Catania industriale: figli di start up

Pubblicato il 30 Dicembre 2012

Cose da capitani e figli d’impresa, cose belle, cose spacchiuse…iena start down

Dopo aver messo le mani sull’aeroporto di Catania ecco che Confindustria cerca di mettere le mani anche sulle poche startup catanesi e siciliane. Deux-ex-machina dell’operazione Antonio Perdichizzi, il presidente dei figli degli industriali catanesi, ops scusate del gruppo giovani di confindustria catania…il lapsus era dovuto al notare molti nomi del direttivo, diretta espressione di figli di buon cognome. Il presidente-non-si-ca-cosa-faccia-nella-vita-imprenditoriale da un annetto lavora alacremente e con un presenzialismo perfetto a metter cappello sulle diverse startup che sono nate o stanno nascendo a Catania.

Giocando spesso sull’inadeguatezza esperenziale di giovani ragazzini di buona volontà, spesso instradati alla vita imprenditoriale da docenti universitari assolutamente scollegati con la realtà produttiva. A proposito di Università e di gente scollegata…ricordiamo ancora le parole dell’allora Preside di Economia, Elita Schillaci, quando si vantava di avere “la coda degli imprenditori dietro la porta del suo ufficio”. E purtroppo Catania non cambia, lo “spacchiamento” di chi è più abituato a comparire che a fare è notorio e sempre attuale.

Torniamo a Confindustria Catania (gruppo figli) che addirittura – di fatto – patrocina una fantomatica (si si esiste ma sempre fantomatica resta) associazione che si sbraccia per metter cappello su tutto, addirittura leggiamo dichiarazioni del seguente tono “è un progetto, nato dalla volontà di creare un hub che raccolga tutte le associazioni e le aziende che intendono portare avanti progetti di innovazione sul territorio Catanese. Unendo le forze, provenienti da diverse realtà, voglio aiutare tutti i giovani che intendono portare avanti le proprie idee e i propri progetti. ” forse reminescenze retroattive sul modello fallimentare Etna Valley dell’accoppiata Bianco-Pistorio-Catania. Non si capisce questi che fanno anche perché, e sembra non siamo gli unici a notarlo, sul loro sito non c’è traccia delle startup, c’è solo un elenco di persone tra cui il solito noto, capo dei figli catanesi, più altri vari non pervenuti, il solito spacchiamento di volersi considerare unici e padrini di tutti ma poi come al solito di far solo fuffa.

Ma torniamo agli “industriali” (ma poi tutte ste industrie dove sono? Per lo più ormai aziende di servizi, consulenza, terziario), tanto forte è l’interesse di metter cappello e magari salire su qualche startup che possa avere in futuro un ottimo potenziale che – udite – udite – chi salta fuori? La famiglia Virlinzi, che colta da improvviso mecenatismo (!!!) si fa convincere, dal capo dei figli, nel cofinanziare una startup di giovani fratelli (reputiamo siano in gamba, però dalle foto ci sembran più fratelli fighetti che fratelli operosi…ma siamo iene) ed esser talmente attivi da commuovere la città nel dire che alcune degli spazi commerciali del parcheggio-sventramento di Piazza Europa saranno dedicati alle Startup, wow…miracolo…i Virlinzi che scuciono qualche miserabile euro in città? Uhm…è talmente assurda la notizia che sicuramente dimostra altri loro interessi. A proposito di finanziamenti di startup catanesi…va beh…poi magari in futuro ci concentreremo su strani movimenti che, sotto il padrinaggio dell’Ex presidente della Provincia di Catania, ha permesso l’elargizione di ben 400mila euro ad un’altra fighetta col naso all’insù…ma questa è un’altra storia.

Vedremo quindi se e quanti cadranno alla corte dei figli di confindustria catania e che strada ed ambizioni ha il non-sappiamo-bene-che-fa-e-che-ha-fatto-nella-vita il di cui presidente…ah si…una cosa la sappiamo…fu tra gli artefici del flop degli stati generali dell’innovazione a suo tempo promossi dal non-mi-dimetto sindaco di Catania.