Catania, Tribunale Lavoro: una giustizia…al macero. E a chi gli viene frega qualcosa?

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Lo scandalo dell’ “operazione manicomio” non finisce mai. Mentre a rilento continua il trasloco, decine e decine di fascicoli gettati all’ingresso di via Verona. E il comune paga due locazioni!

E non si trova uno straccio di “rivoluzionario” -di quelli che, ululanti e dal linguaggio cazzuto, popolano l’italietta- ad occuparsi della vicenda! Manco un parolaio qualsiasi, niente..

di iena antitruffa Marco Benanti 

Il trasloco va a rilento, molto a rilento, ma continua. Il trasferimento del Tribunale lavoro di Catania da via Verona a Via Guardia della Carvana non si ferma. Lo confermano i vertici del Tribunale catanese: il dott. Bruno Di Marco e Ugo Puglisi (Presidente facente funzioni della sezione lavoro). Il problema della lentezza, casomai, è lo scarso personale impegnato dal comune: pochi operai che devono trasferire un ufficio giudiziario.Negli ultimi tempi, erano circolate voci di un possibile “stop” all’operazione, un’ “operazione”che il giornale “Magma” e ienesicule hanno definito “manicomio” per l’insensatezza di un cambio di sede in luoghi inadatti, in quanto a spazi per il parcheggio, sicurezza dei luoghi e costo della locazione. Ma questi sono soltanto alcuni di una serie di aspetti di una vicenda vergognosa che il giornale “Magma” e ienesicule denunciano, pressocchè in solitudine, da anni e sulla quale pendono due fascicoli alla Procura della Repubblica di Catania (che sembra abbia anche interessato l’Autorità Giudiziaria di Messina, competente quando di mezzo si sono magistrati catanesi…).Di certo, scandalo nello scandalo è che il comune di Catania da tempo sta pagando due locazioni: quella per via Verona e quella per Guardia della Carvana, ovvero da via Verona a via Guardia della Carvana, passando da uno spazio di 3.600 metri quadrati per 350.000 euro circa all’anno di spesa d’affitto a 1.800 metri quadrati per quasi 800.000 euro all’anno. Niente male per un sindaco che si vanta del “risanamento dei conti” e in generale per una classe dirigente che ha fatto della “spending review” uno dei suoi principali “cavalli di battaglia”.

Come accaduto per tante altre vicende, questo dato del doppio pagamento –confermato dall’ufficio che si occupa delle locazioni al comune di Catania- non è stato scritto o detto da nessuno o quasi. A parte “Magma”. Tutto normale? E i politici? I sindacalisti? Gli intellettuali, i professori? Che dicono lorosignori? A parte Enzo Bianco che ha preso impegni precisi contro l’ “operazione manicomio”, per il resto c’è stato tanto silenzio e poche parole precise, decise sulla vicenda.C’è un silenzio trasversale, una voglia di “tirare avanti” come sempre, che a Catania è una sorta di “malattia” letale. Per la città e per il suo futuro. Si guarda dritto anche in via Verona, nella fatiscente sede dove regna il caos: un caos disorganizzato, in perenne precarietà.

Ebbene, ci sono fasciscoli su fascicoli sotto la scivola dell’ingresso principale: li abbiamo fotografati. Passano gli avvocati, passano i giudici, passa il personale amministrativo, passano gli utenti del tribunale, ma non si ferma nessuno o quasi a guardare. Chili su chili di carte al vento, gettatti, ammassati, aggrovigliati, fra carpette e fogli bagnati o deteriorati. Qualche avvocato si ferma e guarda: ci sarà magari qualcosa che lo interessa? All’interno, si avverte che i fascicoli di parte devono essere ritirati al più presto, prima di andare al macero. Dalle risposte ottenute in Tribunale viene fuori che quelli ammassati sono fascicoli di parte, ma non c’è per caso altro? E in ogni caso è questo il modo per consentire a dei legali di occuparsi dei loro casi? E si tratta di lavoratori, di gente magari in pensione, di persone deboli,insomma…Eppure, basta leggere quanto scrive, nell’ultima relazione letta per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, il Presidente della Corte d’Appello di Catania Alfio Scuto proprio in tema di tribunale lavoro per rendersi conto a quale livello di degrado si è arrivati:”…Nella Sezione Lavoro del Tribunale di Catania si mantiene la condizione di assoluta inadeguatezza del numero di magistrati addetti -in organico dieci unità ma allo stato, effettive, solo sei- accentuata dal trasferimento ad altri uffici di giudiziari di ben tre unità e dal collocamento in quiescenza nel dicembre 2001 del presidente titolare. Permane senz’altro la situazione di estrema urgenza in cui operano i singoli magistrati addetti all’ufficio, essendo questo caratterizzato con evidenza da un carico lavorativo che può senz’altro definirsi assolutamente intollerabile.”Tradotto: dalla relazione di Scuto viene fuori che sono pendenti oltre 10.000 perocedimenti per quanto riguarda il settore lavoro, mentre in materia di previdenza la pendenza è di oltre 12.000 procedimenti!Di fatto, in queste condizioni, una causa di lavoro dura in media sette anni! E il lavoratore licenziato o precario, nel frattempo, come campa? Interessa a qualcuno questa condizione? Attendiamo risposta.

 

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Redazione Iene Siciliane

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