di Iena Commossa
Umberto Scapagnini è stato sindaco di Catania. Lo è stato in senso viscerale perchè era riconosciuto dalla città, che con lui ha sorriso e pianto.Nel 2000, quando Enzo Bianco decise di abbandonare Catania per raggiungere Roma, nemmeno lui credeva alla sua elezione, perchè pensava che le logiche del potere cittadino avrebbero portato ad altre e diverse soluzioni. Poi la scelta ricadde su di lui e si diede inizio al ritorno del centrodestra a Palazzo degli Elefanti, meta mai raggiunta nella seconda Repubblica essendo la città divisa tra un sindaco a sinistra e un presidente di Provincia a destra.La sindacatura di Scapagnini fu per Catania periodo di grandi opere: piazza Università, piazza Duomo, via Etnea, alcune arterie popolari, il canale di gronda, la circonvallazione, l’abbattimento del Ponte. Simboli, certo, segnali tangibili di un’amministrazione impegnata che cercava la dicotomia aiula fiorita / opere realizzate, per tentare di allontanare il ricordo del sindaco andato via per far carriera.Poi, proprio i germi di quella gestione con la mano più forte dei partiti, avrebbero aperto lo spazio alle contestate e divisive approssimazioni in materia di bilancio e di grandi interessi urbanistici.Si, certo, è stato anche il sindaco del buco di bilancio, Umberto Scapagnini. Ma non ha vinto contro Enzo Bianco nel 2005 per quello che avremmo appreso al processo ‘cenere’. Sarebbe ingeneroso e ingiusto pensare che una città possa aver confermato un sindaco e la sua coalizione per una “mancetta”. Che ci sarà pure stata, come dice la giustizia, ma che non spiega oggi le ragioni di quel successo di ieri.Forse possiamo approssimare un giudizio. Umberto Scapagnini è stato il migliore interprete di una stagione politica: il ritorno dei partiti nella vita delle amministrazioni. E di quel tempo Scapagnini ha raccolto frutti e responsabilità. Non sarebbe stato rieletto senza i partiti, ma non sarebbe stato risucchiato dalla ingordigia di alcuni se non fosse stata la stagione dei partiti. E’ appartenuto a un tempo che oggi speriamo non torni più. Ma ha vissuto, Scapagnini. E oggi, assieme alla sua famiglia, Catania piange il suo sindaco amato e odiato.
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