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Catania, spiagge libere e antiracket, interviene Claudio Risicato, presidente della “Rocco Chinnici”: “inopportuna l’iniziativa di devolvere il 20% degli incassi dei parcheggi alle associazioni”
Pubblicato il 16 Luglio 2012
Pubblichiamo quanto dichiara un uomo coraggioso, che apre e chiude ogni giorno la sua azienda, da solo. E sono parole non scontate, nè ipocrite: “ci sono anche i professionisti dell’antimafia nel mondo dell’antiracket”. Ogni tanto, c’è chi esce dal coro belante della retorica… Ecco le parole di Claudio Risicato:a cura di Iena Miscredente
“In seguito all’incontro promosso dal Sindaco Stancanelli sulla gestione delle spiagge libere dopo gli eventi criminali accaduti nelle scorse settimane e nel quale sono state coinvolte alcune associazioni antiracket interviene Claudio Risicato, il presidente dell’Associazione Antiracket ed Antiusura “Rocco Chinnici” del Sistema Confcommercio, operante nella città di Catania e nella sua provincia, per esprimere alcune considerazioni che di seguito riportiamo:
1) la legalità è un valore che non può essere propugnato a giorni alterni e presuppone non solo il rispetto delle leggi ma anche dell’organo giudiziario costituito per l’esercizio della giurisdizione in base a quanto disposto dalla carta costituzionale. Il Sindaco Stancanelli si ravveda e chieda scusa ai magistrati ed ai cittadini di Catania per quanto affermato in un recente conferenza stampa dopo il suo rinvio a giudizio per abuso di ufficio.
2) L’associazione “Rocco Chinnici” non ha ricevuto alcun invito dagli uffici del Comune di Catania e pertanto non ha potuto esprimere il proprio punto di vista sulle questioni trattate in una riunione ristretta tra il Sindaco di Catania e tre associazioni antiracket.
3) Ritengo al riguardo inopportuna l’iniziativa di devolvere il 20% degli incassi dei parcheggi alle associazioni antiracket. Le stesse devono distinguersi per la totale volontarietà delle loro azioni che costituiscono valore aggiunto nella difficile battaglia per l’affermazione del diritto e della libertà di impresa.
4) Le somme indicate potrebbero invece essere direttamente investite dall’Amministrazione comunale di Catania per diffondere tra gli operatori economici il contenuto della delibera comunale premiante gli imprenditori che denunciano il pizzo e l’usura, atteso che tale atto amministrativo è poco conosciuto dai possibili fruitori, anche perchè non è compito delle associazioni antiracket, ma dei vigili urbani, controllare la pulizia delle spiagge e gli spazi dei parcheggi a pagamento.
5) Ritengo, in ultimo, che il contrasto alla mafia è un dovere civico di tutti i siciliani onesti e non ha bisogno di appannaggi economici ma solo di disinteressato e costante impegno. Ciò per evitare di vedere all’opera per citare Sciascia (nella foto), i “professionisti dell’antimafia” che periodicamente si inventano in maniera interessata protocolli di legalità e progetti vari di dubbia utilità.”
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