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Catania, operazione antimafia “Krypto”: la droga arriva dall’Albania
Pubblicato il 17 Luglio 2012
Numeri e spunti investigativi sui nuovi flussi degli stupefacenti in Sicilia dalla conferenza stampa di stamane. Tutti i nomi degli arrestati.
di Iena AntimafiaQuattordici persone sono state arrestate, per un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Catania, Anna Maggiore, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, nell’ambito di un’inchiesta su un traffico di sostanze stupefacenti, condotta dalla Guardia di Finanza di Siracusa. Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto della Dda Amedeo Bertone e dai sostituti Luigi Lombardo, Andrea Ursino e Alessandro La Rosa, nella foto di stamane con accanto il comandante della Guardia di Finanza di Siracusa colonnello Giuseppe R. Cuzzocrea e il tenente colonnello Flavio Vanzella, comandante della Tributaria aretusea.Ecco i nomi degli arrestati, tutti –secondo quanto riporta il comunicato ufficiale della Guardia di Finanza di Siracusa- pregiudicati: Filadelfo Sambasile, 43 anni, Fabio Ragalia, 47, Donatello Cormaci, 39, Rosario Ciaffaglione, 42, Antonino Guercio, 35, Cirino Rizzo, 41, Nunzio Ossino, 41, Alfredo Miceli, 30, Francesco Sferrazzo, 60, Giuseppe Culletta, 26, Santo Bonanzinga, 37, Sergio Bonsignore, 37, Sergio D’Ignoti, 30, Fabio Sparacino, 35.
I finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza di Siracusa hanno inferto un nuovo duro colpo alla criminalità organizzata di stampo mafioso operante nell’area nord della provincia di Siracusa, con propaggini anche nella provincia di Catania.Le “Fiamme Gialle” aretusee hanno, infatti, eseguito 14 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili di associazione mafiosa, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, al fine di agevolare il clan “Nardo” di Lentini, storicamente riconducibile alla figura di Sebastiano Nardo.Le attività investigative si sono subito dimostrate particolarmente complesse in quanto gli arrestati, per pianificare i propri traffici illeciti, si incontravano spesso all’interno di esercizi commerciali compiacenti della zona nord della provincia siracusana, nella convinzione così di non essere facilmente individuati ed eludere, conseguentemente, ogni tipo di possibile controllo da parte delle forze dell’ordine.Nel corso delle indagini è emerso come notevoli carichi di stupefacente arrivassero direttamente via mare per opera di corrieri albanesi che, utilizzando gommoni, operavano sbarchi lungo il litorale megarese, coadiuvati a terra dal “gruppo” lentinese che, perfettamente organizzato, provvedeva, con apposite staffette, a trasportare la droga verso località e siti considerati “sicuri” per la successiva immissione nel mercato della zona meridionale della Sicilia orientale.Come costantemente accertato dalle “Fiamme Gialle”, il sodalizio tra il clan “Nardo” e gli albanesi e’ divenuto nel tempo così stabile e redditizio, a tal punto che alcuni dei trafficanti del “Paese delle aquile”, per diverso tempo, si erano stabilmente insediati nella comunità leontina, proprio per gestire direttamente le lucrose operazioni illecite.I preliminari approfondimenti dei finanzieri hanno preso il via a seguito dell’arresto in flagranza di Sergio Bonsignore e Donatello Cormaci per estorsione ai danni di una cooperativa edile, avvenuto ad augusta nel giugno del 2008.Le successive attività tecniche, nonchè lo studio delle abitudini di vita dei questi soggetti, costantemente pedinati, osservati e seguiti, hanno permesso di comprendere come essi non fossero “cani sciolti”, ma vere e proprie “pedine” di rilievo del “clan Nardo”, sia per spessore criminale che per potenzialita’ decisionali. Questa l’ipotesi d’Accusa.Le investigazioni, connotate da continui riscontri e osservazioni occulte, sono durate circa due anni ed hanno evidenziato come Bonsignore, sebbene recluso in carcere, riuscisse tuttavia a godere della protezione e dell’assitenza che, in funzione del proprio ruolo nell’organizzazione mafiosa della quale faceva parte, “spetta” agli affiliati del “clan”.A comprova di ciò, nel corso delle indagini, è stato possibile apprendere che al Bonsignore veniva garantito un appannaggio economico, per le necessità dei propri familiari, per diverse migliaia di euro mensili, oltre ad ulteriori “fringe benefit” connessi anche alle più banali esigenze quotidiane dei propri congiunti.Cormaci, invece, anche in considerazione dei duri colpi inferti agli uomini del clan, una volta uscito dal carcere, ha nel tempo assunto il ruolo di assoluto spessore nell’ambito del clan, tanto da essere considerato, di fatto, l’attuale “reggente” della cosca mafiosa che opera nell’area nord della provincia siracusana.L’operazione odierna della “Fiamme Gialle” aretusee, quindi, ha sostanzialmente consentito di decapitare, ab origine, il nuovo vertice del clan nonche’ una parte sicuramente significativa dei propri adepti.L’ultimo significativo sequestro, in ordine di tempo, e’ stato quello relativo ad oltre 26 kg di marijuana del valore all’ingrosso di circa 40.000,00 euro che, al dettaglio, sulla piazza catanese e siracusana, avrebbe garantito un valore di mercato di oltre 250.000 euro.
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