Dopo la “batosta” per Fontanarosssa, nuovi “scenari allettanti” per gli “sperti”…di iena sotto il vulcano
Che Catania sia una realtà da tempo presa a pesci in faccia lo disconoscono in pochi. A parte i “tifosi” del “Potere buono” insediatosi da qualche tempo. I fatti parlano di una realtà in “caduta libera” socialmente, economicamente. Politicamente. Una triste comunità senza opposizione, “manganellata” mediaticamente ogni giorno. E soprattutto con “gruppi dirigenti” di infimo livello. Roba da provincia dell’impero.
Non a caso, qualche settimana fa è arrivata la “bocciatura” di Bruxelles per lo scalo rossazzurro: adesso a rischio è anche l’interporto, un’altra infrastruttura sempre celebrata, a parole. Nella migliore tradizione dell’ “industria delle chiacchiere” che alberga in Sicilia e a Catania. Di fatto, il Parlamento sta per approvare un provvedimento di legge che “taglierebbe” fuori l’interporto di Catania sulla base di un parametro: la lunghezza dei treni. Che dovrebbero essere di 750 metri per rimanere -come dire- in “serie A”.
Il rischio è “rimbalzato” oggi, a margine, dall’incontro promosso, a Palazzo degli Elefanti, dal sindaco Enzo Bianco contro il declassamento di Fontanarossa.
Bianco ha annunciato che ha chiesto alla deputazione nazionale di fare un emendamento per superare questo empasse.
Riusciranno i “nostri eroi” a fare almeno questo?
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