di iena marinara
Sono già trascorsi circa un anno da quel lontano 10 settembre 2012, quando poco prima delle 13,00 circa un enorme lingua di fuoco divampava – per cause ancora da accertare – nei locali che ospitavano il Club della Stampa, in riva al mare, alle porte della città. Le fiamme causarono uno spericolato fuggi fuggi generale, e addirittura alcuni bagnanti, per non essere inghiottiti dalle fiamme, dovettero tuffarsi in mare, e poi recuperati dai vigili del fuoco intervenuti anche con una squadra di sommozzatori. Per fortuna non ci sono stati feriti ma tanto giustificabile panico.
Secondo le prime indiscrezioni, l’incendio sarebbe scaturito da un guasto interno alle cucine, e le fiamme hanno completamente distrutto lo stabilimento balneare ed il ristorante della struttura. Oggi, nonostante il tempo trascorso, le macerie incendiate giacciono inermi allo stesso posto, e a seguito di alcune segnalazioni di alcuni nostri lettori, abbiamo fatto un sopralluogo dove purtroppo abbiamo constatato che lo stato dei luoghi è rimasto immutato.
Una scena apocalittica dove si vedono a bella mostra enormi quantità di legname bruciata accatastata tra essa, e grandi strutture in ferro. Sembra di stare a Beirut dopo un bombardamento, un teatro di devastazione non certo edificante per il probabile inquinamento che potrebbe apportare al mare limpido della scogliera di Catania.
E per questo motivo, abbiamo voluto vederci e nella stessa mattina ci siamo recati al Comando della Guardia Costiera per chiedere informazioni circa lo stato di abbandono e di degrado dei luoghi di cui sopra vi abbiamo descritto. Ma lì veniamo dirottati presso L’Assessorato al Territorio e dell’Ambiente Regionale Ufficio Demanio Marittimo con sede a Catania in Piazza San Francesco di Paola. Sarebbero loro l’organo preposto.
Oggi è una giornata di non ricevimento, ma gentilmente ci fanno accomodare. Ci accoglie una gentilissima dipendente, alla quale chiediamo lumi circa il degrado dell’ex lido Club della Stampa. Ella, alla nostra domanda risponde con un’altra domanda, ovvero: “come mai solo adesso qualcuno si lamenta del degrado?” Noi rispondiamo che, ovviamente, dopo circa un anno e nulla si muove, tranne i topi che passeggiano tranquillamente tra le macerie, era ovvio che arrivassero delle proteste. Comunque, ci fa accomodare e dopo un po’ ritorna (chissà con chi avrà parlato?), e con il sorriso in bocca ci dice: “questo ufficio non è autorizzato a rilasciare alcuna intervista. Solo l’ufficio stampa regionale di Palermo può. Dovete rivolgervi a loro”.
A questo punto andiamo via più che sbigottiti perché peccato che l’ufficio stampa della Regione Siciliana è stato azzerato già da tempo, e quindi svuotato. Ma questo è un fatto noto. Quindi, su quanto vi abbiamo scritto pare che non avremo mai risposte. Forse per questo nostro “ficcanasare” abbiamo sollevato un po’ di pulviscolo? Gatta ci cova? Per il momento, e solo per il momento, è tutto.
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