Catania postelettorale, Franz Cannizzo, già “assessore-defenestrato” da Stancanelli: “la città degli abusivi e delle 300 verande smontate…”


Pubblicato il 17 Giugno 2013

A mente fredda, ecco le parole di chi dentro l’amministrazione passata rappresentò, quando era alle attività produttive, un “caso”…da “mondo alla rovescia”.Storia di una città dove si tolgono le deleghe a chi “rompe”…di iena politica marco benantiFranz Cannizzo, dispiaciuto per la sconfitta di Stancanelli?Benanti, non è che il rapporto tra me e Stancanelli sia stato tra i più idilliaci. Le ricordo che me ne sono andato dalla Sua Giunta sbattendo la porta,con tanto di lettera di dimissioni.

Quali le ragioni a suo avviso di questa sconfitta?Non sono un’analista politico,ma forse bastava semplicemente andare un pò in giro per la città, per mercati o alle fermate degli autobus, per sentire gli umori dei cittadini. Il voto ha, a mio parere, confermato tutto questo.

Hanno pesato o no le “ragioni” degli abusivi?Gli abusivi rappresentano,per dirla con gli Americani,un “grande elettore” a Catania. Un numero certamente significativo che certa “politica” si guarda bene, come è successo in questi decenni, dall’informare e far crescere dal punto di vista professionale, proprio per continuare ad alimentare lo scambio perverso che esiste tra bisogno di lavoro/voto. In pratica, l’abusivo che si dovesse “regolarizzare” non avrà più bisogno del favore del “politico” (e cioè la tolleranza nello stazionamento in ogni luogo della città, a scapito comunque di tutti gli operatori commerciali regolari, del decoro della città, del senso civico e di molto altro ancora). E’ necessario, a mio giudizio, riuscire a spezzare questo circolo vizioso attraverso un vero e proprio accompagnamento dell’operatore abusivo nel circuito della legalità, dell’informazione e della “regolarizzazione”. Ne guadagnerebbe certamente la dignità nel lavoro e la città nel suo insieme.

A mente fredda, rifarebbe quello che ha fatto quand’era assessore alle attività produttive?Si lo rifarei e lo completerei, cosa che purtroppo non mi è stato possibile fare, per i fatti conosciuti.Qualcuno dice che Stancanelli ha perso anche per l’azione di legalità “indigesta” a taluni in città: concorda?Scusi Benanti, chi Le ha detto una cosa del genere?A cose fatte, lo possiamo dire: lei fu cacciato per avere “toccato” alcuni “alti papaveri” della ristorazione catanese?Si,è vero. In compenso la città è un pizzico più bella, perchè nel frattempo sono state smontate oltre 300 verande, molte abusive, a Catania. Dal centro storico alle periferie.

In consiglio comunale esistono o no referenti politici degli abusivi?Si,ed era anche evidente.I personaggi erano sempre quelli. Più l’azione di contrasto all’abusivismo commerciale diventava forte, più gli attacchi in Consiglio crescevano di intensità, per culminare, dopo 17 sequestri di camion di paninari abusivi, in una seduta in Consiglio Comunale di fuoco. Le registrazioni video dei Consigli Comunali sono consultabili sul sito del Comune di Catania.

Lei come ha votato il 9 e 10 giugno?Scusi Benanti, ma il voto è segreto.

Oggi come vede la situazione della legalità a Catania, in particolare in tema di abusivismo commerciale? Si sono fatti passi avanti?Secondo me, sono stati fatti molti passi indietro .Catania è infatti di nuovo piena di abusivi commerciali e rispuntano, in particolare in centro storico, strutture di dubbio gusto. A mio giudizio,questa situazione mina seriamente la tensione civica della città, perchè alla fine ci si convince che è possibile fare di tutto, ma uccide anche economicamente i piccoli commercianti, che devono sostenere costi molto maggiori, rispetto a chi non ne ha alcuno e gode, tra l’altro, di diverse agevolazioni sociali.

Cosa si attende dalla nuova amministrazione?Auguro innanzitutto un buon lavoro al Sindaco Bianco. E poi Le confesso che ho vissuto, giovanissimo e con grande entusiasmo, la “primavera” di Catania. Ricordo pure che allora uscivamo da un periodo altrettanto buio in città, quello dei 100 e più morti ammazzati l’anno!

Oggi, a fronte del “pessimismo della ragione”, considerata l’attuale situazione economica, è necessario contrapporre l’ “ottimismo della volontà”, perchè Catania sta seduta su un tesoro e non deve più credere di trovarlo altrove. Dobbiamo convincerci di questo innanzitutto noi Catanesi,trovando la forza di alzarci, di mettere finalmente gli occhi su questo tesoro, di amarlo e di investire su di esso. Senza cadere nella trappola del “di chi è la colpa” di questa situazione, dobbiamo assumerci le nostre responsabilità e su questo senso di responsabilità diffusa,costruire una politica plausibile di sviluppo della nostra Catania. In città e più in generale al Sud, più che altrove,la mancanza di buona politica ha fatto grandi danni, e non mi riferisco alla cattiva politica delle ruberie e degli affari.

Ma all’assenza di una dimensione politica piena, capace di comporre gli interessi in progetti e speranze collettive,di indicare percorsi impegnativi ed insieme credibili, di orientare comportamenti e di mobilitare. E anche di dividere, ma sui grandi obiettivi e non sulla spartizione delle risorse.

Per farcela, per innestare un circolo virtuoso,pur tra mille e mille difficoltà, dovremmo, soprattutto le classi dirigenti, vivere a Catania una stagione di grande discontinuità psicologica, culturale, politica: avere piena consapevolezza della gravità della situazione, decidere radicali cambiamenti nei comportamenti individuali e collettivi e ripartire dalle nostre responsabilità.


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