OGGI ALLE 10 MANIFESTAZIONE Anche per Enrico Trantino,questa volta si è andati al di là della decenza. Al dilà di “Sua Maestà” l’interesse privato, che anche con l’amministrazione Trantino ha finora fatto il bello e il cattivo tempo, nel tragicomico silenzio fra gli altri di quelli della “destra sociale”. Un ossimoro. Ma cosa c’è all’orizzonte? […]
Catania “quattro stagioni”al cemento: la denuncia di Confcommercio. “Siamo tornati agli anni Sessanta…”
Pubblicato il 13 Dicembre 2012
Critiche forti al Prg. E presto nuova colata di mattoni, magari sul lungomare?a cura di iena rossazzurra
Non usano mezzi termini e parlano di “sacco della città”. Criticità evidenti e forti sono state riscontrate nel Piano regolatore cittadino dopo uno studio approfondito del vice direttore di Confcommercio Catania Francesco Sorbello e del presidente di Ascom Catania Giovanni Saguto, che stamattina hanno illustrato alla stampa in maniera dettagliata con Prg alla mano.Chiara la premessa del presidente Saguto: “Non vogliamo metterci di traverso ma contribuire con proposte non strumentali. Premesse per stimolare un dibattito con l’amministrazione e le forze sociali. Crediamo che il Prg debba mettere ordine alla città, senza compromessi”.La Confcommercio, alla luce di quanto riscontrato, invita il consiglio comunale di Catania a sospendere la trattativa del Prg, a riconsiderare obiettivi e strategie, e invita l’amministrazione comunale a una identificazione del Piano in linea con il reale rispetto degli elementi ambientali e paesaggistici.”Questo Piano regolatore sembra rispecchiare i canoni degli anni 60, quando si costruiva ovunque senza criterio –. attacca Francesco Sorbello – La nostra attenzione è caduta principalmente su due punti: il dimensionamento anagrafico e urbanistico e il waterfront. Nel Piano viene infatti formulata una prospettiva di crescita demografica di ben 39.500 unità che ci appare decisamente sovradimensionata ma che soprattutto condiziona le facoltà edificatorie per eccesso. Si consideri che la popolazione dell’intera provincia è cresciuta nell’ultimo ventennio di soli 55 mila unità; appare del tutto sproporzionata la prospettiva di crescita della città, pur considerano le eventuali migrazioni dai comuni dell’hinterland. Inoltre, la città presenta una consistenza immobiliare – edifici privati residenziali – che nel passato è stata capace di ospitare ben 400 mila residenti, tale, infatti, era la popolazione nel 1971. Un fattore che dovrebbe indurre ad un minore utilizzo di nuovo suolo ai fini edificatori e ad un riutilizzo degli edifici esistenti, spesso abbandonati. La consistenza immobiliare esistente, da sola, potrebbe ospitare anche l’incremento anagrafico previsto, che, ribadiamo, non consideriamo comunque verosimile”.Secondo la Confcommercio la previsione di nuova edilizia residenziale è, inoltre, contrastante con il principio di recupero del patrimonio edilizio che avrebbe almeno due vantaggi: ripresa e messa in sicurezza degli edifici e valorizzazione del centro storico e dell’area urbana. Ma ciò che ha fatto gridare allo scandalo è la possibilità di costruire palazzoni di 18 piani in uno dei punti del waterfront di maggior pregio.”Relativamente all’aerea risorsa compresa tra piazza Europa e il limite Nord del Porto, la previsione di edifici sul mare, torri fino a 18 elevazioni che significa circa 60 mt di altezza, – denuncia Sorbello – appare piuttosto una cinta fortificata e un ammasso di cemento che deturpa il contesto ambientale del lungomare ed anche l’ambito urbano limitrofo, piuttosto che riqualificarlo, e genera valore solo per coloro che vi costruiranno. Peraltro, appare ancora assolutamente incoerente che da un lato si prefiguri la demolizione degli archi della marina per “avvicinare” la città al mare e dall’altro si recida definitivamente il rapporto di piazza Europa e piazza dei Martiri con il mare lasciandone il godimento a pochi eletti. Si tratta di aree strategiche che, invece, potrebbero divenire trainanti nella prospettiva di costruire solo una rete di percorsi ad attrazione turistica, e riavvicinare, senza compromessi, fisicamente i catanesi al mare. Una scelta che non possiamo condividere per nessuna ragione al mondo”.Ma non si ferma qui l’analisi di Confcommercio. Sotto la lente anche le aree risorse speciali, complessi ospedalieri cittadini dismessi o in corso di dismissione allocati a diretto contatto con il centro storico e parte dell’area urbana consolidata, ovvero con quelle aree dove andrebbero risolti i problemi di deficit di servizi di quartiere (verde, parcheggi, ecc) e invece anche in questi casi viene prevista la funzione residenziale.
“Queste aree, o alcune di esse -, continua Sorbello – andrebbero per esempio considerate per risolvere il problema dislocazione scuole, fattore che nel Prg non è adeguatamente considerato. Una mappatura delle scuole superiori, infatti, farebbe rilevare l’inadeguata location di molti plessi per via dell’assenza di parcheggi, di aree fermata, di sedi stradali idonee”. Ambigua anche la parte commerciale del Prg di Catania, perché da un lato rimanda al piano di urbanistica commerciale le relative prescrizioni, ma dall’altro effettua scelte proprie del PUC, così come non viene colmato il deficit di parcheggi nella I e II municipalità, aree ad alta vocazione commerciale..
“In particolare – spiega ancora Sorbello – vengono ammessi i centri commerciali fino a 5000 mq. di superficie di vendita, una situazione che scatenerebbe effetti negativi per l’intero sistema distributivo della città, che verrebbe penalizzato principalmente nel centro storico”.
Lascia un commento