“Tutti i nodi vengono al pettine: quando c’è il pettine.”-disse Leonardo Sciascia. Oggi è drammaticamente il 23 febbraio 2025: il Papa non sta tanto bene, il mondo pure, ma dalle parti di ienesicule si festeggia lo stesso. “Che gente! Privi di senso dell’opportunità” -dirà qualcuno. Ma questo qualcuno non sa che sono arrivati anche per […]
Catania, Pd e “Scelta Giovane”: contro Stancanelli e “contro il bavaglio”
Pubblicato il 28 Ottobre 2011
“Ci hanno messo il bavaglio”: di qui il rifiuto di partecipare alla seduta di consiglio comunale convocata, stasera, per comunicazioni del sindaco Stancanelli. Oggi, in conferenza stampa, critiche aspre, oltre al “Terzo Polo”, anche dal Pd e da “Scelta Giovane”. Il capogruppo del Pd Saro D’Agata ha spiegato che “non è concepibile, non è ammissibile che un organo consiliare che ha un suo costo, la convocazione ha un suo costo, possa essere convocato solo per ascoltare, sostanzialmente una campana, qualunque cosa egli dirà, anche una cosa come dire fondamentale per la città Catania senza la possibilità di interloquire da parte di chi voglia farlo”Francesco Navarria di “Scelta Giovane” ha dichiarato: “non era necessario una sentenza della Corte Costituzionale per capire che Stancanelli era già politicamente e amministrativamente incompatibile a governare una città come Catania, e le condizioni attuali della città lo testimoniano: il commercio è morto, il traffico è impazzito, nessuna iniziativa in materia urbanistica, le partecipate in fallimento. Ed è incredibile come la vecchia politica abbia costruito una drammatica sceneggiatura con frasi di solidarietà e di incoraggiamento su una scelta che viene definita ‘difficile’, quando in realtà si tratta semplicemente di dovere scegliere quale poltrona è più comoda delle due. Verrebbe da dire: povero Stancanelli!”I consiglieri comunali de “La Destra”, invece, parteciperanno e doneranno – in modo polemico- il gettone di presenza per Laura Salafia, la giovane studentessa rimasta paralizzata per i colpi di pistola sparati in piazza Dante, il primo luglio 2010, da Andrea Rizzotti, ieri condannato a 18 anni di reclusione.
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