Catania, operazione antimafia: auto, mobili, arredamenti, pasta “made in Ercolano-Santapaola”


Pubblicato il 17 Ottobre 2012

Cinque in manette e tre società sequestrate: bilancio dell’ultima indagine sugli affari della “famiglia” che comanda in cittàdi iena antimafia

L’inquinamento mafioso dell’economia catanese è ancora molto forte.Il dato viene dall’ultima operazione antimafia, illustrata stamane in conferenza stampa (nella foto), della Procura della Repubblica di Catania, che ha portato ad un’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal Gip Luigi Barone, contro cinque persone e al sequestro di tre società. Arresto per Vincenzo Santapaola, 43 anni, figlio maggiore del boss Nitto, già detenuto in regime di 41 bis, ritenuto il reggente del clan; stessa misura per tre figli del defunto Sebastiano Ercolano: Aldo, 38 anni, Mario, 36 anni, e Salvatore 34 anni, i primi due indicati dagli investigatori come esponenti di rango apicale, insieme a Vincenzo Santapaola, dell’associazione mafiosa Santapaola-Ercolano.

In manette anche Pierluigi Di Paola, 40 anni, incensurato, sposato con la figlia di Sebastiano D’Emanuele, cognato di Salvatore Santapaola, fratello di Nitto. Oggi, inquirenti, con in testa il Procuratore Salvi, i sostituti Agata Santonocito e Iole Boscarino e investigatori di polizia e carabinieri, hanno spiegato l’operazione ai giornalisti. L’inchiesta sugli affari degli Ercolano, coordinata dal procuratore Giovanni Salvi ha portato alla luce, grazie alla collaborazione del sostituto procuratore Iole Boscarino, una presunta intestazione fittizia di beni che vedrebbe coinvolti i rampolli della principale famiglia mafiosa etnea. Sono scattati, quindi, i sequestri prventivi di società e imprese individuali:si tratta della “Vecchia Catania di Di Paola Pierluigi“, impresa individuale, titolare dell’esercizio commerciale di autoveicoli “PD Motors” di San Gregorio, nel catanese, riconducibile, secondo gli investigatori, a Mario Ercolano; sequestrata anche la “Siciliana Tappeti di Gangemi Giovanni“, impresa individuale titolare dell’esercizio commerciale “Cash & Carry” di San Gregorio, che sarebbe riconducibile ai fratelli Ercolano. E ancora, è stata sequestrata la società “Sapori di casa srl“, titolare dell’omonimo ristorante, di San Giovanni La Punta, in provincia di Catania, che sarebbe riconducibile a Vincenzo Santapaola, il figlio del boss Nitto.

Per portare alla luce il sistema di intestazione fittizia di beni, gli uomini della squadra mobile hanno iniziato le intercettazioni nel novembre 2009, documentando la presenza di Mario Ercolano presso l’autosalone “PD Motors“, mentre era soggetto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a San Gregorio. Dopo il suo arresto, avvenuto nel novembre 2010, a presidiare l’autosalone sarebbe stato direttamente Aldo Ercolano, presente anche alla cassa del “Cash e Carry”.

Gli investigatori hanno scoperto, attraverso intercettazioni all’interno di un’autovettura, che era stato proposto a Vincenzo Santapaola l’acquisto del ristorante “Sapori di Casa“, al prezzo di 250 mila euro. Acquisto che è andato a buon fine, ma a firmare le carte non era il figlio di Nitto, ma la sua moglie insieme alla zia acquisita.


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