Sindaco contro magistrati: la “furia Stancanelli” e qualche domanda “fuori luogo” che, per la verità, meritava una presa di posizione da parte della Procura della Repubblica di Catania. Il riferimento è alla “questione playa” …di Iena Grossa, Marco Benanti
“…Perché io mi aspetto un altro rinvio a giudizio ora, quello sui precari, per avere fatto il mio dovere, io, assieme alla mia giunta, di aver dato dignità dopo 25 anni, dopo 25 anni, a dei lavoratori che per legge avevano diritto ad avere aumentato l’orario da 24 a 35 ore, come è stato fatto dovunque e sono stato sotto giudizio, ho dato le mie giustificazioni, da circa otto mesi la Procura ha chiesto l’archiviazione, ancora un Gip che archivi non c’è, mentre quando è stata l’archiviazione, dopo un giorno c’è stata l’imputazione coatta. Io voglio capire perché ce l’hanno con me, lo voglio capire, perché.
Perché da quattro anni lavoro intensamente? Perché facciamo la lotta contro la criminalità? Perché siamo soggetti a minacce ogni giorno? Perché non vanno a cercare coloro i quali ci stanno impedendo di aprire le spiagge libere, dove c’è stato uno che è stato ferito mortalmente e c’è un dipendente comunale che si spaventa ad andarci perché è stata minacciata? E non dico altre cose perché poi mi faccio prendere, lasciamo stare, lasciamo stare…”
Raffaele Stancanelli, sindaco di Catania, così si è espresso, sabato scorso 7 luglio, in sala giunta di Palazzo degli Elefanti. Che cosa voleva dire il primo cittadino? Leggiamo bene le sue parole: lui dice di attendersi un altro rinvio a giudizio dalla magistratura catanese. Poi dice “lo voglio capire perché ce l’hanno con me, lo voglio capire, perché”. E a questo punto continua con “perché da quattro anni lavoro intensamente? Perché facciamo la lotta contro la criminalità?” Parole gravissime: che vuole dire Stancanelli? Che la magistratura è contro chi fa la lotta alla criminalità? Ma c’è di più e di più inquietante: “Perché siamo soggetti a minacce ogni giorno? Perché non vanno a cercare coloro i quali ci stanno impedendo di aprire le spiagge libere, dove c’è stato uno che è stato ferito mortalmente e c’è un dipendente comunale che si spaventa ad andarci perché è stata minacciata? E non dico altre cose perché poi mi faccio prendere, lasciamo stare, lasciamo stare..”
Che significa tutto questo? Che sarebbero –lascia intendere Stancanelli- interessi di sorta o simili che spingono a non fare indagini su questo problema? Che cosa paventa il primo cittadino: oscure manovre per non colpire chi non vuole fare aprire le spiagge di Catania? Sono parole “pesantissime” a nostro avviso, illazioni gravissime che dovrebbero spingere i vertici dell’Ufficio di Procura a chiedere spiegazioni immediate a Stancanelli. Diritto di critica? O grave insinuazione?
Comunque, a parte gli organi associativi, la Procura non ha preso posizioni ufficiali sulle parole del sindaco. Siamo sicuri che quando un qualsiasi altro cittadino dovesse dire cose uguali o analoghe la Procura userà lo stesso metro, del resto la legge è uguale per tutti, non lo dobbiamo ricordare noi ai magistrati. Del resto, Stancanelli ha inviato un esposto sui fatti denunciati in conferenza stampa a numerose autorità, compresa la Procura.
Ma che c’è dietro questa contrapposizione? Secondo voci di corridoio, Stancanelli paventerebbe un’agire contrario di qualche magistrato contro di lui in occasione proprio della prossima campagna elettorale, per la quale l’attuale sindaco vuole proporre nuovamente la sua candidatura. Illazioni? Fantapolitica? Fantasmi? Chi lo sa? Certo, che –ad alimentare questi “fantasmi”- sarebbe stato – sempre secondo voci di corridoio- la prima presa di posizione delle associazioni dei magistrati, quella di Unicost. Secondo i bene informati, non sarebbe un caso, ma noi riferiamo questi fatti come indiscrezioni e null’altro.
D’altra parte, il sindaco, forse perchè così abituato da anni di giornalismo “amico”, non risponde alle domande dei cronisti, come accaduto sabato scorso. Al massimo, si alza, se ne va e li lascia attendere dietro la porta. Si direbbe, stile istituzionale. Del resto, c’è da dire che nei giorni seguenti alla conferenza stampa Stancanelli non ha smentito né è tornato sui suoi passi, anzi ha rilanciato, evocando magistrati “non slegati dalla politica”. Altro passaggio piuttosto grave: la magistratura fa politica?
Noi da giornalisti sappiamo che soltanto scrivere o parlare di “processi politici” produce condanne per diffamazione. Ora, il tema è ben più consistente di una condanna per diffamazione, ma una cosa è certa: ci vuole chiarezza. Procuratore Giovanni Salvi: se ci sei, batti un colpo!
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