Catania, sabato antimafia alla ‘Link University’: con Vincenzo Scotti e l’ombra del bingo di piazza Alcala’


Pubblicato il 16 Giugno 2012

Nuovo appuntamento nella sede dell’università alla Playa, laddove era ospitata la redazione di “Sud”. Un luogo che parla anche di…Bingo!Di Iena Al Freddo

Nuovo fondamentale appuntamento nella lotta alla mafia: organizzato dalla Link Campus University, si tiene oggi, alle 10,30, nell’aula magna della sede catanese dell’ateneo privato, al viale Kennedy, dove ha sede anche l’hotel “Le Dune” (e che in passato ha ospitato la redazione di “Sud”, giornale investigativo) dell’imprenditore Alessandro Indovina, la presentazione del libro “pax mafiosa o guerra: a vent’anni dalle stragi di Palermo”. Autore Vincenzo Scotti (nella foto), presidente della Link, già Ministro degli Interni, subentrato ad Antonio Gava, nel sesto governo Andreotti (1989-1991) e legato al famoso senatore a vita Giulio (prescritto per mafia fino al 1980) da lunga militanza politica. Anche contro la mafia. Relatori: Luis George Garay, Magister in Economics, presso l’Universidad de los Andes, Bogotà Colombia, Giovanni Tinebra, Procuratore Generale della Repubblica a Catania e lo stesso Scotti. Introduce e modera il vicepresidente nazionale di Confindustria Ivan Lo Bello. Non poteva mancare, nemmeno stavolta. E’ scritto nell’invito all’incontro: “seguirà un dibattito sul tema a cui prenderanno parte esponenti illustri del mondo del giornalismo, della cultura e della società. La partecipazione è gratuita”.

Ma come non partecipare? Leggendo la grande storia di Vincenzo Scotti abbiamo trovato anche questo: “un’inchiesta di Report del 1 ottobre 2002, intitolata “Dietro al Bingo”, rivela alcuni retroscena torbidi sulla “industrializzazione” del gioco della tombola (rinominata di fatto ‘Bingo’) e i coinvolgimenti politici. In particolare la Gabanelli sintetizza dicendo “Imprenditori privati e multinazionali spagnole del gioco d’azzardo che hanno fiutato l’affare nel 1999 quando sotto il governo D’Alema il gioco della tombola diventa Bingo. Ma il decreto legge che lo rende operativo e che trasformerebbe in illegali tutte le tombole di quartiere nasce il 21 novembre 2000. Ministro delle Finanze Ottaviano del Turco, Ministro del tesoro Vincenzo Visco.” Nella partita entra anche l’ex ministro Vincenzo Scotti, che co-fonda, assieme a Luciano Consoli (in area D’Alema), “Formula Bingo”, società nella quale è presidente, che svolge consulenze per l’apertura delle sale bingo e rapidamente ottiene 214 delle 420 concessioni messe in campo sino a quel momento, grazie anche all’alleanza con Codere, una multinazionale spagnola del gioco d’azzardo. Codere e “Formula Bingo” danno un’impronta industriale e altamente lucrativa al gioco casalingo della tombola, dove sono necessari grandi costi e investimenti da parte dei concessionari (i quali -stando all’inchiesta- per rifarsi necessitano di giochi più lucrosi e speculativi). Con questa operazione “Formula Bingo” guadagna l’1.50% su ogni cartella venduta dalla sue 214 consociate. Scotti è anche presidente di Ascob, l’associazione dei concessionari. È lo stesso Scotti, infatti, che, in Senato, preme per rendere abusive le tombole nei circoli e consentire l’introduzione di slot machine e videopoker.”

E chi è proprietario del Bingo, in piazza Alcalà, a Catania? Proprio lui, Alessandro Indovina, che nei locali de “Le Dune” ospita questo interessante convegno. Guarda un po’ le coincidenze. E chi ha parlato anche di quel Bingo? Il boss pentito “killer precario” del clan Cappello Gaetano D’Aquino: “…io andai da Angelo Santapaola e gli specificai che intanto lo Scardaci non faceva piu parte della famiglia Mazzei ma che era passato con i ‘milanesi’, ed ad noi erano molto piu vicini e gli garantii che lo Scardaci non metteva piu mani nel Bingo Alcalà, ed il Santapola mi puntualizzò: Ca ci semu nuatri, o Bingo Alcalà ci siamo noi e nessuno deve mettere mano…”. Allora, buona antimafia a tutti!


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