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CATANIA, “PSYCOPIDDI’ “: DIETRO L’ULTIMO CASO UNA SEGRETERIA CONTESTATA. CHE USA METODI CHE DI DEMOCRATICO NON HANNO NEMMENO IL NOME
Pubblicato il 20 Giugno 2014
Nuovo capitolo di un gruppo dirigente di “nani politici” che…
di iena politica marco benanti
Nella peggiore tradizione della burocratja di partito, sull’ennesimo caso di “democrazia abortita” –stavolta per un circolo sanità creato dal basso e osteggiato dall’alto- nel Partito Democratico di Catania arrivano le parole della segreteria. Parole che tentano di nascondere –per l’ennesima volta- una realtà politica diversa, probabilmente diametramente opposta.
Questo il comunicato: “ieri, nella sede del partito democratico provinciale, la segreteria provinciale ha costituito il 1° forum provinciale per la sanità. Ai sensi del comma 3 art. 32 dello statuto Regionale del PD, il Forum rappresenterà una piattaforma permanente di confronto ed elaborazione della proposta politica, nell’ambito della salute pubblica, del partito democratico in provincia di Catania.
In un clima di entusiasmo e collaborazione reciproca, alla presenza di Enzo Napoli, dei componenti l’esecutivo Provinciale, dei Parlamentari Burtone e Vullo e dei numerosi operatori del settore sanitario iscritti e simpatizzanti del Partito Democratico, tra cui giovani studenti universitari, medici, sindacalisti, componenti circolo funzione pubblica e promotori del circolo tematico sanità, l’assemblea ha deciso di avviare una puntuale “road map” nel segno della condivisione interna e della sinergia politica, al fine di ricercare soluzioni normative alle criticità del sistema sanitario, promuovere il diritto alla salute in provincia di Catania, migliorare i livelli di assistenza primaria e socio-sanitaria del cittadino, affidando alla deputazione regionale e nazionale le eventuali proposte di Legge che emergeranno dal forum sanità.
Giuseppe Aiello componente esecutivo provinciale e responsabilità sanità dichiara: “Durante il dibattito, è emersa palesemente la convinzione che l’unità di intenti, la cultura della condivisione e la ricerca della sintesi, siano gli strumenti irrinunciabili della “buona politica” e del Partito Democratico”.
Il “forum permanente sanità”, quindi, rappresenterà una “agorà” aperta a tutti, anche ad amministratori locali, operatori del settore, non iscritti al partito. A tal proposito si comunica che la adesioni al forum ed ai gruppi di lavoro, che saranno, poi, formalizzate durante la prossima direzione provinciale del PD, potranno essere inviate tramite mail (aiello_giuseppe@hotmail.com) o segnalazione alla segreteria Provinciale.
Il Gruppo promotore forum sanità si incontrerà lunedì 23 Giugno alle ore 19:30 presso la sede provinciale del partito, la partecipazione, ovviamente, è estesa a tutti
La riunione di lunedi è da intendersi quale incontro “operativo” tra i componenti il gruppo promotore del forum sanità. Inoltre, si sottolinea, la presenza del segretario del circolo tematico “pubblico impiego” che ha precisato di voler aderire al forum sanità, così come il sindacato giovani medici precari.”
Insomma, con un farisaico linguaggio da “parrocchia di provincia”, la segreteria “democratica” pensa così di chiudere il caso, l’ultimo di una serie che testimoniano la crisi politica di un gruppo dirigente, quello catanese, del Piddì incapace di dialogare con le istanze, magari confuse, magari non scevre di errori, di democrazia che vengono dai militanti. La “famosa base” che ormai è da tempo in constante fuga da un “partito caserma”, dove sembra essere in vigore soltanto la logica della cooptazione. E dove anche i “giovani” come Giuseppe Berretta, che avrebbero dovuto traghettare verso il rinnovamento, sembrano nelle strategie già “vecchi”.
Non assolutamente una novità, piuttosto un fenomeno ormai dilagante, che vede come protagonista negativa una segreteria senza autonomia politica, garantita nei suoi equilibri dalla Cgil e dall’area che fa riferimento ad Enzo Bianco. Insomma, un asse che ha determinato l’attuale assetto, con un’operazione che ha assunto sempre più connotati di conservazione e di direzione autocratica. In particolare, nella vicenda del “circolo sanità” il ruolo di oppositore -nemmeno tanto occulto- del sindacato è apparso a molti come decisivo nelle mosse –prima dilatorie e poi sostanzialmente ostili- del segretario provinciale Enzo Napoli. Arrivato a Catania Napoli come coordinatore in occasione dell’ennesima crisi politica di un partito senza anima, ma pieno di correnti come nella peggiore tradizion democristiana e divenuto in seguito segretario: una segreteria che coincide sempre più con la Camera del lavoro e con la “cordata dei fan” di Enzo Bianco.
Ma cosa c’è dietro questo ennesimo scontro? Già nello scorso dicembre, dalla base del partito era arrivata al segretario Napoli la proposta concreta, già con decine di adesioni, provenienti da personale qualificato del settore, di un “circolo sanità”. Proposta sulla quale Napoli non aveva allora espresso contrarietà. Anzi.
Da una forte componente di militanti erano venute più volte sollecitazioni. Non solo: ad aprile scorso da Napoli erano arrivate parole di approvazione della proposta di un comitato promotore già esistente. Insomma il circolo si poteva fare. Con tanto di garanti, per vigilare sul tesseramento e sulle operazioni congressuali del nuovo soggetto. Alle parole non sono, però, seguiti i fatti: chissà forse erano dietro l’angolo le Europee, o magari altra scusa per dilatare i tempi? E non è finita: perché, di recente, è arrivata anche la nomina del garante per il tesseramento e lo svolgimento del congresso: il responsabile sanità Pd provinciale Giuseppe Aiello. Indicato da Napoli. Peccato che di fronte alla data già stabilita del congresso (per il 26 giugno) il segretario Napoli si è opposto. Ma non lo aveva fatto nemmeno Aiello.
Strano? Bizzarro? Suicida? Perché fare ostacolo alla nascita di un circolo, con decine e decine –sembrerebbero ottanta le adesioni- in un partito che a livello catanese conta meno di mille iscritti e in provincia ha numeri assolutamente non in linea con il ruolo regionale e nazionale? Insomma, un “partito-nano” diretto da un gruppo dirigente di “nani politici”. Ecco, forse, questa è la spiegazione di questa situazione.
Da tempo, ormai, la segreteria provinciale del Pd di Catania è contestata: lo hanno fatto i militanti di Motta S.Anastasia umiliati con diktat dall’alto e dicerie messe in giro per screditarli nelle loro scelte quando c’è stato da decidere il candidato sindaco alle recenti amministrative. Malumore si avverte anche in componenti renziane, soprattutto le più giovani.
Per non parlare cosa è accaduto in periferia a Catania, dove due consiglieri di circoscrizione della Quinta (Monte Po-Nesima-San Leone) si sono dimessi dopo una “diffida” –rivolta ad Anastasi, “accusato” di non essere tesserato- firmata anche da Napoli. La vicenda di Salvatore Anastasi e Tanja Tasco –due esponenti che sul territorio lavorano da tempo e molto, raccogliendo oltre mille voti alle ultime elezioni- sono l’ultima “spia politica” di un partito gestito in modo autocratico, dove comandano in pochi, con metodi che di democratico hanno poco o nulla. E che rischia seriamente di fare rimpiangere la peggiore Dc.
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