A colloquio con il senatore Pd sull’attualità politica. E sulle strategie…di iena politica marco benanti
Abbiamo “intercettato” Enzo Bianco al voto (nelle foto). Quello per le primarie di domenica scorsa. Gli abbiamo rivolto qualche domanda….
Come vede l’attuale momento a Catania?“Siamo in una fase di preparazione. Non si voterà a Catania a febbraio e neanche a marzo, si voterà probabilmente a maggio, queste sono le previsioni, tranne interventi straordinari e quindi c’è il tempo di dedicare a Catania una riflessione seria come merita.Intanto, prendo atto, con molto piacere, che ci sono alcuni pezzi –se vuole per il momento simbolici- di una certa idea di Catania che hanno deciso di rimboccarsi le maniche, come direbbe Bersani, e di scendere in campo. Mi fa molto piacere che i ragazzi di una facoltà, piuttosto che gli insegnanti della scuola pubblica piuttosto che i medici di un ospedale stiano –sulla base di un ragionamento politico, ma anche civico- prendendo posizione. Naturalmente, queste cose mi fanno molto riflettere. Vuole dire che c’è un pezzo della città che ha voglia di voltare pagina, che ha voglia di impegnarsi. La cosa più grave che può capitare a Catania è quello di vedere quel che accadrà nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, come una partita di calcio in cui i catanesi stanno sugli spalti, in tribuna e si vedono la partita e tifano per Bianco o per Stancanelli, per Berretta o per Caserta. E si guardano la partita dalla tribuna e dicono: ‘guarda come ha giocato bene questa palla Bianco o guarda che liscio che ha fatto Stancanelli”. Con questo atteggiamento Catania continua ad affondare. Non è un uomo, né un partito o una corrente e forse neanche una squadra che può risvegliare Catania dal torpore e dal dramma in cui si trova. C’è bisogno di un impegno straordinariamente forte da parte di tutta la città”Dove ha fallito il centro-destra?“Sarebbe più facile dire dove ha indovinato qualcosa.”Lei non salva nulla?“Sono passati dodici anni esatti dalla vittoria di Scapagnini e devo dire francamente è mancata un’idea alta di Catania, di una sfida coraggiosa; obiettivamente credo che nessuno lo possa contestare, dico soltanto una cosa Catania era diventata un nome, un simbolo, secondo me meritatamente, secondo qualcuno al di là dei suoi meriti anche nel panorama , non solo siciiano ma nazionale e consentitemi di dire anche a livello internazionale. La città aveva riscoperto il gusto e l’orgoglio.Adesso l’ha smarrito. Queste amministrazioni hanno peccato sostanzialmente in tutto. Ha peccato nell’ordinaria amministrazione, il numero, ad esempio, degli autobus che circolano per Catania. Lo sapete che i passeggeri che oggi, dodici anni dopo, girano sugli autobus a Catania sono la metà di quelli che giravano dodici anni fa? Solo per dare un dato. Il numero degli autobus è notevolmente ridotto, la manutenzione delle strade è sotto gli occhi di tutti, le scuole non fanno più il tempo pieno, non c’è la refezione scolastica.Sono mancati i grandi progetti, ma soprattutto i catanesi hanno perso il senso civico, l’idea e l’orgoglio di appartenere ad una comunità in cui bisogna rispettare le regole e in cui c’è una vita fortemente intensa. Questa è l’accusa che faccio alle due amministrazioni, perché, checchè dica Stancanelli, c’è una continuità politica nell’avere amministrato Catania; diciamolo francamente, il regista occulto delle due amministrazioni, sia con Scapagnini che con Stancanelli, è stato Lombardo, un azionista di riferimento che ha determinato una strategia, che la strategia del consenso ricercata sul voto di clientela, non su un progetto alto che riguarda la città. “Cosa dice a Berretta, che è sceso in campo?“Gli faccio un ‘in bocca a lupo’, sono molto contento di questa sua determinazione, vada avanti con la passione, l’entusiasmo, il calore che lo contraddistingue, è una risorsa importante per la nostra città, buon lavoro e in bocca a lupo”.Qualcuno dice che nel centrosinistra siete in troppi, troppi candidati?“Io non sono candidato ancora. Assolutamente. Potrei essere. Dico una cosa: io, se dovessi decidere di candidarmi, non sarei candidato del centrosinistra o del mio partito. A Catania, la ricetta per affrontare questa difficile condizione non prevede che un esponente di un partito o anche di un’alleanza possa affrontare i problemi della città. Il centrosinistra a Catania, anche alle ultime elezioni regionali, è largamente minoritario. E’ largamente minoritario il centrodestra, è minoritario Grillo. Qui, a Catania, ci vuole un progetto civico, di altissimo livello, che metta insieme tutte le risorse migliori della città, non soltanto quelle politiche, ma anche quelle oggi fuori dalla politica.”
Cosa pensa di quel che ha scritto il prof. Barcellona, un po’ difendendo La Sicilia?“Non ho letto. Con grande schiettezza, ho difficoltà a leggere in questo periodo il prof. Barcellona, una persona di grande intelligenza, che ho molto stimato, negli ultimi tempi trovo che la chiarezza delle cose che dice è inversamente proporzionale alla lunghezza dei suoi articoli. E poi i giudizi che ha espresso favorevoli a Lombardo sono un po’ sgradevoli”.