Catania

“Catania manipolata”: il “piagnisteo” del sindaco, la propaganda di Palazzo. Ma i problemi reali della città li stanno risolvendo?

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di iena politica marco benanti.

In principio è melonianamente il “nemico” che a Catania viene indicato, con tono di reprimenda, come “conservatore”.

Dall’altra parte, dalla parte del sindaco e dei “suoi” ci sarebbe, invece, il “rinnovamento”. Che sarebbe ostacolato non dalle clamorose lacune dell’amministrazione, dall’incapacità amministrativa a progettuale della stessa, ma dai comportamenti dei cittadini catanesi, che vengono “segnalati” (sembra di rivedere la propaganda di Salvini) come responsabili di “misfatti”, con l’utilizzo di un linguaggio cupo, severo, sprezzante. La narrazione virtuale di Trantino sembra quella di una favola, dove alla fine “vincono” sempre i buoni, malgrado le “malefatte” dei “cattivi”. Roba da terza elementare.

Per cui, il finale è che il sindaco, con  un tono fra il paternalistico e il punitivo, è costantemente -e populisticamente-  presente sui social media ad autopromuoversi, non dimenticando spesso di alzare i toni –talora in modo scomposto se non volgare- contro chi segnala problemi, propone critiche, chiede soluzioni magari non con un linguaggio forbito, ma su questioni che attengono alla vita di ogni giorno. Insomma, chi “rompe” o soltanto prova –anche involontariamente- a rompere la narrazione mediatica del sindaco e la “città virtuale” da lui creata è investito dai suoi “fulmini”.

Che, naturalmente (per una persona che crede profondamente in una società divisa e verticale e nel classismo che ne deriva) non possono che rivolgersi che contro semplici persone o presunti “avversari” politici di poco o nessun peso reale. Mai con uno che conti veramente, mai.  Del resto, la cultura politica del “nostro” è storicamente quella: forti con i deboli, deboli con i forti.

Non a caso, la legalità viene “gridata“su temi come gli orari dei rifiuti, la composizione dei sacchetti di plastica, le doppie file automobilistiche, solo per citarne alcuni: nel frattempo, i privati, in particolare le imprese a Catania hanno campo libero, i supermercati nascono come funghi, le scelte urbanistiche sono a dire poco discutibili. Insomma, il “manuale del perfetto conservatore” che incarna Trantino prevede per tutto questo l’atteggiamento e la pratica dell’ “agnellino”.

Naturalmente, meccanismi così semplici e basati su un malcelato disprezzo per chi non fa parte di “club” o presunte “èlite” (in realtà, perlopiù si tratta di “club” di autopromossi di casta e/o di cooptati in corporazioni basate su appartenenze familiari, nulla di più) possono andare bene in contesti provinciali e culturalmente disastrati come Catania. Un luogo piuttosto doloroso dove da tempo è assente una figura fondamentale dei paesi autenticamente democratici: l’intellettuale. A Catania l’intellettuale, quando esiste, è silente o chiuso in ambiti lontani dalla vita reale (soprattutto a sinistra, di esempi non ne mancano, anzi…) o peggio omaggia -più o meno direttamente- chi comanda.

L’ignoranza diffusa e il collegato carente spirito critico sono l’ulteriore “benzina” della propaganda di Palazzo, che viene “bevuta” ormai anche da larghi strati del ceto medio impoverito, sensibile soltanto al “richiamo della foresta” dell’ “uomo forte” che “impugna” la legge come manganello, pardon come clava.

La propaganda di Palazzo, poi, tenta altresì di fare passare un messaggio che dire falso è dire poco (probabilmente è semplicemente tragicomico): Trantino sarebbe una sorta di “uomo nuovo” che è arrivato in una “città ferma”, dove regna l’indisciplina (attenzione l’indisciplina non le ingiustizie sociali, non l’arroganza del Potere sempre e comunque, non lo “schiavismo intellettuale”, non il servilismo e la “vendita” quotidiana per stare dalla parte di chi comanda e trarne vantaggio).

Questa rappresentazione è totalmente priva di fondamento. E’ falsa.

L’avv. Trantino è un personaggio politico che ha avuto ruoli e responsabilità in senso lato politiche a Catania dagli anni Ottanta! Trantino è lo stesso personaggio che è stato assessore con deleghe “pesanti” (lavori pubblici, urbanistica) nell’amministrazione Pogliese e di cui si stenta a ricordare, in riferimento a questa esperienza amministrativa, qualcosa di autenticamente concreto per la città. Avete mai sentito un riconoscimento di responsabilità per questo?

Paradosso nel paradosso, accade che tanta parte dei lavori e delle “stupefacenti opere” presentate dal “Trantino influencer” sono frutto della vecchia amministrazione. Ma Pogliese resta zitto, come restano zitti i “suoi”.

Ma c’è di più lo studio Trantino non è solo uno studio professionale: da tempo è un centro di Potere, uno degli snodi da cui sono passate e passano  scelte e/o alleanze che pesano sul passato, sul presente e sul futuro della città, che pesano e hanno pesato per il senso autenticamente conservatore rispetto agli assetti di Potere cittadino che lo hanno contraddistinto. Avete mai sentito in questi mesi il sindaco fare riferimento a questa sua condizione o al suo passato?

Ma peggio ancora è il “modello economico” che passa “vincente” in questa fase a Catania: un “modello” da “turismo mordi e fuggi”. Il territorio ne trarrà vantaggio o sarà ulteriormente depredato? Ne scriveremo presto.

E a proposito: questa amministrazione sta risolvendo i problemi reali di Catania?

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Benanti

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