Guarda guarda cosa accade….(nella foto Mario Bucolo)
di Marco Benanti Iena Innovativa
Oggi, a Catania, si sono inaugurati -in pompa magna con tanto di presenza del sindaco Bianco- i nuovi locali dell’acceleratore d’impresa Working Capital, di proprietà di Telecom Italia ed ospitato proprio nei locali della centrale telefonica di via Novara.
Da giorni il web, ed in particolar modo FaceBook, sono in fibrillazione per l’apertura del più grande acceleratore del sud, la”casa dell’innovazione”, wow!
Abbiamo più volte scritto di Working Capital, per esempio quando Bianco è andato a visitarlo, subito prima e subito dopo le elezioni comunali, ospitato dal grande capo Salvo Mizzi (all’epoca candidato alla Camera nella lista di Monti). Mizzi è un catanese in vista nel mondo delle startup, l’unico che è riuscito a far spender soldi a Mario Ciancio in una sua avventura imprenditoriale di qualche anno addietro. Mizzi è anche famoso per aver organizzato alcuni anni addietro gli Stati Generali dell’innovazione, fortemente voluti dall’allora sindaco Stancanelli e poi fortemente criticati da chi vi aveva partecipato (un’intera pagina su La Sicilia) per la mancanza di concretezza nel dar seguito a quanto scaturito dagli stessi Stati Generali.
Ora Mizzi gestisce, alle dipendenze di Telecom Italia gli acceleratori Working Capital in Italia. Naturalmente oggi era presente, facendo gli onori di casa, all’inaugurazione dei nuovi spazi di Working Capital.
All’evento era andato anche Mario Bucolo, nostro lettore e consulente ma sopratutto personaggio molto in vista a livello internazionale nel mondo delle startup. Bucolo, amministratore e fondatore della startup PhotoSpotLand, proprio la scorsa settimana è stato tra New York e Milano a presentare, anche alla presenza del console italiano a NYC, le ultime novità della startup. Nell’ambiente è noto come Bucolo sia molto critico verso Working Capital di Catania sopratutto perché, impressione di molti del settore, invece che unire e far sistema Wcap Catania divide ed in pratica viene gestito in modo molto chiuso e poco aperto alle realtà imprenditoriali che non si adeguano alle loro ”visioni”.
Abbiamo incontrato Mario Bucolo subito dopo la sua visita a Working Capital Catania e ci ha spiazzato raccontandoci il caloroso benvenuto di Mizzi & c. inevitabile intervistarlo, in esclusiva.
Bucolo, intanto come mai ti sei azzardato ad andare in visita a Working Capital?
“Benanti, è sempre un’importante realtà del sud ed a Catania, pur avendoli sempre criticati sai che io sono molto attivo anche sul territorio e quindi sono andato a render onore ai loro sforzi dimensionali, sperando peraltro che la mia visita fosse l’inizio di una sempre possibile collaborazione per il bene dell’ecosistema locale delle startup. Io sono sempre una persona collaborativa al massimo, critico proprio chi, invece che unire, divide, così come stanno facendo a Working Capital Catania. Dove se non si è tra i loro adepti si diventa invisibili…per fortuna solo a loro, di certo non a chi di
impresa se ne intende ed ai media.”
E quindi, dicci, sei andato a trovarli all’inaugurazione e cosa è successo?
“Intanto, è il caso di specificare che sapevo di incontrare diversi amici e colleghi, alcuni anche di conoscerli live per la prima volta dopo collaborazioni e conoscenze virtuali. Ero stato anche invitato da vari amici e poi avevo concordato con uno degli organizzatori dello startup weekend di promuovere un nostro annuncio per ricerca di programmatori, mi ero anche prenotato per l’inaugurazione attraverso il sistema che avevano messo a disposizione (e questo risulterà importante successivamente). Arrivato, peraltro in ritardo, verso le 12:30, all’inaugurazione, incontro e saluto – appunto – vari amici e vado a cercare gli altri. Con l’amico M.N. faccio un giro veloce dei nuovi locali complimentandomi per la nuova struttura. Incontro Salvo Mizzi, lo saluto cordialmente e gli faccio i complimenti per la
struttura. Da uno che ha sempre criticato, ricevere la visita ed i complimenti beh mi sembrava un bel gesto…invece no. Dopo qualche minuto, mentre sto parlando con vari colleghi, arriva Mizzi e – scuro in volto – mi dice “vieni ti devo parlare”. Vado con lui e mi dice “te ne devi andare, non sei gradito”, al che visto la piega che stava prendendo la situazione faccio in tempo a registrare il resto della ”conversazione” (per come ammesso dalla Corte di Cassazione con
sentenza 18908 del 13 maggio 2011). Gli dico che vorrei almeno salutare chi mi aveva invitato ed alcuni relatori che conosco bene, Mizzi si spazientisce e chiama in suo soccorso due ragazzi di Wcap, uno è Mario Scuderi cogestore della struttura catanese, l’altro non lo conosco. A questo punto diventa evidente che la cosa era preparata, mi aspettavano (ecco il riferimento al biglietto che avevo preso) perché non solo Scuderi non dice e non chiede nulla, il perché etc, ma
l’altro ragazzo (peraltro mettendomi le mani addosso finché non l’ho minacciato di denunciarlo) ripete le stesse cose di Mizzi “lei non è gradito, se ne deve andare” senza aver sentito dirlo dal Mizzi stesso, quindi era proprio palesemente preparato il comitato di benvenuto. Richiedo a Mizzi il perché dovrei andarmene e mi dice, registrato, “lo sai bene, è inutile che te lo dico”, si offre di accompagnarmi all’uscita ed io, essendo una struttura privata, vado via senza problema.”
Quindi Mizzi & company erano lì pronti al varco ad aspettarti?
“Beh, sembra proprio di si. Veramente un comportamento anomalo, per andare su eufemismi. Ma come, “calo le corna”, vado a render onore alla struttura e questo è il trattamento? Evidentemente Mizzi in quei momenti non deve essersi reso conto di rappresentare Telecom Italia”.
In che senso, spiegati.
“Beh, si trattava pur sempre di un’inaugurazione open, che vengano fatti simili trattamenti, addirittura mettermi le mani addosso per buttarmi fuori, non credo sia una cosa ben vista da Telecom”.
Ne sei sicuro?
“No, ma ho provveduto a chiamare la segretaria dell’AD di Telecom Italia, Marco Patuano, per informarli e chieder ragione di quanto successo e del trattamento subito. Ora non so se il Dott. Patuano prenderà provvedimenti ma certamente percepirà come Telecom, attraverso il comportamento di Mizzi & c. non c’ha fatto di certo una
bella figura. Se questa è la “casa dell’innovazione”, se questo è voler lavorare per un sistema territoriale beh…Mizzi ha propriopreso una deriva, per come si è comportato ed espresso. Io mi sono limitato a lasciare i miei riferimenti ed a metterle a conoscenza il vertice di quanto successo, chi ha ricevuto la mia telefonata è rimasto altrettanto perplesso. A modo suo Mizzi forse voleva umiliarmi ma ha ottenuto l’effetto opposto, certo non mi attendevo il red carpet ma evidentemente il mio render onore a loro è stato molto più elegante ed onorevole della loro accoglienza.”
Beh che dire, non credo ci sia nulla da aggiungere un episodio veramente disdicevole, alla faccia dell’innovazione.
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