Catania, il dramma dell’ex collaborante Piergiorgio Pantano

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Clamoroso gesto dell’uomo, ex pentito. Ore su un cornicione, su un palazzo del centro cittadino, minacciando di buttarsi giù. Una vicenda che affonda le “radici” nella storia “nera” di Cataniadi Iena Catanese

Dopo ore di attesa e di trepidazione è finita la clamorosa protesta di Piergiorgio Pantano, 47 anni, ex collaboratore di giustizia, che stamane è salito, sembra utilizzando un ponteggio, sul cornicione di un palazzo in ristrutturazione, nei pressi di piazza Università, nel centro di Catania, minacciando di buttarsi di sotto. Alla fine, dopo vari tentativi di convincimento delle forze dell’ordine e dei giornalisti, è sceso con la scala mobile dei vigili del fuoco (nella foto).Per ore Pantano è rimasto sul tetto di “Palazzo Gioeni” gridando di voler parlare con i giornalisti. Sul posto sono intervenuti polizia, carabinieri e vigili del fuoco. Verso le 14 Pantano ha “dettato” dall’alto ad un gruppo di cronisti rimasti sotto il palazzo il testo della sua denuncia: l’uomo ha sostenuto di avere subito intimidazioni e ha chiesto il ripristino del programma di protezione (da tempo l’uomo n’è uscito) e la scorta. Ha chiesto anche di volere parlare, oltre che con i giornalisti, con il procuratore della Repubblica Giovanni Salvi.Pantano, non e’ nuovo ad iniziative eclatanti. Più volte, dal maggio del 1993 all’aprile del 1997, ha minacciato di buttarsi dal tetto del Duomo di Catania, dopo la sospensione del programma di protezione. Arrestato una prima volta nel 1986 e condannato per appartenenza ai nuclei armati proletari, l’anno successivo si dissociò dal terrorismo e nel 1995 collaborò con la magistratura nelle indagini su delitti della mafia a Catania. Tre suoi fratelli furono uccisi in agguati.Nel 1995 Pantano dovette trasferirsi da Belluno in una località segreta nel Nord Italia dopo alcune denunce su presunte molestie sessuali da cui fu prosciolto. Il 17 gennaio del 1996, sempre a Belluno, tentò il suicidio in una camera d’albergo. Alcuni mesi dopo gli fu sospeso il programma di protezione. Nel 1997 aveva annunciato, ma poi ritirato, la sua candidatura a sindaco e a consigliere comunale a Catania.

La sua storia è molto dolorosa: l’uomo è apparso molto provato e sembra che da tempo abbia difficoltà economiche e di salute. Da segnalare i commenti sarcastici e talora oltre il cinismo di non pochi passanti che hanno assistito alla scena, senza interessarsi alla vicenda. “Normale” amministrazione, soprattutto a Catania.

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Redazione Iene Siciliane

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