Catania, processo ferimento Laura Salafia: il 27 sentenza nella città degli indifferenti

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Catania assiste –indifferente come sempre- al processo –davanti al Gup Luigi Barone, in abbreviato, per duplice tentato omicidio, oltre al possesso dell’arma- contro Andrea Rizzotti che, il primo luglio del 2010, sparò, nella centrale piazza Dante, in pieno giorno, colpendo accidentalmente la studentessa Laura Salafia, da allora rimasta paralizzata. Obiettivo vero di Rizzotti era Maurizio Gravino, pregiudicato, sentito al processo come teste. Sullo sfondo, un clima intimidatorio e minacce contro Rizzotti: lo ha ricordato l’avvocato difensore di Rizzotti, l’avv. Giorgio Antoci (nella foto) nella sua arringa nell’ultima udienza. Cinque testimoni hanno riferito in questo senso.Il Pm Pasquale Pacifico ha chiesto sedici anni di reclusione per l’imputato.Ma è soltanto una terribile vicenda di minacce e magari di beffe a sfondo sessuale? No, l’avv. Antoci ha rappresentato, ai cronisti, un quadro generale: è la città che viene fuori, Catania con la sua violenza dai mille volti –dai colpi di pistola all’omertà diffusa e radicata, anche in ambienti insospettabili e “perbene”. Ad aiutare gli investigatori nell’identificazione di Rizzotti sono stati, infatti, due studenti fuorisede: il resto del quartiere Antico Corso, dove è avvenuto il fatto, è rimasto a guardare, a farsi gli affari suoi. Annegato nel suo degrado sociale e culturale.E’ rimasta a guardare anche l’Università, sebbene Laura sia una “sua”studentessa, è rimasto a guardare il comune di Catania, che si è limitato a licenziare Rizzotti, ai tempi custode della Chiesa di San Nicolò l’Arena, in piazza Dante. Né comune, né Università si sono costituiti parte civile. Le manifestazioni immediatamente seguenti alla tragedia sono rimaste, nella peggior tradizione catanese, testimonianza. Scenografia. Chiacchiere roboanti buone solo ad impressionare i gonzi. Quando è stato il momento di “metterci la faccia” allora è stato il momento della “fuga collettiva” dalle responsabilità. Come tante altre volte a Catania.In aula, l’avv. Antoci ha chiesto che il giudice non prenda in considerazione l’aggravante dell’aver agito per futili motivi e che conceda all’imputato l’attenuante della provocazione.Il penalista ha voluto esprimere “profondo rispetto per la situazione di Laura Salafia”. Il processo è stato aggiornato a giovedì 27 quando il giudice si ritirerà per emettere la sentenza.Come annunciato dal legale Carmelo Peluso, avvocato di parte civile di Laura (unica parte civile), è stato attivato un conto corrente per aiutare Laura che tornerà a Catania per Natale. Fino ad oggi il peso per assistere e curare la ragazza grava esclusivamente sulle spalle dei genitori che in 15 mesi non l’hanno mai lasciata sola. Laura ha bisogno di molte cure. Conto corrente: – IT 85F01030 16918 00000 1267 714 – Salafia Laura presso Monte Paschi di Siena.Marco Benanti iena miscredente

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Redazione Iene Siciliane

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