Catania “tornano i bei tempi che furono”, ovvero Il Palazzo non si critica, al massimo si applaude: Caserta “osa” parlare, l’amministrazione Bianco lo stanga!

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Le parole del docente di economia, già candidato sindaco, fanno imbelvire chi governa…un caso tutto catanese!

di iena politica marco benantiPubblichiamo un comunicato del comune di Catania, prima -come dire- la notizia. Ecco il testo:

“L’assessore alle Attività produttive del Comune di Catania, Angela Mazzola, commentando le critiche dell’economista Maurizio Caserta all’Amministrazione Bianco comparse su diversi organi di informazione, le ha definite “frutto, probabilmente, dell’eccessivo calore di questi giorni”.”Se non conoscessi Maurizio Caserta” ha affermato l’Assessore “penserei che le sue sono critiche distruttive, concepite per creare malcontento, gettare fumo negli occhi e invelenire i cittadini proprio quando c’è più bisogno di lavorare. Ma non voglio pensare che Caserta intende lavorare per mantenere lo status quo e tornare al sistema di potere che ha malgovernato Catania per oltre un decennio”.”Il professore dunque – ha aggiunto Angela Mazzola – ha comunicato la sua intenzione di continuare a fare opposizione. Buon per lui, anche se magari bisognerebbe spiegargli che l’opposizione si fa all’interno delle istituzioni e ricordargli che gli elettori catanesi non hanno giudicato lui e il suo movimento idonei a far parte dell’istituzione Comune. Quanto a quel continuare, ci sarebbe da ammonirlo che non si fa opposizione collezionando nomine di sottogoverno come ha fatto lui con l’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo e con l’ex sindaco Raffaele Stancanelli”.”Infine, a parte prese di posizione in tema economico degne davvero del signor Lapalisse, stupiscono certe affermazioni assolutamente gratuite sul sindaco Bianco, giudicato “un uomo solo al comando” quando posso assicurarvi che non lo è affatto e sulla sua squadra: soltanto tre di noi avevano avuto precedenti esperienze politiche, la presenza della società civile è assolutamente preponderante, eppure Caserta parla di “scontata e banale continuità con il passato”, oltre che, bontà sua, di assessori inadeguati e insufficienti”. Se non fosse evidente che è piuttosto confuso, ci sarebbe da chiedergli come si permette. Se infine, come dice, intende davvero “esercitare un controllo” sull’ Amministrazione, come è diritto di ogni cittadino catanese, siamo a sua completa disposizione. Se ci lascia il tempo di lavorare, però: una cosa è un giudizio, una cosa è un pregiudizio”.”Per concludere – ha detto ancora l’Assessore – forse sarebbe bene che, nel perdurare dell’alta pressione atmosferica, il professor Caserta si munisse di un bel panama bianco. Ciò lo renderebbe più elegante proteggendo contemporaneamente i catanesi dai rischi di nuove estemporanee dichiarazioni dopo quelle da candidato sindaco, quando continuava a ripetere che sarebbe andato al ballottaggio”. “

Commento: che dire? Nelle democrazie occidentali, l’opposizione fa l’opposizione, cioè critica prima di tutto chi governa (e poi fa le sue proposte), anche nel mondo più aspro possibile. Accade in democrazia.

A Catania, no. A Catania chi “osa” parlare -con spirito critico- di chi governa subisce questo trattamento. Non una novità, naturalmente, la conferma di una cultura dominante, prima di ogni cosa. Queste dichiarazioni dell’assessore in quota Sammartino (il “nuovo che avanza”) trasudano questa cultura.

Oggi abbiamo assistito all’incontro per la presentazione dell’associazione “Per Catania”: toni moderati, persone normali. Non abbiamo nè visto nè sentito “roba estremistica”. Buona borghesia intellettuale, idee di buon senso. Dette anche in un italiano comprensibile! E la reazione del Palazzo è questa! That’s incredible! O meglio “reazione alla catanese”.

Quel che accade in politica, nella stampa poi assume toni grotteschi: a Catania la stampa “deve” fare da “compare” a chi governa. Altrimenti non va bene, è magari “mandata, pagata…”. Cioè la stampa che fa la stampa. A guardare il resto? No, nessun commento.

Questo è il clima che si respira nella “nuova primavera” catanese: è peggio, molto peggio di prima, di quando c’era Stancanelli, con le sue sfuriate, i suoi eccessi. Questo al governo di Palazzo degli Elefanti è un agglomerato di gruppi ed interessi che NON VUOLE alcuna critica. Segno di debolezza, di fatto. Rimettere tutto alla comunicazione, all’ossessiva comunicazione (chi “sgarra” dietro la lavagna?) è un inequivocabile segnale di debolezza. Ci vuole semmai autorevolezza e spirito liberale per governare bene. Ma questo accade nelle democrazie occidentali. Marco Benanti

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Redazione Iene Siciliane

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