Catania tra passato e futuroPrendendo spunto dal romanzo del giornalista Luigi Pulvirenti “D’estate i temporali” (Euno Edizioni), ambientato nella Catania del 1989, il deputato regionale Salvo Pogliese, vicepresidente del gruppo PdL all’Ars, e il deputato nazionale del Pd Giuseppe Berretta, introdotti da Paolo Di Caro, direttore nazionale dell’Agenzia Giovani, e moderati da Carlo Lo Re, hanno parlato di Catania e di come spezzare le catene che oggi ne frenano lo sviluppo, economico e soprattutto umano. “Catania tra passato e futuro”, questo il titolo del dibattito tenutosi a Palazzo Platamone organizzato dall’Associazione Meridiana nell’ambito della rassegna “Incontro con l’autore”, ha quindi discusso del volume di Pulvirenti, un libro che sviscera il tema del prima e del dopo di una città che ha vissuto una impetuosa stagione di risveglio, cominciata proprio negli anni ’80 – con i fenomeni delle radio libere, dei pub, del movimento musicale che aveva come alfieri Denovo, Boppin’ Kids, Cesare Basile – e culminata con la cosiddetta Primavera degli anni ’90 e la constatazione del tradimento di quella speranza, vista l’attuale situazione di arretramento che si sta vivendo.Per Salvo Pogliese, «il libro di Luigi Pulvirenti ci riporta a una Catania ruggente e nostalgica, quella degli ’80 e ’90 che noi tutti giovanissimi abbiamo vissuto in pieno e in ogni suo aspetto. È il periodo della maturazione del mio impegno politico, totale, assorbente e appassionato, nel Fronte della Gioventù e nell’ambiente giovanile della destra catanese. Ma quegli anni sono anche e soprattutto gli anni di una città viva e piena di passione in ogni suo aspetto, una Catania di cui tutti i cittadini decisero di rimpossessarsi dopo gli anni bui passati. Ora sono fermamente convinto che sia arrivato il momento di dire basta, per usare le parole di Pulvirenti, con la Catania città con un grande futuro alle sue spalle. Basta crogiolarsi nel ricordo di quegli anni, bisogna ritrovare le motivazioni per guardare al futuro, ritrovare l’amore per Catania, per rimpossessarsene nuovamente. Dobbiamo riaccendere la passione per Catania».Secondo Giuseppe Berretta, invece, «la Catania della fine degli anni ’80, in cui è ambientato il romanzo di Pulvirenti, è molto simile alla Catania odierna. Anche oggi, come alla fine degli anni ’80, usciamo da un periodo molto difficile. Dieci anni di governo di centrodestra hanno reso la nostra città meno vivibile e meno attraente, per i cittadini come per i turisti o per gli investitori. Sono state mortificate le vocazioni della nostra città: occasioni imprenditoriali non sfruttate, rapporto con il mare trascurato. Ancora: Catania è una grande città universitaria, ma in questi ultimi anni lo si è quasi dimenticato. Dobbiamo ripartire, anche oggi, dalla voglia delle giovani generazioni di scommettersi, di ridare vivacità anche culturale alla nostra città. Il Pd a Catania sta puntando proprio sulle giovani generazioni, perché decidano di metterci la faccia, uscire dall’isolamento per mettersi alla prova, tentando di costruire al meglio il nostro futuro».Prendendo spunto dal romanzo del giornalista Luigi Pulvirenti “D’estate i temporali” (Euno Edizioni), ambientato nella Catania del 1989, il deputato regionale Salvo Pogliese, vicepresidente del gruppo PdL all’Ars, e il deputato nazionale del Pd Giuseppe Berretta, introdotti da Paolo Di Caro, direttore nazionale dell’Agenzia Giovani, e moderati da Carlo Lo Re, hanno parlato di Catania e di come spezzare le catene che oggi ne frenano lo sviluppo, economico e soprattutto umano. “Catania tra passato e futuro”, questo il titolo del dibattito tenutosi a Palazzo Platamone organizzato dall’Associazione Meridiana nell’ambito della rassegna “Incontro con l’autore”, ha quindi discusso del volume di Pulvirenti, un libro che sviscera il tema del prima e del dopo di una città che ha vissuto una impetuosa stagione di risveglio, cominciata proprio negli anni ’80 – con i fenomeni delle radio libere, dei pub, del movimento musicale che aveva come alfieri Denovo, Boppin’ Kids, Cesare Basile – e culminata con la cosiddetta Primavera degli anni ’90 e la constatazione del tradimento di quella speranza, vista l’attuale situazione di arretramento che si sta vivendo.Per Salvo Pogliese, «il libro di Luigi Pulvirenti ci riporta a una Catania ruggente e nostalgica, quella degli ’80 e ’90 che noi tutti giovanissimi abbiamo vissuto in pieno e in ogni suo aspetto. È il periodo della maturazione del mio impegno politico, totale, assorbente e appassionato, nel Fronte della Gioventù e nell’ambiente giovanile della destra catanese. Ma quegli anni sono anche e soprattutto gli anni di una città viva e piena di passione in ogni suo aspetto, una Catania di cui tutti i cittadini decisero di rimpossessarsi dopo gli anni bui passati. Ora sono fermamente convinto che sia arrivato il momento di dire basta, per usare le parole di Pulvirenti, con la Catania città con un grande futuro alle sue spalle. Basta crogiolarsi nel ricordo di quegli anni, bisogna ritrovare le motivazioni per guardare al futuro, ritrovare l’amore per Catania, per rimpossessarsene nuovamente. Dobbiamo riaccendere la passione per Catania».Secondo Giuseppe Berretta, invece, «la Catania della fine degli anni ’80, in cui è ambientato il romanzo di Pulvirenti, è molto simile alla Catania odierna. Anche oggi, come alla fine degli anni ’80, usciamo da un periodo molto difficile. Dieci anni di governo di centrodestra hanno reso la nostra città meno vivibile e meno attraente, per i cittadini come per i turisti o per gli investitori. Sono state mortificate le vocazioni della nostra città: occasioni imprenditoriali non sfruttate, rapporto con il mare trascurato. Ancora: Catania è una grande città universitaria, ma in questi ultimi anni lo si è quasi dimenticato. Dobbiamo ripartire, anche oggi, dalla voglia delle giovani generazioni di scommettersi, di ridare vivacità anche culturale alla nostra città. Il Pd a Catania sta puntando proprio sulle giovani generazioni, perché decidano di metterci la faccia, uscire dall’isolamento per mettersi alla prova, tentando di costruire al meglio il nostro futuro».
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