p style=”text-align: justify;”>Una conferenza stampa (nella foto sotto) che “accende” i fari su una vicenda che magari al Palazzo vorrebbero “sotterrare”…
di iena antibluff Marco Benanti
L’assessore comunale ai lavori pubblici Luigi Bosco, in quanto principale responsabile del fallimento, vada a casa e il presidente del consiglio comunale convochi su quanto accaduto al Tondo Gioeni un consiglio straordinario nel corso del quale il sindaco Bianco riferisca. Finalmente, l’opposizione di centrodestra fa sentire la sua voce sul clamoroso flop dell’abbattimento del cavalcavia e di un sistema viario alterato e “saltato”, con disagi in serie per migliaia di catanesi. Una vicenda emblematica di una città “addormentata” dalla propaganda di Palazzo e che ora rischia di pagare per anni disagi e costi aggiuntivi per gli spostamenti. E tutto questo a pochi giorni dall’apertura della scuola…Stamane, nella sala Coppola, l’ opposizione di centrodestra, con i capigruppo Mario Chisari(Grande Catania), Manlio Messina (Pdl), Alessandra Messina (Tutti Per Catania), assieme ad altri consiglieri del centrodestra a Palazzo degli Elefanti, hanno affrontato il tema del Tondo Gioeni. E sono arrivate parole dai toni forti. “Superficialità senza precedenti, assenza di pianificazione” : ha esordito così Mario Chisari, il quale ha altresì ha sottolineato “il silenzio assordante del sindaco Enzo Bianco che non dice qual è il progetto definitivo, lascia tutto agli assessori.” E subito il nome che è venuto fuori è stato quello dell’ing. Luigi Bosco, assessore ai lavori pubblici. Cosa accadrà? Si farà la rotatoria, ma si è detto che già si sa che non è sufficiente per un nodo dove passano ogni giorno 120 mila vetture.
E allora? “Registriamo un’approssimazione totale sulla pelle dei cittadini” ha continuato Chisari. Ma oltre all’abbattimento, alla mancata pianificazione, sull’iter seguito non c’è nulla da dire? Manlio Messina ha evidenziato perplessità anche sulla procedura adottata dall’amministrazione Bianco, parlando di “incongruenze che vengono fuori da carte che hanno anche loro dell’amministrazione”. E poi la velocità per l’abbattimento, per una struttura di grande impatto viario, senza la preventiva simulazione del flusso veicolare: Messina è andato giù duro. Anche perché qual è la soluzione che viene fuori per il traffico? Ci stanno ancora studiando? C’è il sottopasso –ha ricordato il capogruppo del Pdl- ma non si conosce né il progetto, né il finanziamento al riguardo per realizzarlo.Ha specificato altresì Messina: “sui sottoservizi hanno proceduto non rispettando il regolamento del consiglio comunale che prevede l’obbligo per la ditta di chiedere l’autorizzazione all’ufficio del traffico urbano per sapere cosa c’è sotto il suolo. Non è stata rilasciata perché non è stata chiesta”.E che dire dei cavi dell’alta tensione: ci vuole tempo per spostarli, ma soprattutto fondi a carico dell’amministrazione. Dove sono? Altre domande di Messina che ha evidenziato ancora come si sia fatta “la conferenza per i sottoservizi una settimana dopo l’abbattimento del ponte. Tutto questo è poco professionale, è assolutamente fatto grave”. Poi, c’è stata l’ipotesi del cambio orari delle scuole: quando? A pochi giorni dall’apertura delle stesse? Si è chiesto il capogruppo del Pdl.
Poi, il flop del Tondo Gioeni si porta assieme il fallimento del Brt, “affossato” in mezzo al traffico.Ma allora perché si è fatto tutto questo? Perché è accaduto se esiste una relazione tecnica del Dica (Dipartimento Ingegneria Civile e Ambientale) dell’Università che concludeva –due anni fa, non duemila anni fa- per il consolidamento e non per l’abbattimento del ponte?La risposta venuta fuori è quella di un approccio mediatico della nuova amministrazione.Bianco –secondo Chisari- è stato “preso dalla bramosia di voler apparire, di volere fare un colpo ad effetto per fare impressione i cittadini catanesi”. Così “delle relazioni tecniche presenti se ne è infischiato e di una scelta tecnica ne ha fatto una scelta politica”.Il capogruppo di “Tutti per Catania” Alessandro Messina ha ricordato gli effetti sugli allarmi lanciati dall’amministrazione comunale. Qualcuno gli ha chiesto: “ma è vero che ‘u ponte sta cascannu?”Un cavalcavia che era talmente “pericolante” (hanno detto dal Palazzo) che ci sono volute ore e ore per tirarlo giù con enormi pinze meccaniche. Proprio un ponte cadente…
Un operaio –ha riferito Messina- mi ha detto: ” ‘sto ponte non può cascare manco che bumme!”. Aggiungiamo noi che qundo la propaganda di sostituisce alla scienza si può anche raccontare di un ponte cadente, ma pieno zeppo di acciaio…Non a caso, la giunta Stancanelli aveva optato –sulla base di valutazioni tecniche, supportate dalla relazione del Dica- di non abbattere il ponte, ma di consolidarlo. Come ha ricordato anche l’ex assessore comunale ai lavori pubblici Giuseppe Marletta. Una linea tecnica seguita anche nel suo intervento dall’ing. Giacomo Guglielmo, già esperto della mobilità dell’amministrazione Stancanelli. Guglielmo ha altresì detto che occorrebbe verificare il livello di inquinamento nella zona –ormai affondata nel traffico- dove insistono scuole, uffici, abitazioni. Non solo: ma Guglielmo ha affermato che non è vero che il consolidamento sarebbe costato di più e che avrebbe bloccato la circonvallazione. Ora, invece, la prospettiva di un sottopasso significa soldi e tempi in più, anni di lavoro. E di disagi. Che fare? “Se fossi io il responsabile deciderei per rifare il cavalcavia. Farebbe meno danno erariale” ha detto Guglielmo. Un paradosso? Mica tanto…A proposito: Alessandro Messina ha annunciato anche che saranno richieste, durante il consiglio straordinario, le bolle del conferimento in discarica del materiale derivato dall’abbattimento del cavalcavia.
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