L’Alfa Basket Catania scenderà in campo domani pomeriggio. La squadra rossazzurra, nel campionato di Serie C, sarà di scena al PalaDavolos contro l’Olympia Basket Comiso (palla a due alle ore 18). Sfida che vale il primato solitario in classifica. I due team sono appaiati, in graduatoria, a quota 12 punti (6 vittorie e una sconfitta). […]
Catania, “gara per Palazzo degli Elefanti”: la grande corsa per il sindaco (ma se i Grillini scelgono Grillo…)
Pubblicato il 12 Novembre 2012
Ritorna la “iena delle iene”, che colpisce ancora…
di Iena Ridens
Venghino, siori, venghino. La Grande Corsa verso Palazzo degli Elefanti è cominciata, e per assistervi non c’è neppure bisogno di pagare il prezzo del biglietto: l’esplosione dei social network e dei quotidiani online rende tutto a portata di click, lasciando all’utente la sensazione di essere davvero parte in causa della partita; anche se poi, delle possibilità della Rete, ad avvantaggiarsi in termini di voti è solo il Movimento di Gianroberto Casaleggio, che Beppe Grillo, ormai si è capito, è solo il frontman.
Tocca partire dal sindaco in carica. Raffaele Stancanelli da Regalbuto, terzo sindaco di fila a non poter vantare natali catanesi, (dopo Scapagnini ed Enzo Bianco), in questi giorni ha diverse brutte gatte da pelare, tra flop all’elezioni regionali della coalizione di centrodestra (anche se i suoi candidati, a parte Bellavia che ha raccolto poco più di duemila voti, hanno fatto bene, da Falcone eletto, a Daidone, vera sorpresa della lista che raccoglieva quello che rimane del Pdl catanese), e debiti fuori bilancio che sconquassano la fragile stabilità delle casse comunali.
Che Raffaele II (da non confondere con Raffaele I, che rimane Lombardo) non avesse più l’appoggio a scatola chiusa del suo (?) partito, era chiaro, ed ancora di più lo è diventato dopo lo j’accuse di Pino Firrarello, “il senatore” per gli amici. La risposta non si è fatta attendere:”Si ritiri”, ha tagliato corto il sindaco, interpretando il sentimento di molti che dentro il centrodestra vorrebbero per sempre chiusa la parabola della dinastia del pistacchio Firrarello-Castiglione. Ma chi sosterrebbe il sindaco, la cui ricandidatura è scontata? Forse il Pds-Mpa, secondo alcuni il vero partito di riferimento del sindaco, in virtù dell’asse di ferro con il presidente uscente della Regione.
Ma anche lì la situazione è magmatica: il mezzo flop alle regionali ha prodotto le dimissioni di Giovanni Pistorio dalla carica di segretario regionali. Questi, da sempre molto attento al dialogo con il centrosinistra, attraverso il canale di Anna Finocchiaro, secondo i bene informati starebbe meditando l’approdo nella coalizione che sostiene Rosario Crocetta, in coppia con il suo uomo di fiducia, Nicola D’Agostino, il più votato del Pds in Sicilia, tra l’altro compiendo, dopo soli pochi mesi, lo stesso percorso di quello che fino a pochi mesi fa era il suobraccio destro: Anthony Barbagallo, sindaco di Pedara eletto all’Ars nelle liste del Pd. Quello che resta della, una volta, Invicible Armada lombardiana aspetta di capire cosa deciderà Raffaele, che nel frattempo ha sparato attraverso il suo blog sui tanti profittatori di piccola e media taglia che all’ombra del suo potere in questi anni si sono ingrassati. Il quadro complessivo è quello per cui la ricandidatura di Stancanelli è, agli atti, molto debole. Lui si starebbe attrezzando, per la campagna elettorale. Ma come ci arriverà è ancora un mistero.
Se il centrodestra dovesse mollare Stancanelli al suo destino, il candidato naturale non potrebbe essere altri che Salvo Pogliese. Con o senza primarie nel Pdl, è l’unico che, per bacino di voti, età, potere economico, ha le carte in regole per giocare la partita. Il suo limite sembra essere, però, quello contro il quale molte carriere politiche destinate, in potenza, a fasti e successi si sono arenate: la mancanza di coraggio. Pogliese è sempre stato molto attento a coltivare gli equilibri di corrente, preferendo i ragionamenti di sistema a quegli scatti in avanti che, per il profilo prima ricostruito, ci si sarebbe aspettati. Avrebbe dovuto cominciare la sua marcia verso la conquista del partito già due anni fa, almeno in provincia di Catania. Perché essere il più votato non significa automaticamente essere leader. La candidatura a sindaco potrebbe essere un buon banco di prova per uscire fuori dal guado. Ma si sa, in politica, così come nella vita, il coraggio bisogna averlo, non lo si può inventare.
Chi è già partito è Giuseppe Beretta. Con tanto di foto/manifesto dal sapore giovanilistico che richiama uno dei totem di questa città: il vespone bianco, che fa molto anni ’80. Dalla sua ha il vento in poppa, con l’elezione combinata di Crocetta e di Concetta Raia (assessore in pectore all’ambiente) e il disastro elettorale di Bianco, che non ha eletto deputati. I limiti sono due, e belli pesanti: la rivalità con Bianco, che comunque scenderà in campo, tentando per la seconda volta (dopo lo shock per la mancata elezione nel 2005) di riconquistare la poltrona di sindaco, forte solo delle liste civiche e del probabile appoggio dei partiti della sinistra radicale (inesistenti, a livello elettorale) e la tenuta dell’alleanza con l’Udc, su cui pesano questioni nazionali e prettamente locali. A proposito: un uomo che potrebbe trovare grande consenso l’Udc ce l’ha, e risponde al nome di Lino Leanza. Ci sta pensando?
Last, but not least, il Movimento Cinque Stelle. Arriverà alle amministrative catanesi dopo il passaggio delle politiche che, rebus sic stantibus, dovrebbero segnare la definitiva affermazione (almeno per il momento) dei “cittadini” seguaci di Casaleggio. E’ realistico accreditarli di un buon 16/18%. Se dovessero trovare un candidato credibile potrebbero sfondare la soglia del 20% e concrete possibilità di esserci, al ballottaggio. E poi…magari replicare il successo di Pizzarotti a Parma. Ma chi potrebbe essere? Noi buttiamo un nome lì: quello di Salvo Grillo, fondatore del Gar, con buona visibilità in città ed una capacità di fare movimento prima dell’esplosione del Movimento. E si chiama pure Grillo (che non guasta). Forse è solo una boutade, ma se i grillini catanesi si mettono in testa di scegliere…Grillo, appunto?
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