La promessa è chiara, scandita davanti ai diretti interessati: “Entro gennaio 2015 ridaremo alla Marionettistica dei Fratelli Napoli il Teatro Stabile dell’Opera dei Pupi creato appositamente alle Ciminiere”. Giuseppe Idonea, responsabile delle Relazioni Esterne del Comune di Catania e direttore Cunes Comuni Unesco Sicilia, ne è certo. “Sono felice – aggiunge Idonea – nel riportare il messaggio del sindaco Bianco che si è operato e preoccupato ad arrivare ad un accordo con l’Ente provinciale”.Quella struttura, che i fratelli Napoli chiedevano già da tempo, andrà alla famiglia di pupari giunti alla quinta generazione. Se n’è discusso durante la conferenza “Pupi e Pupari una storia appesa ai fili”, nell’aula magna dell’Accademia di Belle Arti.
Una tavola rotonda coordinata da Daniele Lo Porto, segretario provinciale Assostampa sindacato unitario giornalisti, e animata da: Lina Scalisi, Ordinario Università di Catania, Paolo Patanè, avvocato, Liliana Nigro, docente Accademia di Belle Arti, Carmelo Nicosia, docente Accademia di Belle Arti, Fiorenzo Napoli, direttore artistico Marionettistica Fratelli Napoli, e Alessandro Napoli, antropologo, voluta per affrontare e ricordare ai numerosi presenti, che i Napoli dopo il passaggio di consegne tra l’uscente presidente della Provincia Nello Musumeci e il successore Raffaele Lombardo non hanno più usufruito di quel teatro creato appositamente per ospitare gli spettacoli dell’Opera dei pupi. “Da oltre un decennio il Teatro dell’Opera dei pupi siciliani è chiuso e abbandonato a se stesso, come gran parte delle Ciminiere. Sembrerebbe che le amministrazioni di Raffaele Lombardo prima e Giuseppe Castiglione, dopo, abbiano voluto nascondere alla città una struttura e i suoi musei che avrebbero potuto dare ritorni economici e vivacità culturale – ha dichiarato Daniele Lo Porto -. Con l’attuale gestione commissariale della Provincia si è arrivati alla chiusura di due musei, a Nicolosi e Caltagirone: l’eventuale riapertura del Teatro dell’opera dei pupi sarebbe quasi un miracolo”. Buone notizie per i noti pupari arrivano anche dall’università. “Stiamo stabilendo un protocollo d’intesa tra il Dipartimento di Scienze Umanistiche e i Fratelli Napoli – annuncia Lina Scalisi – in modo da tutelare e conservare la secolare tradizione di opranti che contraddistingue il loro percorso storico”.
Caloroso ed animato l’intervento di Fiorenzo Napoli, che senza mezzi termini spiega la difficile situazione che stanno vivendo: “Dopo la dolorosa perdita del Teatro Stabile delle Ciminiere pensavamo che l’opportunità del Teatro – Museo nei locali di Vecchia Dogana fosse il luogo definitivo in cui poter rappresentare i nostri spettacoli e far conoscere alle scuole, ai turisti e agli appassionati la nostra storia. Siamo stati costretti ad interrompere il cartellone teatrale e a non sapere cosa rispondere a tutti coloro che volevano assistere alle nostre rappresentazioni o ammirare i nostri pupi storici in quanto non abbiamo una dimora dove far alloggiare i nostri paladini”.
Dopo due anni e mezzo di impegno nel proseguire tra innumerevoli difficoltà l’attività concordata con i dirigenti della srl di riferimento i Napoli lasciano Vecchia Dogana rischiando di non poter operare più.
“La promessa fatta in un luogo apolitico, ma votato alla cultura, come l’Accademia di Belle Arti – spiega Liliana Nigro – mi trasmette positività, perché l’importanza storico culturale dell’Opera dei pupi, riconosciuta il 18 maggio 2001 dall’Unesco patrimonio orale e immateriale dell’umanità, non può e non deve rischiare di non esistere più. Guardiamo con ottimismo la proposta fatta auspicando che il sostegno alla famiglia Napoli arrivi ancora prima dei tempi previsti”.
Alla fine degli interventi i Napoli hanno dato al pubblico presente la possibilità di poter ammirare alcuni scenari storici dipinti dal compianto Rosario Napoli.
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