Catania show: “Modigliani” e una “mala cumpassa”…storica!


Pubblicato il 19 Dicembre 2012

di Iena originale

Piero Manzoni inscatolò le sue feci, come “merda d’artista” e le varie scatole, originali, sono esposte nei più grandi musei del mondo. A Catania invece, nel dicembre 2010, si è inscatolata la “figura di merda”, autori l’ex assessore alla cultura Marella Ferrera ed il sindaco di Catania Avv. Raffaele Stancanelli.Ci riferiamo alla mostra “Modigliani, i ritratti dell’anima”, tenutasi a Catania nel dicembre 2010. Dopo due anni di indagini hanno arrestato Parisot, il deus ex-machina dell’operazione assieme ad un rinomato gallerista catanese. La mostra fu proposta come pacchetto chiavi in mano all’assessore alla cultura in carica all’epoca dei fatti, la stilista Marella Ferrera, la quale però si prese la briga di curarne l’allestimento con i pessimi effetti dondolo (i quadri appesi con la lenza da pesca…manco nelle parrocchie fanno sti allestimenti) come riscontrato nell’articolo sulla mostra a suo tempo pubblicato da Exibart (all’epoca il più rinomato sito italiano sull’arte) e del quale riportiamo il link a fine articolo.

Ospite d’onore della mostra il presunto ritratto di Sant’Agata che puzzava proprio di falso lontano un miglio, addirittura sul quotidiano della Santa Sede, l’Osservatore Romano (l’articolo approdò in città grazie al sito di news CataniaPolitica ma venne ignorato da altri media…chissàperchè…), se ne scrisse parecchio proprio mettendone palesemente in dubbio l’autenticità. Anche il settimanale i Vespri dedicò allo strano evento uno speciale ed anche una copertina. Ma l’assessore stilista-allestitrice di mostre ed il sindaco di Catania se ne fregarono, fin a giungere alla ridicola situazione in cui Vittorio Sgarbi (sbandierato come super esperto della mostra, ma che per sua stessa ammissione era venuto a Catania senza manco sapere che ci fosse la mostra) disse al sindaco, all’inaugurazione e davanti a tutti “nel dubbio era meglio non esporre quest’opera”, il sindaco incassò la frase con faccia inebetita subito trasformata in espressione da “e cusiinifutti”. Varie lettere ed articoli (anche dal settimanale “i Vespri”) si susseguirono dopo l’inaugurazione, ovviamente suscitando le ire dell’assessore Ferrera che accusava tutti di essere disfattisti e remare contro la cultura a Catania. Su La Sicilia fu pubblicata anche una lettera dove si documentava come le sculture in mostra fossero dei multipli e non gli originali, davanti a tale documentata critica gli organizzatori si giustificarono comunque con l’importanza di esporre anche i multipli (pur senza alcuna segnalazione in didascalia)…multipli – per quanto risulta dalle indagini – falsi. Peraltro bastava cercare, in quei giorni, su Google il nome di Parisot per scovare come fosse stato condannato anche in secondo grado, a Parigi per accuse proprio di falsificazione di varie opere.

Da più parti comunque la mostra fu vista come mera operazione commerciale (effettivamente costò anche troppo poco al Comune, per non destare sospetti di natura commerciale) da una parte atta a metter a catalogo alcune presunte opere di Modigliani (“certificandone” così l’autenticità e l’importanza), dei disegni in mano a collezionisti siciliani…sospettati (dagli esperti) anche questi di dubbia provenienza, e dall’altra con il palese scopo di vendere a qualcuno il discusso “ritratto di Sant’Agata”, l’Assessore Ferrera dichiarò – tutta giuliva – nei giorni della mostra, che il ritratto era stato acquistato da un anonimo collezionista catanese per circa 250mila euro e che speravo lo stesso lo potesse donare al Comune di Catania. Sempre a proposito dell’assetto commerciale dell’operazione c’è da registrare quanto ricorda l’assessore Cannizzo che provocò le ire dei soliti noti quando fece smontare dei totem abusivi (però veri) dislocati in città per pubblicizzare l’evento.

Per la mostra si pagava un biglietto, il Comune restituirà i soldi? E che dire del costo del catalogo? Beh forse quello potrebbe poi assumere un valore, a certificazione di opere false! E le sale del Castello Ursino piangono, ora che han ripreso vita con stupende opere ORIGINALI, tirate fuori dai magazzini e splendidamente messe in mostra (senza fili da lenza).Qui il link all’articolo dell’osservatore romanohttp://www.osservatoreromano.va/portal/dt?JSPTabContainer.setSelected=JSPTabContainer%2FDetail&last=false=&path=/news/cultura/2011/009q11-Quante-incongruenze-per-Sant-Agata.html&title=%20%20%20Quante%20incongruenze%20per%20Sant’Agata%20%20%20&locale=itE qui la recensione della mostra su Exibart:http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=34157&IDCategoria=79


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