Stanotte impatto sul new jersey su un lato del cantiere del Tondo Gioeni, ma si minimizza…di iena senza bandiera“Apriamo il telegiornale, con la notizia di un incidente che stanotte ha suscitato apprensione. C’è stato un impatto forte, a causa delle gravi lacune nell’illuminazione della strada, ne ha fatto le spese un giovane a bordo di….”
Ma non è andata così! Siamo al tempo della “primavera” -dopo i “disastri della destra”- e quindi, va si va…dolce, molle…insomma non si calca la mano. Eppure stanotte un giovane a bordo di un fuoristrada è finito addosso al new jersey in cemento che delimita un lato del cantiere dell’abbattendo Tondo Gioeni, dal versante di viale Fleming.
Nessun danno grave, per fortuna. Forse l’alta velocità? O forse l’illuminazione e la segnaletica non sufficienti? Vedrà la “municipale”, ma intanto la notizia è finita in mezzo a tante altre, anzi o meglio in mezzo al dato che “oggi va meglio di ieri” per il traffico.
Stamane i segni dell’impatto erano ancora sul selciato (foto in alto), accanto alle barriere che delimitano il cantiere. E le auto scorrevano in fila indiana. Non proprio velocemente.
Altrettanto su via Caronda (foto accanto), la zona che appare “soffrire” di più. A proposito: ma i commercianti non protestano? Manco una noterella delle associazioni di categoria? Stancanelli, per molto meno, fu fatto…a fette. Quanto tempo ci vorrà prima che le casse di botteghe e negozi diano segnali talmente negativi (come si può fare acquisti se non si può parcheggiare o fermarsi con l’auto?) da suscitare reazioni?
E dire che qualcuno segnala “imbottigliamenti” in aumento -in mattinata- su via Vincenzo Giuffrida: per caso un riflesso del cantiere sulla circonvallazione?
E va bene che il vicesindaco Marco Consoli (a proposito il sindaco dov’è? In ferie?)rassicura la città, che le cose vanno bene, che ci saranno miglioramenti (anche per la segnaletica…), che non verrà smontata la rotatoria su via Caronda a salire (un altro cantiere? Altre spese? Non è il caso). E tanto altro. Certo, magari qualcuno, anche Consoli, ammette che il sottopasso risolverebbe molti problemi: ma costa. Tempo e soldi. Che non ci sono. E poi bisogna sempre dire che il comune deve risparmiare? Che volete: bisogna dare i soldi all’impresa e nello stesso tempo risparmiare. E fare credere tutto questo alla gente. Che lo fanno per il “bene della città”. Ma le emergenze vere -(a proposito a Librino quando si farà qualcosa, dopo i proclami elettorali?)- a quando?
Comunque, suo Odorico da Pordenone la fila stamane non mancava
e all’imbocco di via Etnea ecco era tutto a posto…
Comunque, la sensazione è che -dopo l’abbattimento (in diretta tivvù sabato su Rei Tv (l’editore e l’impresa dei lavori coincidono)- comincerà un’ altra fase di questa “operazione emergenza sismica” che solo nella Catania “normalizzata e narcotizzata” dalla propaganda può andare avanti senza un sussulto di reazione, che dire, magari solo un pernacchio a tanti “scienziati” a Palazzo!
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