Lo hanno annunciato ufficialmente nei giorni scorsi all’amministrazione comunale e lo ribadiscono con forza in queste ore: le lavoratrici delle cooperative sociali che si occupano di asili nido con fondi PAC torneranno a lavoro solo quando saranno loro corrisposti almeno tre delle nove mensilità arretrate.
È questa la conditio sine qua non venga messa fine all’astensione dal servizio delle lavoratrici che, loro malgrado, sono diventate il simbolo del dissesto economico finanziario della città di Catania. Accanto alle lavoratrici da mesi c’è la Cgil e la Fp Cgil.
“Teniamo a sottolineare che il nostro messaggio è rivolto alle istituzioni e alle città – dicono le lavoratrici- alle prime diciamo che la nostra disponibilità assicurata per molti mesi a fronte di stipendi mai corrisposti, di errori tecnici che potevano essere evitati e che nulla hanno a che fare con il dissesto, non può essere scambiata con dabbenaggine. Per questo adesso chiediamo le tre mensilità del 2019, e cioè gennaio, febbraio e marzo, affinché sia chiaro che sono in gioco le nostre vite personali. Alla città diciamo: rimanete dalla nostra parte. Siamo tutti sulla stessa difficile barca”.
Intanto, in agenda è già stato fissato un “tavolo” tra le parti in prefettura per il prossimo 10 maggio .
“Non abbiamo mai lasciato da sole queste lavoratrici, dotate di tanto coraggio, autonomia e dignità, e continueremo a stare loro accanto nei prossimo passaggi istituzionali. – dicono la segretaria confederale della Cgil, Rosaria Leonardi e il segretario generale della Fp Cgil, Turi Cubito- Sarebbe poco saggio da parte dell’amministrazione comunale tentare di ammorbidire una vicenda che da sola parla purtroppo chiaro. I ritardi sono insostenibili. È il momento di passare ai fatti, superando le criticità per il bene della città e di chi lavora da sempre per la città”.