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CATANIA “PRIMAVERA” SHOW: CHIACCHIERE E MINKIATE COL BOTTO; APPALTI E MILIONI GETTATI NELLA SPAZZATURA, NEL FRATTEMPO LA CITTA’ AFFONDA COME INGHIOTTITA IN UNA PALUDE DI “LEGALITA'” DI FACCIATA
Pubblicato il 11 Agosto 2014
di Ignazio De Luca Iena “sessielimoni”
“Iena sessielimoni” perché a furia di (s)parlare di rifiuti e munnizza, un arsura bestiale ci infuoca talmente, che nemmeno tutti i chioschi di Catania la potrebbero placare. Vengo e mi spiego, direbbe uno “umile”ma noi che siamo superbi e aristocratici per usare la “terza”, diciamo alla “Bianco’s spring band”, “ecco i risvolti risaputi, mai esplicitati, dell’appalto “munnizzaro”! “
Noi da oltre un anno e prima di noi già nel 2010, CittàInsieme, denunciavamo le stranezze “bandite”nell’appalto super milionario dei rifiuti. Ancora sabato scorso l’On. Giuseppe Berretta, “urbi et orbe”, con uno squillo a sinistra sciorinava dati e magagne dell’appalto in questione, dalla stessa parte sinistra, un piccato assessore D’Agata, rispondeva che erano dati forniti dall’amministrazione; prossimamente il consiglio Comunale dovrebbe discutere varie mozioni sull’argomento. Ma sempre e solo chiacchiere! Quando azione concrete per alleggerire, in parte, il disastroso spreco di risorse pubbliche che si consuma giorno dopo giorno?
Occorre un sintetico riassunto, con la genesi dell’appalto, per cercare di capire perché questo appalto, così tormentato e chiacchierato, è stato al centro di infuocate polemiche, col risultato paradossale che la comunità Catanese ha subito la scarsa efficienza del servizio pur pagando le tariffe tra le più alte d’Italia.
Diciamo subito che quell’appalto per essere in contrasto con la legge Regionale n. 9 dell’otto aprile 2010, avrebbe dovuto essere revocato, essendo in contrasto con la sopravvenuta normativa di riferimento.
Il Responsabile Unico del Procedimento, dottor Marco Morabito, estensore del bando in quanto dirigente esterno della Direzione Ecologia, avrebbe dovuto revocarlo, per adeguarlo alla normativa regionale sopravvenuta . È inspiegabile come si possa omettere un atto dovuto per legge in forza dell’incarico ricoperto. Incarico che manterrà, come dirigente esterno del Comune fino a metà del 2013.
Addirittura l’ex dirigente dell’Ecologia dottoressa Li Destri, licenziata dal Comune e con una richiesta di rinvio a giudizio per turbativa di un appalto da noi trattato, non si perita di firmare il contratto con la ditta vittoriosa nel contenzioso, sembra inverosimile, proprio alla vigilia dell’antivigilia del Santo Natale, il 22 dicembre 2010, ovvero mesi otto e giorni 14 dalla promulgazione della legge Regionale 9/2010: legge, che innovando in materia, per la prima volta considererà il rifiuto una risorsa e non una cosa da sotterrare .
Un’inconcludente e incompetente, di sicuro sensibile in alcuni suoi componenti, a sollecitazioni di Palazzo degli Elefanti, nonché a sirene esterne, commissione consiliare ispettiva, pilatescamente, non troverà nessuna stranezza nell’appalto, seppure già da svariati mesi CittàInsieme denunciasse, a destra e a manca, le violazione di legge proprie del bando.
Eppure malgrado tutte queste criticità esplicitate, non ora per allora, ma già all’epoca dei fatti, non si riesce a comprendere, come la procedura di aggiudicazione di un appalto milionario così chiacchierato, non sia finito sotto la lente d’ingrandimento delle autorità competenti.
