Catania, Santo La Causa parla dei rapporti tra mafia e massoneria e indica in Vincenzo Santapaola il capo di cosa nostra etnea


Pubblicato il 17 Maggio 2012

La Causa: “ecco i rapporti mafia-massoneria”- Il neocollaboratore parla anche di una relazione che ritorna…di Iena Giudiziaria, Marco Benanti

In uno dei verbali, davanti ai sostituti Antonino Fanara e Agata Santonocito, il neo pentito La Causa parla anche di rapporti tra mafia e massoneria. Ecco cosa ha detto: “per quanto concerne i rapporti tra l’organizzazione e la massoneria, della quale ultima io non faccio parte, posso dire che, oltre al Tommaso di cui ho già parlato in un precedente interrogatorio, ne faceva parte ‘Mirenda’ di Paternò perché so che egli si rifiutava di avere rapporti con Zuccaro Maurizio e Zuccaro Rosario perché aveva saputo dalla cerchia dei Massoni, cui egli apparteneva, che essi erano dei confidenti. Ho saputo da Enzo Santapaola, il figlio di ‘Nitto’, che l’avvocato che lo difese nel processo per l’omicidio del figlio di Riela e che era stato pagato dal padre della vittima era massone al pari di Riela, fratello della vittima, attualmente detenuto. In quella occasione Enzo Santapaola mi fece capire che l’avvocato avrebbe potuto aiutarlo nella vicenda giudiziaria anche in ragione delle sue conoscenze derivanti dall’appartenenza alla Massoneria. Non so dire comunque se il Santapaola che era colpevole sia stato assolto per le amicizie del difensore o per una buona difesa”.

L’ex boss ai magistrati ha anche raccontato che “a Catania il capo dell’organizzazione Cosa nostra è Vincenzo Santapaola, figlio del boss ergastolano Benedetto, anche se “non si è fatto conoscere come tale da tutti i componenti dell’organizzazione”. La Causa ha svelato che il “basso profilo” di Enzo Santapaola non era gradito ai “palermitani”, tanto che i Lo Piccolo fecero sapere di non “volere trattare con un ‘fantasma’, perché loro non concepivano che un capo non decidesse di mostrarsi sempre e a tutti come tale”. Infine, sottolinea il pentito, in alcuni paesi etnei erano nati delle “convinzioni sbagliate”: che “io avevo preso il posto di Benedetto Santapaola”.


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