Catania senza memoria: “lo scandalo” del trasferimento del tribunale lavoro. Il magistrato Acagnino parla. Ma dimentica che da anni c’è chi denuncia e scrive. E dimentica che lo scandalo nasce per precisa volontà di suoi colleghi


Pubblicato il 26 Gennaio 2013

In occasione della prima uscita del comitato civico “Cittadella della giustizia a Catania” viene fuori una questione -vergognosa- frutto della volontà della magistratura catanese. A cui nessuno o quasi si oppone, a cominciare dagli avvocati… di iena memoria storica Marco Benanti 

“La nuova sede della sezione lavoro del Tribunale in via Guardia della Carvana è uno scandalo, una vicenda per cui ogni cittadino sarebbe dovuto scendere in piazza.” Perchè? “La sede si trova in un luogo assolutamente inidoneo che dovrebbe prevedere un accesso di circa mille persone al giorno, ma dove sono i parcheggi? E’ una cosa assurda che sia potuto pensare ad una soluzione simile”. La responsabilità? “Ci sono, ma la responsabilità maggiori sono della città che nulla fa per dire la propria opinione”.

Così il magistrato -presidente di sezione del tribunale civile- Marisa Acagnino, l’altro giorno al Tar per il dibattito sulla futura “cittadella giudiziaria”. Il sindaco Raffaele Stancanelli le ha dato ragione e ha aggiunto -udite udite- che c’è un contratto da rispettare. Ma perchè i contratti sono scolpiti nella pietra?

 

Di che si parlava? Di una vicenda in corso da anni: ne abbiamo parlato sul nostro sito. Ne abbiamo parlato sul settimanale Magma. Ma, in particolare, le denunce (risultati finora? Zero) le ha fatte l’avv. Ezio Maccarrone, mentre gran parte dei suoi colleghi si giravano dall’altra parte. E’ vero che il consiglio dell’ordine degli avvocati e qualche associazione ha dapprima fatto qualcosa per sollevare il caso, ma con molta prudenza e senza risultato alcuno. Perchè quando ci sono di mezzo i magistrati -a differenza di quanto si sostiene nella vulgata “antiberlusconiana” alla moda- tutti o quasi si terrorizzano. E lasciano fare!

Ecco quanto scrivevano noi qualche tempo fa (giugno 2012):

“Il Tribunale sezione lavoro presto sarà trasferito: udienze sotto il livello della strada. L’avv. Maccarrone dà un’ anticipazione che lascia senza parole. Chi crede ancora nel diritto e nella giustizia resterà ancora in silenzio? C’è da “ingoiare” anche questo?

di Iena Ambulante, Marco Benanti

Non succede nulla: siamo a Catania, nel “circolo degli amici perbene”.Presto il Tribunale di Catania sezione lavoro lascerà la sede di via Verona per trasferire nel condomio di via Guardia della Carvana. Quella che è stata descritta nei termini di una “follia amministrativa” (una delle tante di una città senza regole né raziocinio come Catania) è ormai nella fase operativa. La notizia arriva da uno dei pochissimi catanesi che ha cercato di fermare questa “follia”, l’avv. Ignazio Maccarrone. Il legale spiega, sulla scorta di documenti della commissione giudiziaria competente, che il trasferimento è ormai imminente.

