Catania, il fallimento del Tondo Gioeni: a quando la rotatoria? Fra uno, due o tre mesi?

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Intanto, la gente reale -quella che vive e non sta in salotto- passa giornate di incazzature feroci…come ieri e oggi….di iena di strada

Sulla fallimentare operazione del Tondo Gioeni, che ha messo col culo per terra mezza città (a parte una quota di salottieri che da “sinistra” si sono spostati -“in modo rivoluzionario”- in centro), il Palazzo sta continuando la sua opera mirata a coprire tutto o quasi, con “fumo” azioni per sviare l’attenzione (ultimo in ordine di tempo, un “tavolo per l’emergenza sismica” nelle scuole, problema autentico e non mediatico, per il quale attendiamo azioni concrete e rapide come quelle fatte per buttare giù il ponte del Tondo Gioeni).

Sul cantiere, intanto, incombe la questione dei sottoservizi: quello del gas e quello dell’Enel. C’è da spostare condutture: operazioni che costano. Soldi e tempo. Ergo: la famosa rotatoria -che non risolverà comunque il caos auto creato dall’abbattimento- rischia di vedere allungati i propri tempi di realizzazione. In attesa sempre di un sottopasso, da via Caronda in via Grassi, che solo chi vuole prendere per il culo il suo prossimo può dire di poter realizzare in un anno.

Ma c’è di più: sulla data di realizzazione della rotatoria dal Palazzo sono arrivati annunci diversi. Si è cominciato con il 15 ottobre, poi si è dato appuntamento a novembre, poi ancora a fine ottobre, alcuni hanno già detto dicembre. Insomma, anche sulla data di ultimazione lavori della “rotonda” l’amministrazione comunale ha mostrato il connotato di fondo della sua azione: l’improvvisazione. La non pianificazione, l’andare a tentativi.

Di certo, ci sono i disagi in serie, i costi aggiuntivi per affrontare file o percorsi alternativi (in un periodo di crisi economica), le imprecazioni dei catanesi (qualcuno ieri su facebook lanciava “messaggi” non proprio d’amore contro il sindaco…)

che devono affrontare ogni giorno file e rallentamenti sulla circonvallazione.

Oggi pomeriggio -per fare due chilometri scendendo da Nesima- c’è chi ha impiegato 30 minuti!

In una città che si volesse bene -con cittadini “non tifosi” con i paraocchi di chi comanda, ma usciti dalla infantile “logica da stadio” (se stai con me mi dai ragione sempre, se sei contro di me mi dai torto sempre) che domina l’italietta- l’amministrazione sarebbe chiamata a rispondere politicamente del proprio operato, dei danni che ha provocato e sta provocando a decine di migliaia di persone in carne ed ossa. Ma Catania è oggi -più che mai- provincia di un paesello di squallide fazioni.

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Redazione Iene Siciliane

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