Catania, UCCIDERE guidando: al via il processo d’appello dopo la storica condanna in primo grado per omicidio volontario


Pubblicato il 20 Marzo 2012

Il caso del giovane della “Catania bene” Diego Pappalardo responsabile della morte di Sonia Sicari. Uccisa andando a folle velocità.

di Iena Giudiziaria, Marco Benanti

Una vicenda terribile: una ragazza rimasta uccisa in un incidente stradale, causato da un giovane della “Catania bene” alla guida di un’auto di grossa cilindrata. Guidata a folle velocità in pieno centro di Catania. In primo grado, il Tribunale, condannando l’imputato, ha riconosciuto l’omicidio volontario. Una sentenza storica per Catania e per la Sicilia.

Adesso è tempo di appello: la Difesa dell’imputato, Diego Pappalardo, con l’avv. Carmelo Peluso ha impugnato la sentenza di primo grado del Gup Laura Benanti. La Difesa, in sostanza, insiste nella mancanza di volontarietà nell’azione da parte di Pappalardo. I genitori di Sonia Sicari, la giovane vittima (nella foto stamane con il loro legale, l’avv. Mario Savio Grasso), vivono di nuovo il loro indicibile dramma. Davanti alla Corte d’Assise d’appello, presieduta da Antonino Maiorana (a latere Elisabetta Messina), Pm il sostituto Procuratore Generale Mariella Ledda, si celebra un processo che ha un valore al di là del merito di questo caso tragico.

Oggi, la prima udienza è stata rinviata all’ 8 maggio prossimo, per l’assenza del presidente Maiorana. In generale, si tratta di affermare un principio, una volta per tutte: che quando ci si mette al volante bisogna avere coscienza delle proprie azioni, in particolare dei rischi per la vita altrui. Senza facili giustificazionismi. Insomma, prima di tutto responsabilità verso gli altri e verso sé stessi. Una questione di grande impatto sociale ed umano, quindi, che ha conosciuto fatti terribili, come la morte di Sonia Sicari, appena ventunenne, deceduta il 24 gennaio del 2009 in un incidente stradale provocato dal giovane della “Catania bene” Diego Pappalardo, che, alla guida della sua Mercedes, ubriaco e sotto l’effetto di stupefacenti, andando a folle velocità e dopo avere anche forzato un posto di blocco dei carabinieri, si scontrò con una Ford Fiesta provocando la morte di Sonia e il ferimento di cinque giovani.

Il Gup Laura Benanti, con il rito abbreviato, lo ha condannato a dieci anni e quattro mesi di reclusione: con una sentenza “storica” per Catania e la Sicilia è stato riconosciuto l’omicidio volontario. Nessuno potrà restituire Sonia ai suoi cari ma indubbiamente la sentenza è stato un momento fondamentale per richiamare tutti alle proprie responsabilità, come ha sottolineato più volte l’avv. Mario Savio Grasso, legale della famiglia Sicari. Non a caso, dalla politica, in particolare da “La Destra” è stata lanciata l’iniziativa popolare di una raccolta di firme per una legge che stabilisca il reato di “omicidio stradale”, mettendo così fine allo scempio di uccisioni sanzionate con pene risibili. Nel caso di Pappalardo, dopo la sentenza il ragazzo gira tranquillamente per Catania e la sua famiglia non ha pagato finora un euro alla famiglia Sicari. E di lui non è stata mai pubblicata una foto.


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