Gli appelli e gli incontri in tema di parte dell’avvocatura, come quelli dell’Associazione Nazionale Forense sezione di Catania, gli esposti e le denunce all’Autorità Giudiziaria, in primis quelli dell’avv. Maccarrone che ha sollevato tutta una serie di seri problemi di natura urbanistica e di sicurezza, in particolare, sembrano non avere prodotto alcun risultato. Nel frattempo, a “sinistra” –o similtale- s’avanza un silenzio d’ordinanza. La “città degli amici” colpisce ancora?E così mentre quella che doveva diventare la “cittadella della giustizia”, il palazzo ex sede delle poste al viale Africa, marcisce nel degrado, il tribunale sezione lavoro cambia sede: da via Verona a via Guardia della Carvana, passando da uno spazio di 3.600 metri quadrati per 350.000 euro circa all’anno di spesa d’affitto a 1.800 metri quadrati per quasi 800.000 euro all’anno e la necessità di lavori ulteriori di adeguamento.Inoltre, le udienze di primo grado si terranno in un piano seminterrato, a livello della strada e i magistrati per accedere alle loro stanze dovranno utilizzare una scala condominiale, rischiando magari la mattina di incrociare qualcuno in pigiama o che porta a spasso il proprio cane. In generale, poi la nuova sede dovrà servire l’utenza della Corte d’Appello di Catania, che significa quasi tutta la Sicilia Orientale! Insomma, una soluzione davvero razionale e conveniente, secondo i parametri di efficienza e buona amministrazione che devono essere seguiti nell’agire amministrativo. Così dice la Legge, ma a Catania tutto è possibile, anche non fare conoscere a lungo(eppure il contratto di locazione fra comune ed impresa proprietaria dell’immobile di via della Carvana è del 16 febbraio 2010) ai diretti interessati, gli avvocati-lavoristi, che la loro sede di lavoro sta cambiando. E dove? Si trasferendo in un immobile sede di un condominio con dodici famiglie (sic!), in una strada, via Guardia della Carvana, che di fatto è un “budello”, con scarsi o nulli parcheggi, in un’area già adesso “affogata” nel traffico, dove, non a caso, si trovano uffici pubblici di grande impatto viario, dalla sede amministrativa della Questura alla scuola “Carducci”. Ma quando apriranno i nuovi uffici cosa accadrà? Si chiameranno i vigili del fuoco oppure meglio il 118? Ma per il comune, dopo qualche “balbettio”, tutto è a posto. E l’avvocatura, tranne pochissime voci, resta inerte. Forse, al massimo, avrà visto in tivvù il caso del Tribunale lavoro di Aversa, al centro di una denuncia di “Striscialanotizia” (divenuto da tempo uno dei pochi strumenti al servizio dei cittadini per ottenere giustizia) per i problemi legati ad un’ascensore e all’impossibilità per i soggetti svantaggiati di fruirne. Sembra un “film già visto” , insomma che potrebbe ripetersi a Catania.Insomma, una scelta assurda, che ha un “genitore” preciso: la commissione per la manutenzione dei locali e dei mobili degli uffici giudiziari di Catania, composta da magistrati e dal rappresentante del consiglio dell’ordine degli avvocati. Ma cosa c’è dietro questa storia? Ci sono interessi o pressioni particolari? Nessuno lo dice esplicitamente, ma quel che emerge in questa storia è l’irrazionalità della scelta oltre alla tentazione di poca o nulla informazione sul tema. Di fatto, questa decisione è cominciata a maturare da tempo, anche perché la sede attuale del tribunale sezione lavoro, in via Verona, è assolutamente insufficiente con gravi carenze in tema di sicurezza. Peccato che i problemi di via Verona sono arcinoti, non fosse altro che il tribunale sezione lavoro è lì ospitato da ben 18 anni! E allora cosa è accaduto? Sembra proprio che ci siano state pressioni togate, in particolare di alti magistrati, come Guido Marletta, già Presidente della Corte d’Appello, che avrebbe “caldeggiato” la soluzione attuata. Problema reale quello dell’occupazione e del tribunale a Catania. Non mancano problemi anche alla Banca di Sviluppo, dove lavora la nuora di Marletta. Che poi nel consiglio d’amministrazione (oltre ad essere azionista) di Banca Base, ovvero nel governo dell’ istituto di credito, sieda anche Domenico Toscano, uno degli imprenditori proprietari -assieme al suo “braccio destro” Carmelo Russo -con la ditta “Domus Enterprice srl”- dell”immobile di via Guardia della Carvana, è un dato di cronaca e nulla di più. Non facciamo illazioni, facciamo cronaca.Comunque, di fronte a questa ennesima “vittoria” del “sistema Catania” porgiamo il cappello: chapeau! Siete davvero i migliori.”

E siccome facciamo cronaca pubblichiamo -in alto- una foto recente che viene dalla sede di via Verona del tribunale lavoro, con i fascicoli buttati per terra. In attesa di cambiare sede. Lasciamo al lettore ogni commento.

A proposito oggi s’inaugura l’anno giudiziario: buona giustizia a tutti!

  


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