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CATANIA “GIORNALISMO PERBENE”, TRAGEDIE FAMILIARI: DIRITTO DI CRONACA, MORALE E DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Pubblicato il 25 Agosto 2014
di Ignazio De Luca.
Dopo oltre 72 ore della tragedia familiare di San. Giovanni La Punta, una magnifica riflessione di Sergio Mangiameli su “Ctzen”, obbliga IeneSicule, che altrimenti, per scelta editoriale, non avrebbe scritto un rigo, uno, sul terribile episodio familiare, ad entrare nel dibattito apertosi.
Anche chi scrive ha una figlia dodicenne e per lavoro trascorro almeno 4/5 ore al giorno sul web, in cerca di qualsiasi notizia. Da venerdì mattina del 22 agosto, ho invece evitato accuratamente, anche il trafiletto di poche righe che si riferisse alla tragedia.
Tutto ciò fino alla tarda serata di domenica, quando leggo Sergio Mangiameli e come un pugno ben assestato al plesso solare, mi manca il fiato, quando leggo “della spudoratezza consumistica di un sito d’informazione cittadino, che pubblica dopo poche ore la foto della ragazzina uccisa(12 anni n. d. a.)”.
Incredulo, ma pienamente consapevole della realtà rappresentata, sospendo la lettura e con un clic, vado sul sito di propaganda, ops ..”d’informazione” cittadino e mi ritrovo in primo piano e a tutta pagina la foto della sorella (14 anni)sopravvissuta, con nome e cognome, per la richiesta di “sangue zero negativo”.
Frastornati, ma con una sorda rabbia che comincia a fare capolino, torno con un clic sul pezzo di Sergio Mangiameli per continuare a leggere “se il limite legale sul diritto-divieto di pubblicazione diventa incerto (c’è la foto su una piattaforma sociale nel web e la sorella maggiore è in vita), il bordo della morale che imporrebbe il rispetto della morte violenta di una minorenne in una storia del genere, è finito sotto i piedi in onore al dio Clic, che chiama folle di discepoli della visione e della pubblicità”.
Non conosco personalmente Sergio Mangiameli, ma ictu oculi, mi ero reso conto, da subito, di non leggere del solito propagandista o “ladro” incolla o ancora peggio con la nota già scritta delle cose da pubblicare, che sono costretto a sorbirmi giornalmente.
Risultato: le pacate e amare riflessioni, di Sergio Mangiameli, sulla tragedia familiare di San Giovanni La Punta, ne suscitano in me altre, come al solito “oblique ” per i giornalisti “perbene” a giorni alterni, con le regole e la morale variabile con la stessa fermezza, identica al ritmo impresso dallo studio centrale da Roberto Bortoluzzi, alla trasmissione che fu “tutto il calcio minuto per minuto”.
Questi eroi della televisione, della carta stampata e del web, giornalisti “perbene”, aventi un concetto di morale simile al comparaggio di certe confraternite, che non vedono, non sentono, non parlano, se il giornalista “perbene” fa parte del “cerchio magico”, ma è anche”fighetto”, auto referenziale, cinico al punto giusto, e poi dulcis in fundu, con le conoscenze nei posti strategici.
Questi giornalisti “perbene” moralisti, pavidi e benpensanti, si accorgono, si, che in spregio dell’abbecedario della deontologia professionale, il”fighetto”, pubblichi le foto, le generalità complete di due minorenni. Ma tra compari su andiamo, mica le scrive Ignazio De Luca? La colpa, anzi è tutta di Benanti, dovremo inventarci qualcosa per metterlo a posto! Che cosa? Per ora osserviamo, prima o poi troveremo qualcosa!
Che volete questo mese di agosto, tornando al campione di deontologia, con l’evento tragedia, si stracciaranno tutti i record di accessi, per la gioia degli sponsor e del conto in banca. Se poi si proviene da ambienti in cui i “valori”, Dio, Patria e Famiglia, quelli veri che appena si pronuncia il sostantivo, i polsi tremano e si scatta come una molla sull’attenti, beh potrebbe essere un problema ma uno, col vento in poppa professionale, non può arrestarsi su questioni di principio o di regole, perché per ora, almeno in Sicilia, sono sospesi.
Quando il presidente del consiglio di disciplina siciliano, risulta essere un “giornalista” che incarna in sé conflitti quasi alla stregua di Berlusconi appena entrato in politica, un segretario provinciale di rari e inutili comunicati roboanti oltre a pseudo incontri letterari, un presidente dell’ordine regionale che continua a “guerreggiare” con Crocetta per i 21 licenziamenti, malgrado il Presidente, in questa vicenda, abbia la stessa vitalità di un pugile messo al tappeto, di cosa potrebbe preoccuparsi il “fighetto”?
Potrebbe iniziare a preoccuparsi di Ignazio De Luca, che presenterà esposto al consiglio Nazionale dell’ordine.
Alla famiglia “sventrata” anche da questa vicenda mediatica posso solo ricordare che ha 90 giorni di tempo, da venerdì 22 agosto u. s., per la querela in sede penale, e 60 mesi per quella civile, che è quella che il “fighetto” temerà di più.
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