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CATANIA: LA PROVINCIA SEQUESTRA IL COMUNE, MA SI CELA UNA GUERRA DELLA PROVINCIA CONTRO SE STESSA
Pubblicato il 13 Marzo 2016
riprendiamo da www.qtsicilia.it
Valeria Paternò
Catania Città Metropolitana contro Catania Città…. La storia è uno spaccato della enorme confusione che alberga nelle istituzioni. Nel nostro paese le sovrapposizioni dei compiti delegati alle istituzioni mettono confusione perfino agli addetti ai lavori.
Quante volte abbiamo notato la sovrapposizione dei compiti che svolgono le forze di polizia, Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza e ancora Corpo Forestale, Polizia Locale, tutti con i medesimi compiti, salvo le specialità del caso.
Per finire mancava la Polizia Provinciale che ha specifici compiti di tutela dell’ambiente (anche se pare che questo ente non avrà nel proseguo tali attribuzioni per cui questo corpo dovrebbe essere trasferito ad altro ente), così come il Corpo Forestale, la Polizia Locale (i cd Vigili Urbani), il Nucleo Tutela Ambientale dei CC.
Detto ciò, la Polizia Provinciale della Città Metropolitana di Catania che i lettori non devono assolutamente confondere con la Città di Catania, anche se i rappresentanti di quest’ultima si sono abusivamente accreditati alla Presidenza del Consiglio dei Ministri proprio come Città Metropolitana commettendo a nostro sommesso avviso un clamoroso abuso, del quale parleremo in altra sede, la Polizia Provinciale, dicevamo, qualche giorno fa ha sequestrato una aiuola e un mezzo della Multiservizi, società del Comune di Catania, che a loro dire avrebbero trasportato della legna in uno con dei barattoli di vernice ed un tubo di pvc, contravvenendo alla norma.
La Città Metropolitana di Catania sequestra il Comune di Catania. Una commedia tutta nostra e dei nostri tempi, diremmo.
Volendo però saperne di più, anche le più recondite ragioni dell’azione singolare ed insolita, raggiungiamo telefonicamente il vice Comandante della stessa Achille Tersicore, il quale non fa alcuna dichiarazione dicendo “Scusa, in questo momento sono in veste di agente di PG e sto andando in Procura per cui non posso parlare di nulla”.
Caspita, allora questa Polizia Provinciale conta davvero? Pensiamo. Ma noi, anche in assenza di dichiarazioni della parte attrice sedicente PG, non molliamo la presa e andiamo al Centro Direzionale dell’ex Provincia per ascoltare le voci di corridoio e scoprire cosa c’è dietro l’angolo.
E intuiamo che dietro questo gesto, che sembra tutto di alta polizia e pulizia (trattandosi di ambiente), pare si celino guerre di palazzo.
Il comandante della Polizia Provinciale è l’ing. Raciti, il quale da poco è stato mandato a scavalco a dirigere, anche, il settore dell’ecologia e ambiente del Comune di Catania, rimanendo nel contempo dirigente dello stesso settore alla Città Metropolitana. Un conflitto d’interessi, qualcuna tuona, Raciti non può sdoppiarsi. Una ritorsione programmata, quella del sequestro pseudo-ambientale, ci dice qualcun altro, per fare fuori proprio Raciti in modo che qualche vice comandante prenda il suo posto.
Tante voci che ci fanno confondere. Fatto sta, però, che da qualche mese la guerra di palazzo è costante. Esposti, denunce, lettere anonime. Tutto per destabilizzare l’Ente ex Provincia che così non trova pace, per condurlo verso il baratro (?), in attesa che questo abbia a breve una configurazione a guida politica “particolare”.
Quindi la colpa sarà dei Commissari? Non diremmo proprio. Anzi. Forse la troppa signorilità dell’attuale Commissario Straordinario consente questi atteggiamenti che vertono inconfutabilmente verso sognate concretizzazioni personali.
Infatti i boatos persistenti che raccogliamo ci fanno sapere, clandestinamente, che a condurre le danze, quasi come una opposizione politica, sia l’attuale Segretario Generale Ganci, che vedrebbe frustrata, non solo dall’attuale governance ma anche dalle precedenti, la propria aspirazione ad essere nominata anche Direttore Generale (bramosia di potere?) con una indennità accessoria di circa 40.000 euro netti, ci dicono, che in tempo di spending review, appare come un’offesa alle ristrettezze economiche cui è sottoposta la Città Metropolitana che rischia di non potere assicurare tutti i servizi alla collettività ed ove si registrerebbero addirittura degli esuberi di personale, in ottemperanza alle diverse funzioni previste e attribuite dalla norma.
Se così fosse sarebbe gravissimo, da monitorare con attenzione ed eventualmente da sanzionare da parte dell’organo di gestione amministrativo. Non è possibile essere l’Arlecchino del caso, che serve due padroni, con l’amministrazione e contro di essa.
Ma di tutto ciò non ci meravigliamo affatto. Capita spesso dalle nostre parti che a fronte degli sforzi e le invenzioni che vanno verso la razionalizzazione e le realizzazioni di progetti che rendano produttive le istituzioni con le buone prassi amministrative, come quelli messe in campo dal Commissario Lentini, qualcuno, di contro, proprio per lucrare posizioni personali, sia politiche che di interessi propri, si metta di traverso al fine di perdurare e far mantenere ancora le cose come prima, più di prima, con l’obiettivo di spremere fino all’osso le risorse pubbliche e certamente non a beneficio dei cittadini/utenti.
Ci hanno incuriosito parecchio le dinamiche astruse della “palude” Città Metropolitana di Catania, alla quale dedicheremo molto altro tempo, affinché il vaso di Pandora venga scoperchiato subito e definitivamente. That’s all folks, a bientot.
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