Parole dette e considerazioni “sbagliate” alla fine del sopralluogo della commissione lavori pubblici… di iena di strada
I lavori –spostamento sottoservizi (gas, telefono, luce) e rotatoria- finiranno entro Natale “sempre che la protezione civile accrediti al comune i soldi che ha promesso. Il rapporto che si deve creare fra l’amministrazione, me e l’impresa è pesantissimo perché un’impresa che da due anni non prende un soldo e ha fatto tre milioni e mezzo –come diceva l’assessore- di lavori di tasca non è una cosa semplice”. Parole dell’ing. Rosario Mirone, direttore lavori del nuovo “Tondo Gioeni”. L’ing. Mirone non è un dipendente dell’impresa che esegue i lavori –la ‘Tosa appalti srl’ di Tosto- ma è un professionista che risponde in particolare al comune di Catania. Insomma, stanno arrivando i soldi (lo ha ricordato anche l’assessore comunale ai lavori pubblici Luigi Bosco) per la ditta esecutrice. Dovuti.
Queste parole sono arrivate, ieri mattina, nel corso del sopralluogo della commissione comunale lavori pubblici nel cantiere per un’operazione che la città sta pagando da tanti punti di vista, da quello viario (le file di auto sulla circonvallazione si susseguono durante la giornata, di giorno come la sera) a quello economico (per i costi che decine di migliaia di catanesi devono affrontare per spostarsi).
Per il sopralluogo, oltre al presidente di commissione Nicolò Notarbartolo (Pd- “area Berretta”)c’era l’assessore comunale ai lavori pubblici Luigi Bosco: con lui il direttore dei lavori, ing. Mirone (nella foto con Bosco), i componenti della commissione e alcuni consiglieri di quartiere. Non si è visto il sindaco Enzo Bianco. Non si è visto il Rup, il responsabile unico del procedimento, ing. Corrado Persico.
Le notizie sono: che da lunedì si spostano tubi e condutture, il tutto in una settimana al massimo dieci giorni. In particolare, per operare sulla conduttura del gas, si restringerà la carreggiata verso Misterbianco.
E ufficialmente non si registrano “impegni di spesa”: saranno lavori gratis?
Ma la notizia vera –quella che quasi quasi “passa” inosservata- è che l’ormai famoso sottopasso (da via Caroda a via Grassi), assolutamente indispensabile –come sostenuto da numerosi tecnici- per normalizzare il “traffico impazzito” di queste settimane- non è più un’assoluta priorità. Dal presidente Notarbartolo si viene a sapere che prima bisognerà verificare i flussi di traffico dopo la realizzazione della rotatoria. Ma non era indispensabile il sottopasso? Quante volte era stato evocato e ribadito dall’assessore Bosco?
Comunque, il sopralluogo della commissione è entrata nel vivo quando hanno parlato Mirone e Bosco. Il primo ha mostrato sicurezze assolute sui non pochi perché di un’operazione che solo in una città come Catania poteva “passare” in questo modo. Mirone ha ribadito quanto si dice dal Palazzo da tempo: sul finanziamento, sui presunti costi aggiuntivi, sull’ipotesi consolidamento (secondo il direttore dei lavori in questo caso “si sarebbe dovuto chiudere la circonvallazione”. Davvero?). Cose già smentite. Ne abbiamo parlato tante volte. Glielo ha detto in faccia il consigliere Tuccio Tringale. Altri, come il consigliere Giuseppe Catalano, hanno fatto domande serie, in particolare sulla viabilità e sui disagi delle persone. L’ex assessore della giunta Stancanelli Sebastiano Arcidiacono (oggi in “articolo 4”) ha fatto qualche domanda, ma non ha criticato l’amministrazione in carica.
Bosco, invece, ha parlato di una “patata bollente che avevamo nelle mani” e ha sottolineato che di non essersi posto “nessun problema di carattere economico”, ma “solo l’eclusivo interesse della città”. Ad un certo, punto l’assessore ai lavori pubblici in carica ha ricordato che da studi di docenti universitari “si dimostrava che il tasso di lavoro del ponte era il doppio di quello ammissibile”. Quindi, in “qualunque società civile del mondo, anche a Mombasa” si sarebbe intervenuto.
Applicato a Catania, si dovrebbe aggiungere, a nostro avviso, che –viste le condizioni “fuori norma” di tre quarti abbondanti degli immobili cittadini, a cominciare dalle scuole pubbliche- in qualunque realtà del mondo gli amministratori pubblici avrebbero considerato “emergenze vere” questa condizione, non un ponte. E questo vale qualunque sia il colore politico della giunta in carica, quelle passate e quelle future. Purtroppo, questo tipo di ragionamento –in un contesti generali ridotti a “tifoserie da curva”- è difficile che passi.
Dall’assessore Bosco, comunque, si è ricordato quanto fatto per la “messa in sicurezza” per una scuola in via De Caro, quanto fatto per sollecitare l’intervento del cavaliere Virlinzi per sistemare una ciminiera pericolante su via Raffineria a pochi metri da una scuola (un atto dovuto visto le ordinanze già esistenti –diciamo noi, non un qualcosa per cui quasi ringraziare il “cavaliere” come ha fatto Bosco).
Il “meglio” –per così dire- è arrivato dall’ing Mirone, direttore dei lavori, che, fra l’altro, ha evocato il “rischio a causa del deterioramento del cemento” del ponte: insomma “si staccavano pezzetti, se prende in faccia chi passa con la moto lo ammazza…” A questo punto, anche la iena abituata a sentirne di tutti i colori ha esclamato: “ing. succede ogni giorno da molti anni a Catania, in particolare al centro, come all’Antico Corso o altrove, che pezzi di cemento o altro cadano…Se vuole facciamo un giro…” Bosco ci ha dato pure ragione! Farà un sopralluogo all’Antico Corso.
Vuoi vedere che accade il “miracolo” cioè che si affrontano finalmente le “emergenze vere” in una città abituata a non guardarsi dentro, con una parte consistente dell’ “opposizione” abilissima nel trattare finti problemi? Perché oggi più che mai, in generale, “mettere le mani nella merda di Catania” – prima di tutto la tutela dell’interesse pubblico contro il dominio dell’interesse privato- è affare di pochi: gli altri –i tanti perbene con la loro “indignazione da cineforum”- sono semplicemente “non pervenuti”.
In conclusione sul Tondo Gioeni: il sindaco sta perdendo la lingua (da quanto non ne parla?), l’assessore Bosco sta perdendo forse la faccia, i catanesi stanno perdendo tempo e soldi, la ditta esecutrice e il direttore dei lavori stanno per incassare quanto spetta loro. Complimenti!
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