di iena assonnata marco benanti Preso dalle sue quotidiane “direttrici di vita” (il libretto degli assegni e il santino di Sant’Agata) il catanese”sperto” forse non vede alcune cose. Alcune cose evidenti, palesi, e anche un po’ ridicole. Quelle che accadono a Palazzo e nell’amministrazione pubblica. Malgrado la “visione onirica-mediatica”, Catania continua ad essere una “città […]
Catania, giustizia lavoro. Un disastro. La Funzione Pubblica Cgil lancia l’allarme. E fa precise richieste
Pubblicato il 05 Ottobre 2012
Presa di posizione del sindacato su un problema molto sentito in città: “il dimensionamento dovrà avvenire anche in base alle cause pendenti e al numero stesso dei magistrati”…Ecco quanto arriva dalla Cgil:
“Lavoratori e cittadini pagano già un prezzo altissimo per i ritardi nei procedimenti nella sezione Lavoro del Tribunale di Catania. Il dimensionamento dovrà avvenire anche in base alle cause pendenti e al numero stesso dei magistrati. Sono elementi che non possono essere sottovalutati”. Ad intervenire sono il segretario generale della Fp Cgil di Catania, Gaetano Agliozzo e il segretario provinciale del comparto Giustizia Giovanna Marù, che in una nota si dichiarano in “posizione di piena condivisione con l’Agi, l’Associazione dei giuslavoristi italiani, che in questi giorni ha divulgato un documento ufficiale dove si leggono chiaramente i dati che parlano più di tutti. Più volte abbiamo dovuto condurre battaglia legate a locali inadeguati e a carenze strutturali insufficienti”.I dati dell’AGI parlano chiaro: a fronte di un contenzioso pendente di 24.693 cause, che sale a 25.383 con i procedimenti speciali e cautelari, la pianta organica di Catania prevede soltanto dieci magistrati. “Ma sono ben lontani i tempi in cui possiamo ricordarci la presenza contemporanea di dieci giudici di primo grado! Attualmente di magistrati ve ne sono soltanto sei, e fra loro due hanno preso servizio presso la sezione solo da pochi mesi. Riesce difficile comprendere come possa essere divenuto operativo, nel luglio 2012, il trasferimento contestuale di ben tre magistrati, prima che gli stessi siano stati sostituiti – si legge nel documento dei giuslavoristi, condiviso dalla FP Cgil– . Di fatto, avendo i sei giudici rimasti già un carico di procedimenti abnorme, non sono in grado di assorbire anche i fascicoli dei giudici trasferiti, che, come recita un mesto cartello attaccato a tutti i muri del Tribunale, sono rinviati a data da destinarsi. Questo significa un congelamento sine die di procedimenti già pendenti da molti anni, spesso pronti per essere decisi. Se il caso dei trasferimenti è quello che più mette in ginocchio la sezione, é chiaro che con questo organico qualunque evenienza (malattie, maternità etc) crea problemi gravissimi per la impossibilità del turn over. Questo, secondo i dati forniti dallo stesso Ministero, fa di Catania la pecora nera fra i tribunali del lavoro, con una media di quattro anni per definire un giudizio, a fronte di una media nazionale di un anno e sei mesi. Ma una distribuzione razionale delle risorse, che tenga presente l’obiettivo della efficienza, nel determinare le dotazioni organiche degli uffici non può ignorare il numero di procedimenti pendenti e l’effetto che su tale numero hanno le modifiche legislative via via introdotte”.
Secondo l’Agi nessun tribunale italiano presenta una situazione assimilabile a quella di Catania, già segnalata in passato dagli stessi magistrati, nella totale indifferenza di tutte le istituzioni.
Del resto il contenzioso, già in aumento per la introduzione dei termini di decadenza dall’azione per le impugnazioni dei licenziamenti, è destinato a crescere, vuoi per le ulteriori recenti riforme (introduzione di un rito breve obbligatorio per i licenziamenti), sia per la nota situazione di crisi economica, che investe pesantemente il tessuto imprenditoriale siciliano. Non è messa meglio la dotazione del personale di cancelleria, che consta, oltre il direttore amministrativo, di sole 14 unità. Il che fa di ogni assenza un evento drammatico, rende impossibile adibire stabilmente personale all’archivio, costringe ad affidare la iscrizione a ruolo ad una sola persona ed il rilascio delle copie, rispetto ad un numero così ingente di procedimenti, a due operatori. Per non parlare della presenza di un solo commesso per la movimentazione dei fascicoli. Insomma la situazione è di grande allarme e richiede un intervento immediato e non più procrastinabile”.
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