo.
Insomma il clima, non solo meteorologico, volge al peggio e dopo 10 anni di C il livello di sopportazione dei sostenitori è esaurito definitivamente, le presenze allo stadio rarefatte, la credibilità della proprietà attuale al lumicino ed il credito terminato in maniera definitiva.
Ogni tanto facendo zapping sui canali locali mi capita di osservare lo iato tra lo stato delle cose appena descritto e la rappresentazione di certi salotti televisivi locali in cui conduttori , evidentemente ad un tanto al chilo, si sbracciano per difendere l’indifendibile allestendo teatrini ridicoli in cui si parla di tutto e di più pur di non mettere il dito in una piaga, quella che ricopre l’intero progetto Catania Fc, purulenta anzichéno.
Sorrido per la loro complice e disonesta (intellettualmente) accondiscendenza, estrinsecata in falsi sorrisi, ospiti farlocchi, pseudo dibattiti e benaltrismo assortito.
I giullari, e le giullari, sono pagati per far ridere dopotutto
E lo stanno facendo
Saluti preoccupati.
Luca Allegra.
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