Catania straordinaria sempre ! Se l’asino deve entrare dalla coda c’è la città del LIOTRU . Dove mai potrebbe andare a buon fine un bando che viola grossolanamente la legge di riferimento? Naturalmente a Catania.
Secondo lo studio che abbiamo fatto di altri due bandi di quel periodo, partoriti dalla Direzione Ecologia e Ambiente, anche questo dei rifiuti, come Puntese Diesel e NovaEntra, sarebbe stato cucito addosso ad un determinato concorrente. Non si spiegherebbero altrimenti, alcune clausole smaccatamente a favore della ditta aggiudicataria, come il contributo Conai, sulla differenziata prodotta, interamente appannaggio dell’appaltatore.
Un incidente di percorso nella fase aggiudicativa, dovuto probabilmente ad un irrefrenabile impulso di incontrollata megalomania, verrà indicata nel raggruppamento d’impresa come capo fila la Dusty invece della più titolata Aimeri, consegnerà, alla IPI – OIKOS, l’insperato e ricchissimo appalto ultra milionario.
Resta un tris di annotazioni da fare :
A) tutto il rifiuto raccolto a Catania viene conferito all’Impianto Meccanico di Trattamento Biologico, in località Coda Volpe, gestito dalla Sicula Trasporti.
B) in un precedente articolo incrociando i dati forniti dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ISPRA, affermavamo che a Catania, causa le criticità del bando “munnizzaro”, si conferisce, in contrada Coda volpe un maggiore surplus di rifiuti annuo pari a 6 milioni e mezzo, che a tutto il 2014, nel quadriennio di vigenza dell’appalto (?) l’aggettivo qualificativo lo scelga il lettore, porterà uno spreco di risorse di oltre 25 milioni di euro, per il maggiore conferimento di rifiuti all’Impianto Meccanico di Trattamento Biologico di contrada Coda volpe.
C) registriamo come dato di pura cronaca, che l’ex dirigente della Direzione Ecologia e Ambiente, nonché estensore come Responsabile Unico del Procedimento del bando di raccolta rifiuti, dottore Marco Morabito, da metà del 2013 lavora come dirigente presso la Sicula Trasporti, certamente una coincidenza che si ritrovi a far parte di una compagine che incassa un surplus annuo di 6 milioni e mezzo, per non aver, come avrebbe dovuto fare doverosamente, adeguato le clausole del bando alla legge Regionale 9/2010.
Tutto ciò premesso il tempo delle chiacchiere, per l’amministrazione Bianco è finito. O si vuole ancora continuare con l’accertato spreco di milioni di risorse, fino alla naturale scadenza dell’appalto previsto per il 28 febbraio 2016?
Correre ai ripari per salvare il salvabile. Sappiamo, che lo scorso mese di luglio, esserci stati almeno due tavoli tecnici, per ragionare delle criticità di questo appalto tra il Comune e l’azienda OIKOS .
Sappiamo, per certo che l’azienda appaltatrice sarebbe stata disponibile alla revoca senza opposizione.
Comprendiamo che i recenti fatti giudiziari abbiano potuto essere d’ostacolo alla trattativa, ma questa amministrazione Bianco ha proprio nel suo dna di non voler decidere, anche quando abbia tutte carte buone da giocarsi. Preferisce, invece, farsi scivolare addosso le criticità quasi che fossero ineluttabili . Ricordiamo che da 11 mesi, il comune consente ad una società fantoccia di arricchirsi a spese della collettività, con oltre 20 mila euro al mese, malgrado l’appalto sia stato riconosciuto turbato.
Orbene l’amministrazione Bianco, revochi l’appalto alla IPI OIKOS o lo gestisca d’imperio con le regole già contemplate nella legge Regionale 9/2010.
Esca gli attributi, quelli veri e tosti, quest’amministrazione, sette milioni (fino a febbraio 2016) di euro ci sembrano motivi sufficienti per doverlo fare.
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