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Catania. Il processo per il noto “buco di bilancio” si trasforma in un buco nell’acqua! Assessori, giustamente, tutti assolti
Pubblicato il 07 Aprile 2014
di iena politica
Alla fine tutti assolti e nulla di fatto che passerà alla storia. Il processo per il buco di bilancio al Comune di Catania si tramuta in un buco nell’acqua visto che tutti gli assessori comunali dell’ex sindaco Umberto Scapagnini sono appena stati assolti dalla Corte d’Appello di Catania con la formula “perché il fatto non costituisce reato”.
Unica condanna confermata, seppur rimodulata, è quella inflitta all’ex, in quanto ormai in pensione, ragioniere capo del Comune di Catania, Vincenzo Castorina, condannato ad un anno e otto mesi di reclusione. Pena sospesa per lui.
Sono ben tredici gli ex assessori assolti, componenti di più giunte comunali varate dallo storico medico di Silvio Berlusconi (per il defunto Umberto Scapagnini i giudici hanno invece disposto il non doversi procedere per sopravvenuta morte dell’imputato): Francesco Caruso, Giuseppe Arena, Santo Li Gresti, Giuseppe Maimone, Giuseppe Siciliano, Gianni Vasta, Filippo Drago, Stefania Gulino, Mimmo Rotella, Salvatore Santamaria, Nino Strano, Mario De Felice e Giuseppe Zappalà.
Tanti anni di processo, quindi, per nulla. E’ questa la giustizia che vogliamo? Quanto è stato speso per indagare prima e processare poi gli assessori della giunta Scapagnini? Chi ripagherà questa gente dei tanti anni di sofferenza e delle occasioni mancate per via della gogna mediatica?
Sono stati assolti, è vero, ma alla fine il processo per loro è stato la vera pena. Ingiusta, a questo punto, vista l’assoluzione della Corte d’Appello. Giuseppe Arena, per esempio, non è stato rieletto al Parlamento regionale siciliano per una manciata di voti: quanto ha influito su ciò il processo per il buco di bilancio? Filippo Drago, sindaco uscente di Aci Castello, ha dovuto attendere sino ad oggi prima di potersi dedicare alla campagna elettorale che potrebbe aprirgli le porte del secondo mandato. Gente perbene, su tutti l’editore Giuseppe Maimone, ha vissuto con tanto amarezza questi anni di processo.
E noi di ienesicule, sempre pronti a smascherare le malefatte amministrative, in questa occasione avevamo esternato tutte le nostre perplessità. E’ normale che il politico vota lo schema di bilancio, peraltro predisposto dagli uffici, dopo essersi accertato che esso sia corredato dei pareri del capo area e del funzionario competente. Sono loro che ne capiscono di conti, mica l’assessore ai Servizi sociali o alla Pubblica Istruzione o alla Polizia municipale!
E poi, altra anomalia: a processo finiscono sindaco e assessori che approvano l’atto d’indirizzo mentre altrettanto non è avvenuto per i consiglieri comunali che hanno votato in aula il Bilancio e lo hanno approvato definitivamente. Con quale criterio? Qual è la differenza tra il voto dell’assessore e quello del consigliere? E poi, ancora, l’unico assessore che in qualche modo avrebbe ipoteticamente potuto capirne di bilancio è proprio quello con la delega al Bilancio …ma era subito stato assolto!
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