Catania, morte ispettore Raciti, nuovo daspo per Speziale. L’avv. Giuseppe Lipera: “sta diventando un martire perpetuo”


Pubblicato il 21 Luglio 2012

Provvedimento contro il giovane già condannato per resistenza a pubblico ufficiale e per omicidio preterintenzionale, in secondo grado, del funzionario di polizia, deceduto in occasione degli scontri fra ultras il 2 febbraio 2007 durante il derby Catania-Palermo. Il suo difensore contesta aspramente quanto deciso dal Tribunale e…

di Iena Giudiziaria

Il tribunale per i minorenni di Catania ha disposto per due anni il divieto di accesso a manifestazioni sportive, il daspo, a Antonino Speziale, il giovane condannato a due anni di reclusione per resistenza a pubblico ufficiale e a otto anni -in appello- per l’omicidio preterintenzionale dell’ispettore capo di polizia Filippo Raciti, in quel drammatico pomeriggio del 2 febbraio 2007, quando il derby Catania-Palermo divenne una tragedia.

Il provvedimento è stato comminato come pena accessoria. Il daspo di cinque anni, che era stato disposto per Speziale, sarebbe scaduto l’8 agosto prossimo.

Il difensore di Speziale, l’avvocato Giuseppe Lipera (nella foto) ha annunciato ricorsi contro un “provvedimento iniquo e inattuale”. Ecco per esteso quanto ha dichiarato alla stampa il legale: “a parte ogni confutazione circa la legittimità in diritto dell’inaspettato provvedimento, cosa che verrà fatta immediatamente e con estrema durezza nelle sedi giudiziarie competenti, ci preme da subito osservare e far rilevare la iniquità dello stesso e l’assoluta mancanza di attualità.

Il giovane Antonino SPEZIALE oggi ventitreenne viene colpito da un ennesimo provvedimento dell’Autorità Giudiziaria Minorile, che sostanzialmente altro non è che una proroga del DASPO emesso cinque anni fa dal Questore di Catania, che lo SPEZIALE ha perfettamente ottemperato, senza che abbia commesso alcun nuovo reato. Non si spiegano e non si giustificano quindi questi altri due anni di divieto di andare allo Stadio. Il richiamo alla sentenza di condanna per la morte dell’Ispettore della Polizia di Stato Filippo Raciti è davvero ultroneo, considerato che detta sentenza non è ancora passata in cosa giudicata, a prescindere dal fatto che è una condanna che come tutti sanno contrasta non solo con quella sentenza della Corte Suprema di Cassazione che annullò senza rinvio, “per lacune indiziare incolmabili”, l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale per i Minorenni di Catania, ma ancor di più con le obbiettive risultanze processuali che dimostrano, a dispetto del provvisorio giudicato, come e da chi fu causata la morte di RACITI e la conseguente incolpevolezza dello SPEZIALE: ci riferiamo alla ormai famosissima retromarcia di quel discovery della Polizia, fatto che tutti sanno, tutti conoscono, di cui si parla nel processo, con prove provenienti addirittura dall’autista che lo guidava e che solo i giudici hanno sinora deciso di non vedere.

L’unica colpa di Antonino SPEZIALE, che all’epoca aveva diciassette anni, fu quella di aver partecipato ai tafferugli dello stadio Massimino, fatti per i quali ha espiato interamente la condanna che gli è stata inflitta.Una misura coercitiva quale l’obbligo di non andare allo Stadio non può essere comminata a vita: ciò contrasta con la nostra civiltà giuridica, con la nostra Costituzione, col buon senso.Adesso, suo malgrado, Antonino SPEZIALE sta diventando un martire perpetuo.”


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