Catania, Teatro Massimo Bellini: un monumento alla cultura da salvare


Pubblicato il 24 Aprile 2012

Il sovrintendente Rita Gari Cinquegrana scrive una lettera aperta che pubblichiamo per intero….a cura di Iena a Teatro

“Nelle ultime due stagioni il Teatro Massimo Bellini ha compiuto un enorme sforzo per risollevarsi dal baratro in cui l’avevano precipitato le precedenti gestioni. Gestioni che, come ormai è risaputo, hanno causato addirittura ingenti debiti fuori bilancio. Non basta: alla enorme profusione di risorse non ha corrisposto un risultato egualmente cospicuo in termini artistico-culturali. E’ mancata in quegli anni anche soltanto l’ombra di una linea culturale. E un teatro che non ha una linea culturale è soltanto – mi si perdoni il termine – uno “spettacolificio”; e ogni manifestazione, ove anche di per sé pregevole, se non inserita in un programma culturalmente e artisticamente orientato, perde gran parte del suo valore e del suo significato. Questo e non altro è stato il rischio che il Teatro Massimo Bellini ha corso e avrebbe continuato a correre se non si fossero assunti drastici rimedi. Questa l’oggettiva analisi, la fotografia di quanto trovato.Bisognava dunque ridare un’impronta, una cifra culturale forte e riconoscibile ad una Istituzione per troppo tempo espropriata della sua stessa identità. Riaffermare la posizione centrale che il Teatro Bellini ha sempre occupato nella vita culturale della Città è stato il fine da raggiungere in quest’ultimo anno mezzo. Tutte le energie sono state indirizzate verso questo obiettivo, che è stato, assieme al risanamento economico e finanziario e alla stabilizzazione dei lavoratori precari, l’obiettivo di questa Amministrazione: una vera e propria palingenesi che, canalizzando ogni risorsa umana e materiale in armonica sinergia potesse riportare il “Bellini” agli antichi splendori e, se possibile, anche oltre. Un impegno totalizzante che ha visto tutti i Lavoratori del Teatro in prima linea e ha raggiunto esiti entusiasmanti: un’azione di marketing incisiva (convenzioni con Ersu, Ordini Professionali, Ikea, Coin, etc.) che ha prodotto il risultato di 1700, pari al 31%, di abbonati in più (un risultato straordinario che nel 2012 non ha pari in nessun teatro italiano) e il coinvolgimento di numerosi sponsor; la partecipazione di circa 25000 bambini all’attività della Scuola all’Opera; i protocolli d’intesa con le maggiori Istituzioni catanesi, con la Facoltà di Lettere dell’Università per i “Preludi all’Opera”, con l’Istituto Musicale Bellini per i concerti della manifestazione Bellini & Bellini, con l’Accademia di Belle Arti con cui si lavora (sono stati già catalogati i bozzetti di ben 104 opere prodotte dal Teatro) per la realizzazione del Museo e dell’Archivio Storico; le tante iniziative culturali: la rassegna Cine-Opera, la mostra dedicata a Lele Luzzati, le visite guidate, le prove aperte al pubblico; le presenze artistiche di altissimo livello in grado di riqualificare la produzione del nostro Teatro: a cominciare dal premio Nobel Dario Fo a Michael Nyman, da Uto Ughi a Giovanni Sollima, dal vincitore del premio Oscar Nicola Piovani all’Orchestra di San Pietroburgo diretta dal grande Yuri Temirkanov.Tutto questo riducendo realmente i costi delle singole produzioni anche del 50%, grazie alla politica di rigore dell’Amministrazione e grazie anche alla sensibilità degli artisti che hanno accettato spesso di esibirsi per la metà del loro cachet abituale (o addirittura gratis, come nel caso di un grande direttore d’orchestra che sarà ospite nella stagione 2013) e ai sacrifici personali ed economici di tutti i Lavoratori; ad un unico scopo: aiutare la rinascita del nostro Teatro. E ciò nell’intento e nella prospettiva, che non può non essere comune a tutti noi, di ridare un’impronta, una cifra culturale forte e riconoscibile ad una Istituzione che rischiava di restare espropriata non solo del suo antico prestigio, ma della sua stessa identità.Ecco perché risulta ancor più mortificante, ingiustificato ed incomprensibile il taglio di quasi sei milioni di euro deciso dalla Regione per l’anno 2012 (aggiunto a quello di oltre tre milioni di euro già operato nel biennio 2010-2011), che rischia di vanificare in un attimo gli sforzi fin qui compiuti e, soprattutto, mette a repentaglio il lavoro e l’integrità psico-fisica dei lavoratori del Teatro e delle loro famiglie. E’ necessario dunque impegnarsi a far convergere tutte le forze politiche e sociali sull’unico obiettivo realmente fondamentale, e che non può non essere l’obiettivo di tutti: la salvezza del Teatro. Per la nostra Città, per il nostro Teatro, per coloro che nel Teatro operano, nei cui confronti è indispensabile operare una scelta che comporti un’assunzione di responsabilità piena e consapevole che possa ridare ai professori dell’Orchestra, agli artisti del Coro e ai Lavoratori tutti dignità e speranza nel futuro”.Il sovrintendente Rita Gari Cinquegrana


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