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Catania il clamoroso flop del Tondo Gioeni, Sergio Serafini (ex assessore Stancanelli): “chi sbaglia deve pagare”
Pubblicato il 05 Settembre 2013
Dopo settimane -e dopo i nostri servizi (oggetto anche di ironie da parte degli “intelligenti sinistri”)- esplode il caso del cavalcavia.
Un abbattimento che ha messo con il culo per terra la città. Ecco cosa dichiara un ex componente della passata amministrazione (nella foto):
“Raffaele Stancanelli fosse stato Sindaco di una Città normale, per quello che ha fatto, sarebbe stato rieletto con l’85% dei consensi – dichiara l’ex Assessore all’Innovazione tecnologica, Nuove arti e culture e Accoglienza Turistica del Comune di Catania.
Raffaele Stancanelli ha sempre affrontato ogni problematica con raziocinio e con dati alla mano, senza farsi prendere da manie di populismo e popolarità.
Ricordo bene quando si parlò di Ponte, quando vennero commissionati studi sia all’Ufficio Viabilità del Comune sia all’Università di Catania. Ricordo la grande dignità morale, politica e civica con la quale venne presa la decisione di non abbattere il Ponte.
Al contrario invece, questa amministrazione ha voluto subito caratterizzarsi per la discontinuità (ove gli era consentito) con la precedente Amministrazione.
Vorrei smentire l’Ing. Bosco sulla necessità del consolidamento del Ponte che è una delle falsità più assurde che si possano raccontare ai Cittadini.
L’Università di Catania aveva individuato nel Ponte una delle strutture tra le più sicure di tutta la Città. L’esigenza quindi di abbatterlo è solo e solamente politica.
Quella stessa politica che ora deve prendersi la responsabilità di questo disagio vergognoso.
Noi creammo qualche mese di disagio, ma lasciammo in eredità un servizio come il BRT che è tra i più graditi e apprezzati dai Cittadini. Loro invece hanno abbattuto il Ponte senza avere un piano serio ed alternativo del traffico e comunque prevedendo di aumentare il debito già molto pesante del Comune di Catania.
E’ bene che i Cittadini sappiano che hanno perso l’occasione di avere un’Amministrazione rigorosa e non prona ai poteri forti ed agli interessi particolari a discapito di un’Amministrazione interessata a costose operazioni d’immagine. Sempre che queste non diventino un boomerang.
Ora è bene che i responsabili rispondano di questo scempio e si prendano le proprie responsabilità. Ponendo veloci correttivi o dimettendosi. In politica, come nella vita, chi sbaglia deve pagare.”
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