di iena protesta libera
La Digos di Catania ha denunciato all’Autorità Giudiziaria i cinque militanti dello Spazio Libero Cervantes che, mercoledì scorso, si erano resi protagonisti dell’istallazione di cento croci davanti lo sportello della Serit Sicilia Spa. Ogni croce voleva solo ricordare tutte le persone morte suicide a seguito della crisi economica. L’associazione di destra, si prefiggeva il solo obiettivo di denunciare all’opinione pubblica l’iniquità del sistema di riscossione e tutte i morti che sta provocando.
“È evidente che abbiamo toccato un tasto scomodo al sistema tributario italiano –ha dichiara Gaetano Fatuzzo, responsabile dello Spazio Libero Cervantes-. Il Signor Monti invece di dichiarare che parole contro Equitalia e quindi Serit Sicilia non sono tollerate, – prosegue il responsabile- dovrebbe spiegarci perché una partecipata pubblica può agire nell’illegalità, caricando di interessi illegali il dovuto dai contribuenti e in maniera non trasparente. In questo vogliamo esprimere tutta la nostra vicinanza agli impiegati SERIT, – continua Fatuzzo- colpevoli di fare solo il proprio lavoro vivendo momenti di tensione generati dalla schizofrenia del sistema di riscossione”.
“Noi crediamo nello Stato Sociale, -ha aggiunto Francesco Chittari, dello Spazio Libero Cervantes- dove pagare le tasse è un dovere e garantire i servizi compito della Pubblica Amministrazione. Ma non è così quando la partecipazione tributaria è usura legalizzata ai danni dei cittadini, o quando il pagato non corrisponde al servizio dovuto”.
Solidarietà ai militanti del movimento Spazio libero Cervantes, denunciati dalla Digos per aver posto delle croci di legno davanti alla Serit di Catania, è stata espressa da Stephen Distefano, presidente regionale di Giovane Italia, e da Antonio Bonanno, presidente provinciale di Giovane Italia. “Pur comprendendo le ragioni ‘legali’, che hanno obbligato la Questura di Catania a procedere con la denuncia, non possiamo che ritenerlo un atto eccessivo – dichiarano Distefano e Bonanno – soprattutto considerando la natura pacifica e l’alta valenza sociale della protesta inscenata nei giorni scorsi dai ragazzi del Cervantes. Le cento croci di legno intendevano ricordare, con un simbolismo di certo forte ma assolutamente innocuo, il dramma degli imprenditori e operai suicidatisi per la crisi economica che così duramente sta colpendo il nostro Paese”.