La Dia di Catania ha eseguito, nelle prime ore di stamane, cinque ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Catania Luigi Barone, su ordine della Procura della Repubblica, con i Pm Giuseppe Gennaro, Iole Boscarino e Rocco Liguori.
Per l’operazione “Gibel”, illustrata stamane in conferenza stampa dai vertici della Procura, con il neo Procuratore capo Giovanni Salvi e gli uomini della Dia, sono stati arrestati Lucio Tusa, 48 anni, pregiudicato, nipote del boss “Piddu” Madonia, Giuseppe Ardizzone, 47 anni, incensurato, Giuseppe Faro, 48 anni, con precedenti di polizia, Biagio Angelo Antonino Finocchiaro, 48 anni, con precedenti di polizia, Gaetano Ursino, di 40 anni, incensurato.
Gli indagati sono accusati – a vario titolo- di associazione di stampo mafioso, trasferimento fraudolento di valori, falso, reati in materia di stupefacenti. Nell’ambito della stessa operazione, sono stati posti sotto sequestro beni per un valore complessivo di circa due milioni di euro.
L’indagine, avviata nel febbraio del 2008 con l’obiettivo di individuare i nuovi referenti, locali e non, di Cosa Nostra di Catania, nonché l’assetto delle cointeressenze di questa con i vari sodalizi operanti in tutta la Sicilia, si è concentrata in particolare sulla figura di Lucio Tusa, ritenuto dagli investigatori stabilmente inserito nel sodalizio mafioso etneo e in solidi rapporti preferenziali con le “famiglie” nissene e palermitane, essendo, peraltro, nipote del noto boss mafioso nisseno Giuseppe “Piddu” Madonia e vicino –essendone il fratello del genero- alla famiglia di Leonardo Greco, vecchio “uomo d’onore” della “famiglia” di Bagheria.
Dalle indagini è emerso, fra gli affari cui avrebbe messo gli occhi la consorteria criminale, anche l’interesse per un centro commerciale, di cui non è stata resa nota la collocazione geografica.
“Nell’ambito delle operazioni di esecuzione delle misure cautelari –è scritto in un comunicato diffuso alla stampa- disposte con l’Ordinanza citata, sulla base delle risultanze investigative e dei conseguenti, mirati e approfonditi accertamenti patrimoniali, si è, altresì, proceduto al sequestro preventivo della “AMAREA s.r.l”, di quote sociali della “G&G. Tourism srl” e svariati conti correnti bancari, riferibili agli indagati (per i quali è stato nominato un custode giudiziale), un’impresa individuale (affidata per la gestione ad un curatore appositamente nominato) due appartamenti, quattro autovetture, due motocicli, per un valore complessivo di circa 2 milioni di Euro”.
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