Catania, il sindaco contro i deboli (ancora una volta): stavolta nel “mirino” i lavavetri. Critiche dalla Caritas


Pubblicato il 17 Maggio 2012

Stancanelli lancia in resta contro i poveracci: a quando la battaglia contro le pulci?Padre Valerio Di Trapani: “la città non si limiti a una sbrigativa e superficiale ordinanza, ma scelga la via di una paziente e faticosa ricerca di soluzioni”

di Iena Ambulante, Marco Benanti

Il primo cittadino di Catania è in campagna elettorale. E cerca consensi facili. Come con l’ordinanza che vieta l’attività di lavavetri e venditori abusivi su aree stradali ad uso pubblico. Il provvedimento –ufficialmente- mira a contrastare un fenomeno largamente diffuso, soprattutto in prossimità degli incroci viari regolati da semafori, al fine di salvaguardare l’incolumità e la sicurezza pubblica. Insomma, una vera emergenza! In una città che è una delle “capitali dell’illegalità” italiana.Comunque, da oggi su disposizione del sindaco Stancanelli e dell’assessore Pesce, gruppi di agenti della polizia municipale vigilano sul rispetto dell’ordinanza. Ai contravventori, ferma restando l’eventuale applicazione delle sanzioni penali e amministrative, verrà irrogata anche una multa di 50 euro e la misura cautelare del sequestro con la confisca del denaro provento dell’attività e delle attrezzature impiegate. L’ordinanza è già stata inviata al Prefetto e al Questore per essere fatta osservare da tutte le forze dell’ordine.Ecco cosa ha dichiarato il sindaco:”Interveniamo per contrastare un fenomeno ormai troppo vasto per potere essere arginato solo con l’attività ordinaria della polizia municipale. Non vi è alcun intento vessatorio nel volere fare rispettare le regole della convivenza civile, ma sono ormai centinaia i cittadini che sono stati oggetto di vere e proprie aggressioni che ci hanno segnalato il fenomeno e suggerito di intervenire in maniera più decisa. E’ evidente però che solo un’azione corale di tutte le forze dell’ordine può ristabilire condizioni di sicurezza tali che mettano i cittadini in condizioni di potere girare tranquillamente per la città e questo provvedimento vuole essere un ausilio all’azione di contrasto all’illegalità che quotidianamente tutte le forze dell’ordine e i nostri vigili urbani svolgono con serietà e rigore”.Bene, ecco invece, come la pensa il direttore della Caritas diocesana di Catania, padre Valerio Di Trapani: “da più parti mi viene chiesto un intervento pubblico per esprimere il mio punto di vista circa l’ordinanza sindacale contro i lavavetri. È noto a tutti che la presenza di lavavetri e venditori di fazzoletti arreca disturbo alla circolazione stradale e talvolta è motivo di stress e di alterchi. Anche a me dispiace dover trovare stratagemmi per evitare, quando non serve, la pulizia del mio parabrezza; ma questa ordinanza, purtroppo, non è una soluzione, ma un’ operazione estetica.Il problema dei lavavetri, così come quello dei clochards che invadono e sporcano le strade e le panchine dei nostri giardini, dei rom, delle baraccopoli in Corso Martiri della Libertà, dei mendicanti, a mio avviso chiede alla città di affrontare il problema di una povertà sempre più dilagante, delle dipendenze patologiche crescenti, della disoccupazione, della difficoltà estrema a promuovere percorsi di inclusione lavorativa e abitativa per soggetti svantaggiati.Non mi piace che dinanzi a questi grossi problemi, piuttosto che scegliere la via di una paziente e faticosa ricerca di soluzioni, si arrivi a una sbrigativa e superficiale ordinanza. È come se si volesse risolvere i problemi dell’anzianità, proponendo un’ordinanza che imponga il lifting a tutte le persone anziane.Non voglio essere il difensore dei lavavetri, ma mi piacerebbe che gli sforzi del Sindaco Stancanelli e dell’Assessore Pennisi, che si impegnano a trovare soluzioni abitative per il problema dei senza casa, che affrontano il problema dell’integrazione dei rom, che propongono percorsi di inclusione sociale per le persone vulnerabili, non siano vanificati.”Ha aggiunto padre Valerio:”difendo invece, il diritto alla speranza di centinaia di volontari e operatori sociali che ogni giorno scendono in strada, si recano nei centri di ascolto, sudano attorno ai fornelli delle mense per garantire ad altri esseri umani poveri e vulnerabili un pasto caldo; loro hanno diritto a sperare che come Johannes, Giuseppe, Ramsami, Salvatore, hanno risolto i loro problemi che li costringevano a vivere sotto i portici, così anche altri possano fidarsi di una città che ha a cuore le loro sofferenze.Voglio invitare il signor Sindaco a non trasformare Catania in una città superficiale, ma ad educare i cittadini a non girare lo sguardo dall’altra parte. I lavavetri rappresentano la povertà dilagante che bussa alla nostra porta e ci fa paura. Sono la personificazione dei rimorsi della nostra coscienza che si interroga sull’ ingiustizia e sul fallimento di una società che produce povertà ed esclusione”.Dal segretario provinciale dei Comunisti-Italiani-Federazione della Sinistra, invece, Salvatore La Rosa è arrivato il seguente commento: “in una situazione di crisi nera e problemi enormi, non pensano ad altro che a spolverare gli zerbini!”Per il segretario del Pdci, “la cosa è ridicola rispetto all’impegno che comporta per i vigili e perché multare i lavavetri che chiedono l’elemosina è come sparare col cannone a una mosca: solo chi è in stato confusionale può pensare una cosa simile”.La Rosa infine ribadisce: “Una giunta che ritiene di dover prendere provvedimenti per bloccare i lavavetri ha bisogno di riposo”.Che dire? Stancanelli vuole continuare a fare il primo cittadino. E pensa bene di “mostrare i muscoli”, ovviamente contro i poveracci. Come fa da tempo. Nel frattempo, la città “perbene” si fa ampiamente -come avvenuto già in passato- gli affari suoi. La legalità è affar d’altri. E’ proprio vero: meglio forse un fascista vero che uno appena mascherato.


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